Michele Misseri libero: il ritorno nella casa del delitto di Sarah Scazzi
Domenica prossima Michele Misseri, condannato per concorso in occultamento di cadavere nell’omicidio di Sarah Scazzi, uscirà dal carcere di Lecce e tornerà nella sua abitazione ad Avetrana.
Rocco Michele Renna
Domenica prossima, Avetrana, piccola cittadina in provincia di Taranto, rivivrà momenti di dolore e sconcerto con il ritorno di Michele Misseri, 69 anni, nella sua casa di via Grazia Deledda. Una casa che, purtroppo, ha assunto una triste notorietà come il luogo in cui avvenne l’omicidio di Sarah Scazzi, la giovane sedicenne il cui corpo fu nascosto in un pozzo di campagna alla fine di agosto del 2010.
Condannato a otto anni di reclusione per concorso in soppressione di cadavere, Misseri ha finalmente terminato di scontare la sua pena e, grazie a varie misure come il decreto “svuota carceri” e la riduzione di pena per buona condotta, sarà libero di tornare alla vita civile. Tuttavia, la sua presenza nella stessa abitazione dove si consumò l’atroce delitto non mancherà di suscitare polemiche e dolorosi ricordi nella comunità locale.
Secondo la sentenza definitiva della Cassazione nel febbraio del 2017, Michele Misseri è stato riconosciuto colpevole di aver concorso nel nascondere il cadavere di Sarah Scazzi. Le vere autrici del delitto, secondo la ricostruzione giudiziaria, sono state la moglie di Misseri, Cosima Serrano, e la figlia Sabrina Misseri, entrambe condannate all’ergastolo per omicidio volontario in concorso.
Il caso ha destato grande clamore mediatico e ha profondamente scosso la comunità di Avetrana e oltre, con la sua intricata trama di colpevoli e colpevoli. Michele Misseri, inizialmente confessò di essere l’unico responsabile dell’omicidio, poi cambiò versione accusando la figlia, per poi ritornare sulla sua confessione. Nonostante i suoi tentativi di cambiare il corso degli eventi, la giustizia ha stabilito la sua responsabilità nell’occultamento del corpo di Sarah Scazzi.
Il ritorno di Misseri nella sua casa familiare non mancherà di riaprire vecchie ferite e alimentare il dibattito pubblico sulla natura del suo coinvolgimento nel terribile crimine. La comunità locale sarà chiamata ancora una volta a confrontarsi con i fantasmi del passato, mentre la famiglia di Sarah Scazzi continua a cercare giustizia e pace per la perdita della loro amata figlia e sorella.
Mentre Michele Misseri si prepara a riprendere la sua vita, la casa di via Grazia Deledda rimane come un simbolo sinistro di un tragico capitolo nella storia di Avetrana, testimoniando la fragilità della vita e la perseveranza della memoria di Sarah Scazzi.
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