Il caffè con il lettore

Israele uccide un giornalista della Reuters e ne ferisce sei.

Gianvito Pugliese

Oggi, per la festa dell’Immacolata. a me assai cara per ragioni strettamente personali, altra tovaglia ed altro servizio di tazzine. Tranquille/i care/i ospiti, il caffè e la macchina relativa sono sempre quelli, come pure il fornitore di cornetti, la più antica e quotata pasticceria barese.

Avrei voluto orientare la nostra chiacchierata una tantum su fatti ameni ed allegri, giusto per celebrare la festività di oggi che prelude ed apre al Santo Natale e di fatto anche all’anno che verrà.

Purtroppo, non posso sottrarmi dal dovere di affrontare con Voi l’uccisione di un giornalista della Reuters, Issam Abdallah, 37enne, il ferimento grave di una Collega fotografa dell’Agenzia France-Presse (AFP), Christina Assi, 28 anni, ed il ferimento di altri cinque giornalisti, con due colpi sparati in rapita successione da un carro armato israeliano “mentre i giornalisti stavano filmando i bombardamenti oltre confine”. Si legge nelle risultanze di un’inchiesta di ieri della stessa Reuters. Issam Abdallah Purtroppo, non posso sottrarmi dal dovere di affrontare con Voi l’uccisione di un giornalista della Reuters, Issam Abdallah (in copertina), 37enne, il ferimento grave di una Collega fotografa dell’Agenzia France-Presse (AFP), Christina Assi, 28 anni, ed il ferimento di altri cinque giornalisti, con due colpi sparati in rapita successione da un carro armato israeliano “mentre i giornalisti stavano filmando i bombardamenti oltre confine”. Si legge nelle risultanze di un’inchiesta di ieri della stessa Reuters.

Amnesty International ha affermato ieri “che gli attacchi israeliani sono stati probabilmente un attacco diretto contro i civili e devono essere indagati come crimine di guerra“. Più tagliente Human Rights Watch (HRW) secondo cui le due “controffensive” israeliane sono stati “un attacco apparentemente deliberato contro i civili e quindi un crimine di guerra” aggiungendo poi “che i responsabili devono essere chiamati a risponderne“.

La Reuters ha reso noto che Abdallah è stato ucciso e sei suoi Colleghi feriti a poco più di un chilometro dal confine israeliano vicino al villaggio libanese di Alma al-Chaab.

E’ atroce, ma, purtroppo, non difficile con queste informazioni autorevoli e dettagliate tirare le somme di questa, che era una tragedia annunciata.

Prima di esprimere qualche fondata perplessità e concludere con Voi, gentili ospiti che avete sacrificato un quarto della festività per tener fede al vostro impegno con il nostro caffè… completo l’informazione con la versione, chiaramente forzata, delle Forze di difesa israeliane (IDF):

Un incidente riguardava il lancio di un missile anticarro, che ha colpito la recinzione di confine vicino al villaggio di Hanita. In seguito al lancio del missile anticarro, sono sorte preoccupazioni per la potenziale infiltrazione di terroristi nel territorio israelianoIn risposta, l’IDF ha usato l’artiglieria e il fuoco dei carri armati per impedire l’infiltrazione. L’IDF è a conoscenza dell’affermazione secondo cui i giornalisti che si trovavano nella zona sono stati uccisi“. Ed ancora: “L’area è una zona di combattimento attivo, dove avviene il fuoco attivo e trovarsi in quest’area è pericoloso. L’incidente è attualmente in fase di revisione“. Quanto freddo cinismo, scusate se anticipo.

Ma Israele questo “incidente”, che è invero un deliberato assassinio ed un attentato all’informazione, rischia di pagarlo a caro prezzo, e mi auguro che paghi. Antony Blinken, il sottosegretario di Stato Usa, afferma che per gli americani è importante che l’inchiesta israeliana sull’omicidio giunga ad una conclusione e che si vedano i risultati: “A quanto mi risulta, Israele ha avviato un’indagine del genere, e sarà importante vedere che l’indagine giunga a una conclusione e vedere i risultati”.

L’alleanza Usa vacilla, dunque. Ma un paio di cose devo dirle, se no scoppio letteralmente. Come si fa a quella distanza con un mezzo (il carrarmato) dotato di visori, anche notturni al alta precisione e potenza a non essersi accorti che lì. proprio dove hanno colpito “in rapida successione due volte” c’erano giornalisti identificabilissimi come tali, grazie a caschi e giubbotti anti proiettile obbligatori con la scritta, in giallo riflettente, “Press”? E se non era possibile non accorgersene, perchè si è sparato?

Tiro ad indovinate, ma ci azzecco. Era partito l’ordine di attaccare la popolazione civile libanese ed i giornalisti erano testimoni scomodi di un evidente crimine di guerra. Non è un caso che del proiettile anticarro sparato contro il confine Israeliano che annunciava offensive di Hamas, le inchieste giornalistiche svolte non hanno trovato traccia, come pure delle presunte offensive di Hamas.

E’ stato deliberatamente ucciso un giornalista dall’esercito con la stella di Davide, ed è andata pure bene che gli altri sei, ci cui una grave, siano stati solo feriti. Due colpi di carrarmato in rapida successione non dovevano lasciare scampo a nessuno e questa storia, come quella dell’attacco ai civili non doveva essere raccontata.

D’altra parte, scusatemi, ma questi sono gli eredi di quelli che misero in croce un certo Gesù di Nazareth e qualcosa dovrà pure voler dire.

Vedo che i miei ospiti sono tra l’indignato e l’esterrefatto. Mi spiace che per l’Immacolata abbiamo dovuto trattare tanta inaudita ferocia e barbarie, ma i fatti che accadono e che ho il dovere di raccontare, avvengono indipendentemente dalla mia volontà.

Auguri a tutti comunque, la vita continua, quando non la si strappa via come quella di Issam Abdallah, riposa in pace Fratello. A domani.

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