Terremoto di magnitudo 6,2 devasta le province del Gansu e del Qinghai in Cina
Centinaia di vittime e condizioni estreme, una notte di terrore e disastri, mentre la popolazione lotta contro il freddo e i blackout nelle aree colpite
Rocco Michele Renna
La Cina è stata scossa da un terremoto di magnitudo 6,2 nelle province nordoccidentali del Gansu e del Qinghai, che ha provocato un disastro senza precedenti. Oltre 120 persone hanno perso la vita, mentre più di 200 sono rimaste ferite, a testimoniare la violenza della scossa che si è abbattuta su numerosi villaggi remoti.
Le temperature gelide hanno reso ancora più difficile la situazione, aggravata dai blackout dovuti al collasso della rete elettrica. Le operazioni di soccorso sono in corso senza sosta, ma le condizioni estreme mettono a dura prova la resilienza della popolazione colpita.
Il sisma ha causato danni significativi, abbattendo abitazioni e costringendo le persone a cercare rifugio nelle strade. La mancanza di energia elettrica e di acqua, soprattutto nei villaggi più remoti, ha reso la situazione ancor più critica.
Le temperature, scese ben al di sotto dello zero a causa di un’ondata di maltempo eccezionale, hanno costretto i residenti a cercare riparo accanto a fuochi improvvisati, mentre i servizi di emergenza si affrettavano a montare tende e altre strutture di assistenza d’urgenza.
L’epicentro del terremoto è stato individuato a circa cento chilometri a sudovest di Lanzhou, capoluogo del Gansu. Con magnitudo 6,2, la scossa è stata avvertita anche a Xi’an nella provincia dello Shaanxi, a 570 chilometri di distanza, testimoniando la sua potenza distruttiva.
Mentre la Cina affronta le conseguenze di questo tragico evento, una seconda scossa ha colpito la provincia dello Xinjiang, fortunatamente senza causare ulteriori vittime. La nazione è ora chiamata a mobilitare tutte le risorse possibili per affrontare questa emergenza e offrire sostegno alle comunità colpite.
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