Post-Pandemia: Cultura in crisi

In copertina: MInistero per i Beni e le Attività Culturali e Turistiche, Mibact… via del Collegio Romano, Roma. “Perdete ogni speranza o Voi che entrate”- Divina Commedia – Inferno ………

Maria Catalano Fiore

La tempesta che ha investito il mondo intero, non ha risparmiato il mondo della cultura, sia la pubblica che la privata: Gallerie, Circoli, Associazioni e qualsiasi altra iniziativa. Alcune con molto sacrificio si stanno rialzando, ma è l’aspetto pubblico che peggiora di giorno in giorno. Quello che poteva essere un asso da giocarsi per la ripresa di Musei, Palazzi, Siti archeologici si è rivelato un grosso Flop. Analizziamolo.

Un Museo nel 2020 risulta, per molti versi, antistorico, pesante, ingombrante sicuramente da ripensare in tutti i suoi aspetti. Il pubblico era per la maggior parte formato da scolaresche e da pensionati, due categorie a rischio, escluse a priori a causa della Pandemia. Ambienti museali tenuti a distanza dalle comunità, nessun annuncio, locandina, articolo di giornale ecc…Se si chiede ad un abitante dell’hinterland barese dove è situato esattamente il Castello Normanno Svevo di Bari, aspetta un po’ prima di rispondere,…”Ma non è quello di fronte al Ristorante tale e la pizzeria.talaltro..” Tra l’altro, caratteristica peculiare di Bari, l’indicazione non è mai Via/piazza e numero civico, ma di fronte o accanto a “Pasticceria Tizio”, “Ottica Caio”, “Gioielleria Sempronio”, classico di una città levantina dedita più al commercio che altro. Bene, se la stessa domanda si fa ad un abitante della città antica di Bari, dice si, certamente, lo vedo tutti i giorni. Bene, “Ma sei mai entrato?” “Si forse, mi sono affacciato nel Cortile quando vedevo movimento” e come a Bari, così in tanti altri posti di paesi limitrofi. Se poi chiediamo dell’esistenza di altri musei in Città, Pinacoteca Metropolitana compresa, ci guardano come marziani.

La questione più urgente da affrontare è il concetto stesso di Museo, troppo improntato alla conservazione ed esposizione e poco alla didattica. Guide o altro personale, ovviamente inesistenti. Sono diversi anni che i vari funzionari vanno in pensione senza essere rimpiazzati in alcun modo. Ma l’assurdità è proprio l’isolamento, la mancanza di conoscenza, spesso le carenze di segnalazioni stradali. Il Museo Diocesano dov’è? Quello Storico, o quello Archeologico? Musei, abitanti, turisti e funzionari sembrano vivere in bolle diverse di questo pianeta.

Brescia, Museo Civico di Arte e Storia…incompiuto

Stendiamo un velo pietoso sui numerosi flop del Musil a Brescia o di “M9” Museo del novecento – Venezia -Mestre. Mostre mirate ed affidate ad organizzazioni private. Milioni (dello Stato, quindi dei contribuenti) buttati con scarsissima affluenza, vale per tutti l’esempio di Mestre, tutto basato su interazioni tecnologiche tra visitatore ed opere, con centinaia di touch screen oggi già inutilizzabili. Ma l’appalto era stato assegnato, i fondi liquidati. che vuoi di più dalla vita?

“M9” Museo del 900, Venezia-Mestre

Non servono nuovi Musei, o Poli Museali, come da un po’ vengono definiti, ma una nuova idea di Museo, un nuovo approccio ispirato ai positivi modelli esteri. L’ex Ministro Alberto Ronchey diramò dei dispositivi che avvicinavano la gente: caffetterie, punti di ristoro, vendita di gadget e librerie all’interno della struttura dove, volendo, si poteva passare una intera giornata a godere delle varie sale o mostre con un unico biglietto. Ma la legge Ronchey che fine ha fatto? avete mai visto un punto di ristoro o almeno indicazioni? Tutto lasciato nelle mani del personale…… tutto all’insegna della buona volontà e dell’improvvisazione.

Poi arriva a spron battuto il Ministro Mibact Dario Franceschini, che grida al miracolo! In Santa Maria Novella , a Firenze, sorgerà ad inizi del 2021 il “Museo della lingua italiana”. Ma la lingua, cosi amata dai gourmet, la serviranno bollita o salmistrata? Cosa rappresenta questo tipo di Museo che non abbia già in esposizione una qualsiasi Biblioteca pubblica Statale o che non sia digitalizzato in un Archivio di Stato, spesso consultato solo da pochi “intimi”?

Certo questi mesi hanno messo sotto i riflettori lo scollamento profondo tra Cultura e popolo, tra Cultura e studiosi stessi, con accessi iperbolici a documenti e dipinti che non ha neppure la Cia, per poi scoprire che sono in qualche deposito sotterraneo, impolverato ecc…..

Questo inneggiare all’uso della tecnologia di Dario Franceschini, sembra una nota stonata su una tastiera che ha già perso molti tasti. Ma tu Franceschini, che hai già rovinato e sconvolto tutto l’assetto ministeriale già una volta, sei tornato in carica per infierire il colpo di grazia? In un articolo di lunedi 24 agosto, su “La verità”, in un occhiello in prima pagina, il giornalista Mario Giordano scriveva “Dario sei come l’Autan“. “Caro Dario Franceschini, tutti dicono che lei è potente, ma le confesso che non ho mai capito perché. Ogni volta che si presenta ad una elezione prende batoste. Anche nel suo collegio di provenienza, in Emilia Romagna, nel 2018, gli elettori hanno nei suoi confronti il rapporto che le zanzare hanno con l’Autan: appena ne avvertono la presenza , scappano. Eppure ogni volta lei ne esce con una poltrona importante assicurata. Quali misteriosi fili riesce a muovere così bene? Persino Matteo Renzi la definisce un disastro. Però ha sistemato bene anche sua moglie, Michela De Biase, prima in consiglio comunale a Roma, poi regionale nel Lazio. Le scrivo perché mi dicono che lei sia il Ministro della Cultura, più a lungo in carica, Neppure Giovanni Spadolini che ha istituito il Ministero lo è stato cosi a lungo, ma non mi pare che la Cultura ne abbia tratto giovamento, anzi, in piena emergenza economica Covid, lei ha pensato bene di nominare dirigenti, che non servivano, scegliendoli addirittura tra gli esterni e pure stranieri. A che pro nominare dirigenti, che oltretutto lavorano da casa e non personale ausiliario più utile per tenere aperti i Musei, almeno per gli stranieri che avevano addirittura prenotato. Così come mi è difficile capire come ciò avvenga solo nel Beni Culturali. Spero caro “disastro”che se ne vergogni solo un po‘.” Segue la firma: Mario Giordano. Io da ex dirigente dei Beni Culturali, invece mi domando il perché di tanto degrado. Dal 2000 in poi Soprintendenti, con incarichi transitori “ad interim”e neppure della stessa Regione, quindi con scarsa conoscenza del territorio e dei monumenti. Ma la situazione potrà mai migliorare? Piscis a capite fetet? Devo tradurglielo Signor Ministro? E non ci riferiamo sono a Lei, ma anche alle nomine ai vertici da Lei operate: definirle scandalose è un atto di misericordia nei Suoi confronti.

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