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La Corte Suprema Usa si schiera con i repubblicani della Carolina del Sud nella lotta per la mappa elettorale basata sulla razza
Gianvito Pugliese
Giovedì la Corte Suprema degli Stati Uniti ha aggravato la prova della discriminazione razziale nelle mappe elettorali. Ha emesso, infatti, un’importante sentenza a sostegno dei repubblicani della Carolina del Sud che hanno spostato 30.000 residenti neri quando hanno ridisegnato un distretto congressuale.
La decisione, che non ha avuto l’unanimità ma risulta approvata con 6 a 3, con i giudici conservatori in maggioranza e i giudici liberali dissenzienti, ha totalmente ribaltato la sentenza di un tribunale di grado inferiore secondo cui la mappa aveva violato i diritti degli elettori neri ai sensi del 14° emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che garantisce parità di trattamento ai sensi della legge. La decisione è stata scritta dal giudice conservatore Samuel Alito.
Una brutta pagina per la giustizia americana della Corte Suprema che ormai è diventata lo zerbino del partito repubblicano grazie alle nomine effettuate da Donald Trump quando era Presidente.
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