Mamme da asilo: dall’aula virtuale alla rissa reale, quando il confronto diventa guerra
Settimane di tensione culminano in un confronto fisico davanti a una scuola, sollevando dubbi sul vero scopo dell’istruzione dei figli.
Rocco Michele Renna
Napoli, quartiere Scampia – Cosa può accadere quando il tranquillo mondo del “gruppo WhatsApp delle mamme” si trasforma in una battaglia campale? La risposta si è manifestata in tutta la sua assurdità, recentemente, quando sette donne sono state denunciate per rissa dai Carabinieri dopo uno scontro fisico davanti a un asilo nel quartiere Scampia.
Tutto è iniziato con una semplice discussione online sul gruppo WhatsApp di una classe d’asilo. L’istituto, con la sua lodevole iniziativa di coinvolgere i genitori nelle attività scolastiche, offriva la possibilità ai genitori di partecipare settimanalmente per monitorare i progressi dei propri figli. Una regola semplice, ma che ha scatenato un vortice di polemiche.
Una delle mamme, con un atto di apparente unilateralità, ha deciso di modificare il giorno della sua visita, ignorando sovrapposizioni e pareri altrui. La sua decisione ha innescato una tempesta nel gruppo WhatsApp, trasformando una questione apparentemente banale in un campo di battaglia digitale.
Ma le parole non sono bastate. Il giorno successivo, la tensione accumulata online ha trovato sbocco nella vita reale. Davanti alla scuola, ciò che era iniziato come un confronto verbale è rapidamente degenerato in una rissa fisica. Due mamme sono partite, altre si sono unite e in pochi istanti la situazione è sfuggita di mano, coinvolgendo sette donne in una mischia furiosa.
L’intervento dei Carabinieri è stato inevitabile. La stazione di Scampia, situata proprio di fronte alla scuola, è stata rapidamente allertata. Le donne, disperse nel caos, hanno trovato la polizia sulle proprie tracce. Ma anche se la calma è tornata, le conseguenze sono state inevitabili.
Le indagini, supportate dalle immagini delle telecamere di sorveglianza di un’attività commerciale, hanno portato all’identificazione delle donne coinvolte. E ora, invece di discutere delle attività scolastiche dei propri figli, queste sette mamme si trovano a dover affrontare le conseguenze legali delle proprie azioni.
Questa triste vicenda solleva domande fondamentali sulla vera natura dell’educazione dei figli. Quando i genitori perdono di vista l’obiettivo principale – il benessere dei propri bambini – e si perdono in piccole dispute meschine, è il momento di interrogarsi su cosa sia veramente importante. Forse, anziché concentrarsi sul giorno di visita alla scuola, queste mamme avrebbero dovuto riflettere su come insegnare ai propri figli l’importanza del rispetto, della collaborazione e della tolleranza. Ma, come insegna il Manzoni, “il coraggio, chi non ce l’ha, non se lo può dare”. idem per l’educazione.
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