Shoah, Simone il viaggio che mai racconterà.

Questi sono i versi con cui Vito Camardella ha accompagnato lasua tela su questo bambino…. leggeteli, un solo minuto.

Maria Catalano Fiore

Versi ed opera di Vito Camardella

Vito Camardella e la sua tela pluri-premiata

Il gioco e urla festanti. Giocattoli di Legno

di poco lavorati, ma evidenti forme

il cavallo, il triciclo, il fucile. Il Fucile, come quello vero,

puntano sul tenero petto dell’infante,

di disgraziata origine nata, dall’infame invasore elettosi pulitore

a coniare l’ariana e superiore razza.

Piccolo Simone, strappato alla naturale origine,

spinto con vigliacca violenza sul carro dei buoi

in quella stazione che non sa, su un giaciglio di ruminata paglia

flautolente di fetido odore animale. Animale come tutti

in quel mezzo. Volti spenti di nessuna espressiva ruga.

L’importante silenzio, tanto da sentire

lo scivolare delle lacrime sulle guance delle mamme

prive dei loro frutti d’amore.

A lontana vista, attraverso le ferite tra le lignee pareti del mezzo

si erge la tetra sagoma del germano campo.Una grande bocca

a divorare il lungo treno e il suo umano contenuto.

Allo spalancare delle porte urla e latrare di cani assetati

di terribile sadica volontà.

Spinte, calci e dolori lancinanti, da turgidi legni e

sottili brandelli di animale pelle, venire dai corpi

della da distruggere razza. Poi tutti di nudità vestiti.

Il gelo sul violentato pudore, la paura sempre più grande

venire dallo strano cielo, pregno di neri, antraciti e grigi fumi

provenire da dentro baracche con incomprensibili scritte.

All’avanzare dell’ignudo serpente ebreo,

l’odore acre di materiale umano, diventare puzzo di morte.

Dio perchè?

Tendi una mano e solleva dall’incarico queste figure in abiti

tutti uguali che al sol vederli fanno paura.

Dio Perché?

il bimbo, gli uomini e le donne ad attraversare l’ultima porta

in una stanza con tante docce, ma senza liquidi gettare.

Lo sbattere della porta a sigillare la camera.

La scarsa luce é l’ultimo pensiero di Simone

come lavarmi senza acqua?

Pochi attimi l’infinito buio. Poi

fuggire delle anime, dai roventi corpi, salvarsi per il nero

e affollato cielo da tanti vuoti volti

tutti di uguale razza, da ripulire il mondo.

Simone, il viaggio che mai racconterà.

Si ringrazia il M.ro Vito Camardella per la sua disponibilità.

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