Il ritorno di Enrico Lo Verso dimenticato dal cinema
Nel 1999 boicottarono il suo film sulla vita dei briganti, ora è tornato: “Non cerco di compiacere. Ed è un tratto di me che, a chi è abituato al contrario, può dare fastidio. Avevo tante richieste poi nessuno mi ha più chiamato”.
Rocco Michele Renna
Enrico Lo Verso, uno degli attori italiani che prometteva una brillante carriera cinematografica dopo il suo debutto con Gianni Amelio nei film “Il ladro di bambini” e “Lamerica,” ha recentemente condiviso la sua frustrazione per essere stato quasi dimenticato dalla settima arte. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Lo Verso ha svelato alcune delle ragioni dietro la sua assenza dalle produzioni cinematografiche.
E tanto nonostante il suo talento e le performance di alto livello nei film di Amelio, quando sembrava che Enrico Lo Verso dovesse essere uno dei volti più promettenti del cinema italiano, qualcosa è andato storto, e l’attore ha rivelato di non capire esattamente perché sia stato messo da parte, ma ha fatto intendere che i no alle sue richieste sono giunti principalmente dai produttori.
In un momento in cui molte personalità del mondo dello spettacolo cercano di accontentare i potenti per mantenere una carriera solida, Enrico Lo Verso si è sempre dimostrato diverso. Nel suo stile di vita e nei suoi principi, l’attore non ha mai cercato di compiacere chiunque fosse più potente di lui, un tratto che potrebbe averlo reso impopolare tra i produttori.
Nel corso degli anni bui, Lo Verso ha scelto di concentrarsi esclusivamente sul teatro, mettendo da parte il cinema. Ma ora sembra che l’attore stia pian piano facendo il suo ritorno sul grande schermo. Sta per recitare in una serie prodotta da Prime Video intitolata “The Bad Guy,” accanto a Luigi Lo Cascio e Claudia Pandolfi. Inoltre, è stato presentato al Festival di Roma il film “Desirè” di Mario Vezza, in cui Lo Verso ha un ruolo. Ma l’attore ha sottolineato che il teatro rimarrà sempre una parte essenziale della sua carriera.
Ma c’è un capitolo della carriera di Enrico Lo Verso che ha potuto rappresentare una svolta cruciale: il film del 1999 “Li chiamarono…briganti!” di Pasquale Squitieri, in cui l’attore interpretava il brigante Carmine Crocco. Questo film fu oggetto di una controversia nazionale poiché fu accusato di revisionismo storico riguardo al Risorgimento italiano e alla figura dei briganti. La pellicola subì un boicottaggio massiccio e fu ritirata dalle sale dopo soli pochi giorni.
Anche se Lo Verso non ha menzionato questo episodio durante l’intervista, è possibile che sia stato un momento cruciale nella sua carriera e abbia contribuito a distanziarlo dai produttori del cinema italiano. Per molti del Sud Italia, il film rappresenta una finestra sul passato e un modo per discutere delle complesse dinamiche storiche del periodo risorgimentale, spesso ignorate nella narrazione ufficiale.
Un film che, per la moltissima gente del sud che conosce come realmente si sono svolti i fatti risorgimentali del 1860/61, è quasi una finestra reale sul passato. Lo stato italiano ha paura che qualcuno si faccia domande sul passato? È pur vero che ormai l’Italia è uno stato di fatto e non è assolutamente quella Italia unita come volevano farla apparire centinaia di anni fa nata da una invasione garibaldina-piemontese culminata con una guerra civile di molti anni definita lotta al brigantaggio, briganti che in realtà lottavano per difendere i diritti delle loro famiglie e delle loro terre, dando vita alla questione meridionale.
Oggi, grazie al modus operandi dell’Italia settentrionale, molti giovani del Sud sono costretti a emigrare in cerca di migliori opportunità di lavoro, invertendo in un certo senso il flusso storico dell’invasione. Ma questa è un’altra storia.
Speriamo che Enrico Lo Verso riceva il riconoscimento che merita per il suo ritorno e che il suo lavoro venga apprezzato adeguatamente. Enrico Lo Verso rappresenta un talento autentico che non cerca di compiacere, ma che può offrire un contributo significativo al panorama cinematografico italiano.
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