Usa: scontri in strada

La brutalità della Polizia in Usa che ha sparato alle spalle dell’ennesimo afro-americano disarmato ha riacceso disordini e scontri.

GP

The Wall Street Journal

“Cui prodest?” Cioè, a chi giova? E’ la domanda che t’insegna a porti la criminologia. Il colpevole, se non materiale, in quanto mandante è sempre colui che dal delitto trova vantaggio.

In Usa con l’approssimarsi delle elezioni e con il Presidente uscente in svantaggio dai 15 ai 12 punti percentuali (a seconda dei sondaggi), tutto finisce per essere estremizzato. Si sfiora la guerra con la Siria, si cerca lo scontro continuo con la Cina e il panico tra i cittadini comuni che hanno, legittimamente paura dei disordini e degli scontri provocati da poliziotti razzisti e propensi a delinquere, finisce per portare qualche decimale di recupero allo sceriffo del mondo, al tycoon, all’uomo forte -in apparenza- che parla sempre di legge ed ordine, ma la legge la viola in continuazione e,quanto ad ordine, istiga la Polizia ad accendere nuovi fuochi ed a buttarci sopra benzina.

Oggi il Wall Street Journal, autorevole quotidiano americano, con un cinguettio (twitte) informa di scontri tra polizia e dimostranti, riaccesisi a seguito del ferimento alle spalle di un afroamericano inerme ad opera di poliziotti violenti e sicuramente corrotti.

E’ una storia davvero brutta, di squallido razzismo e di segregazioni, di fatto ancora presenti. Non ne escono bene gli Usa ed anche di questo devono ringraziare Trump ed i senatori repubblicani che lo sostengono a dispetto di un Paese divenuto un clown, dove “lo sceriffi del mondo” se mette in naso fuori dei confini nazionali, rischia l’arresto dal momento che nei suoi confronti è stato spiccato e permane un mandato di cattura internazionale per omicidio. Del quale, peraltro è reo confesso essendosene vantato.

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