Bari: al San Paolo restyling a colori?
Un piccolo quartiere dormitorio, appoggiato alla zona industriale di Bari, il Cep è diventato una città tra case popolari costruite un po’ alla rinfusa, lottizzazioni varie, cooperative, dopo 50 anni di inerzia ed abbandono, ha bisogno, senza dubbio, ad un aspetto più dignitoso. L’arte dei Murales potrebbe far molto a costi minimi. Ma l’arte costa sempre poco e rende molto.
Maria Catalano Fiore
Qualche giorno fa sul quotidiano locale, La Gazzetta del Mezzogiorno è apparso un bel titolo ed io ho aiutato nel veicolarlo, poiché la ritengo una cosa positiva. Applicata in vari borghi anonimi ha ridato impulso a quei paesi ed anche all’economia turistica.
“Bari – San Paolo diventerà un quartiere – museo a cielo aperto”. Progetto concepito dall’Arca che cambierà con i Murales il grigio e fatiscente aspetto delle palazzine popolari, molto “alveari”, casermoni progettati e costruiti all’insegna dell’economia, risparmiando anche sui balconi. “Una rivoluzione culturale” nel quartiere San Paolo. Questa idea molto colorata è, comunque, ancora agli albori e, forse, embrionale. Quel quartiere della periferia di Bari riuscirà ad assumere l’aspetto di quei graziosi borghi che già da alcuni decenni hanno adottato questa formula artistica? Chissà? In Municipio si sono svolti già diversi incontri tra i dirigenti dell’Arca, il Sindaco Antonio De Caro e i vari assessorati coinvolti. Oltre all’aspetto si dovranno anche ristrutturare molte cose, rifare marciapiedi, potenziare il verde pubblico, migliorare la viabilità, piuttosto intasata, soprattutto nelle ore di punta, un più rapido accesso all’Ospedale ecc…
Ormai le nostre città, in genere, non solo un quartiere, concepito come di servizio alla zona industriale, siamo abituati a vederle un po’ anonime con facciate dai colori pastello, giallo ocra, rosate e qualcuna desolatamente grigia, sia in origine, che per lo smog accumulato. Eppure, ci sono artisti di tutto rispetto, che vedono le pareti delle nostre case come enormi tavolozze a cielo aperto, come se si potesse guardare nel nostro interno, un vivere più sereno e colorato. Alcuni Sindaci di Borghi italiani dopo aver considerato i Murales spagnoli hanno pensato di adottate questa tecnica e di chiamare in campo gli “Artisti di Strada”, non graffittari, imbrattatori, e neppure i più evoluti assertori dell Strepp Art, pensiamo a Basquiat, Keith Herring o Banksy, ormai ai vertici della fama, ma pittori che esprimano concetti sociali e raccontino storie di cittadini normali.
Tutti questi Murales, sono diversissimi tra loro per intenti, spirito ed estetica, nati per iniziativa di mecenati o enti pubblici che volevano far rivivere i loro paesi.
Se ci pensate la pittura è nata proprio sul muro di una caverna, si è sviluppata per secoli su muri di chiese o case signorili. La bellezza di questi Borghi é che si può camminare liberamente, in piena libertà, senza pagare biglietto d’ingresso e non ci sono orari di chiusura.
Eccovi alcuni esempi di Borghi dove i Murales sono ormai “di casa” da tempo, in zone molto diverse d’Italia.
Comune di Dozza in Emilia Romagna. Un bel Borgo medioevale tra Imola e Bologna
Queste opere caratterizzano il paese a partire dal 1965. Si tiene addirittura una” Biennale del Muro dipinto” (per informazioni: Fondazione Dozza)
In Sardegna andiamo ad Orgosolo dove i Murales hanno assunto da subito una forte connotazione politica.
Le opere nascono a partire dal 1969, in piena rivoluzione culturale. Passeggiare tra queste mura significa ripercorrere momenti della nostra prima giovinezza, lotte operaie, studentesche ecc….
Ormai sono oltre 200 i paesi in Italia che raccontano così la loro Storia.
Valogno, in Liguria, un piccolo gioiello, ci accoglie con una bella immagine di Frida Kahlo per poi proseguire con altre belle immagini.
A 14 km da Imperia, in Liguria, nel Comune medioevale di Pralà, c’è la frazione di Valloria, un paese minuscolo: 40 abitanti e 144 porte dipinte!
Potremmo andare avanti all’infinito, ma ci fermiamo alla punta inferiore della nostra nazione. Possiamo quindi chiudere citando Diamante provincia di Cosenza, in Calabria. Un altro paese pieno di pareti dipinte, e non l’unico in Calabria.
Diamante, la”Perla del Tirreno” dove nel 1981 Nanni Rozzetti, un pittore milanese (divenuto diamantese d’adozione) propose al Sindaco di dare vita all’operazione Murales. Anno dopo anno hanno raggiunto le 150 opere realizzate da artisti italiani e stranieri.
Ma al Rione San Paolo di Bari avverrà tutto questo? E soprattutto i cittadini collaboreranno……solo il futuro saprà dircelo. Chissà se i ragazzi smetteranno di dire “Andiamo a Bari” o “Scendiamo in Città” e, resi orgogliosi del posto dove vivono, cominceranno a sentirsi cittadini baresi, un risultato non di poco conto.
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