Il sistema di ricorsi al Codice della strada: il ruolo cruciale del Prefetto nell’archiviare verbali illegittimi
Un caso paradigmatico a Brindisi evidenzia l’importanza di una valutazione attenta e imparziale delle contestazioni amministrative per evitare oneri eccessivi ai cittadini.
Rocco Michele Renna
Nel contesto del sistema di ricorsi al Codice della Strada, emerge una questione cruciale: perché sempre ricorrere innanzi al Giudice di Pace quando il Prefetto, in via amministrativa, può archiviare il verbale se illegittimo? La realtà, purtroppo, ci mostra che tale soluzione non è sempre la norma. Troppo spesso le Prefetture continuano a ritenere corrette le multe e a respingere i ricorsi gerarchici, nonostante evidenti illegittimità nei procedimenti di emissione e contestazione delle violazioni al Codice della Strada. Questo fenomeno si allinea alle pratiche discutibili di amministrazioni che, attraverso ausili elettronici, sanzionano senza discernimento gli automobilisti, alimentando le casse pubbliche.
Tuttavia, esistono eccezioni che dimostrano una diversa attitudine da parte delle istituzioni. È quanto accaduto di recente a Brindisi, dove un Ufficio Territoriale del Governo ha valutato con attenzione le difese di un ricorrente e ha deciso di archiviare il ricorso. In questo caso specifico, il verbale riguardava l’omessa comunicazione dei dati della patente di guida, ma il comando accertatore aveva erroneamente contestato e notificato la violazione nonostante fosse in corso un ricorso principale per eccesso di velocità, già rilevato con autovelox.
Il decreto di archiviazione emesso dal Prefetto di Brindisi ha sottolineato che i motivi di ricorso erano validi e che l’accertamento della violazione doveva essere considerato improcedibile. Questo episodio, secondo Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dovrebbe essere preso ad esempio da tutti gli uffici prefettizi nazionali abilitati alla verifica dei ricorsi al Codice della Strada. Essi dovrebbero abbandonare il ruolo di meri “notai” delle autorità accertatrici e recuperare la loro funzione di enti deputati al controllo della legittimità delle contestazioni e delle notificazioni dei verbali.
Questa pratica consentirebbe di evitare il ricorso sistematico ai procedimenti giudiziari, riducendo gli oneri economici per i cittadini e alleggerendo gli uffici del Giudice di Pace da una mole eccessiva di casi. Inoltre, promuovere una cultura di valutazione accurata e imparziale dei ricorsi contribuirebbe a ristabilire la fiducia dei cittadini nell’operato delle istituzioni e nell’applicazione equa delle norme del Codice della Strada.
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