Sgarbi sotto accusa: depositate le firme per la sfiducia
L’aula si prepara al confronto, le opposizioni si compattano contro il Sottosegretario di Stato, accusato di gravi irregolarità nella gestione del patrimonio culturale
Rocco Michele Renna
Nella tumultuosa scena politica italiana, si sta consumando un nuovo capitolo di tensione con la deposizione di una mozione di sfiducia nei confronti del Sottosegretario di Stato Vittorio Sgarbi. Intitolata “concernente iniziative in ordine alla revoca della nomina a sottosegretario di Stato di Vittorio Sgarbi“, la mozione è stata presentata unitariamente da esponenti del Partito Democratico (Pd) e Movimento 5 Stelle (M5s), sottolineando un raro fronte comune tra le opposizioni che contano.
La discussione in aula, già calendarizzata per la prossima settimana, promette di essere intensa e cruciale per il futuro politico di Sgarbi, già oggetto di controversie legate alle sue attività extraparlamentari. Il testo della mozione, ora firmato da numerosi rappresentanti politici, fa riferimento a una serie di accuse che coinvolgono il Sottosegretario in vicende di rilevanza nazionale.
Il documento ripercorre dettagliatamente le tappe della vicenda Sgarbi, mettendo in luce consulenze con “sostanziosi emolumenti, pari a oltre 300 mila euro”, secondo quanto dichiarato. La mozione richiama anche l’istruttoria Antitrust e le indagini per “sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte” e “furto di beni culturali”. Un quadro che dipinge Sgarbi in una luce compromettente, minando la sua credibilità e integrità.
Particolare attenzione è riservata all’indagine sulla “cattura di San Pietro”, un dipinto del ‘600 di Rutilio Manetti. La Procura di Macerata ha aperto un’indagine per “autoriciclaggio di beni culturali”, culminata con il sequestro del quadro da parte dei Carabinieri. La mozione sottolinea il ruolo di Sgarbi come responsabile della “sicurezza del patrimonio culturale” e argomenta che la sua condotta è in palese contrasto con l’articolo 54 della Costituzione italiana.
I firmatari della mozione sostengono che le azioni di Sgarbi, oltre ai profili penali, gettino un’ombra oscura sulla sua attività governativa, specie in un dicastero di così alto rilievo. La condotta del Sottosegretario è definita come “uno sfacciato abuso del potere, una violazione dei doveri, non compatibile con il decoro e la decenza delle istituzioni repubblicane“.
In conclusione, la mozione invoca la revoca della nomina di Sgarbi come sottosegretario di Stato, auspicando che il governo avvii immediatamente le procedure necessarie. La discussione in aula si prospetta come un momento chiave per valutare la tenuta politica di Sgarbi e determinare le conseguenze di un’eventuale sfiducia.
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