Riflessioni sulla vignetta di Roberto Capriulo
Una lettura ecologista della pandemia di coronavirus che sta attanagliando l’Italia col resto del mondo. Sana ironia, mista ad una visione che nell’inquinamento legge un dramma del mondo.
Gianvito Pugliese
Nella foto di copertina un’immagine dell’artista Roberto Capriulo, che meglio dovremmo definire “creativo”. Eclettico per natura, Roberto è disegnatore, pittore, poeta, vignettista; non smette di stupire, quantomeno me, ma non solo.
Qui di seguito una sua vignetta recentissima nella quale mi sembra di cogliere un messaggio davvero profondo.
Non so se Roberto abbia inteso collegare la pandemia che sta attanagliano l’Italia ed il resto del mondo con l’inquinamento. Certo i mutamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti: dopo un inverno che più mite, se non caldo, non lo ricordo (ed ho sorpassato i 14 lustri) abbiamo dovuto attendere il 21 marzo e l’avvento della primavera per vedere qualche bel fiocco di neve piovere su Bari. Naturalmente non si è posato ed è durato poco. Poi le nubi sono state spazzate dal vento di una città di mare. Che il mondo debba correre ai ripari, prima che sia troppo tardi è certo, ci sia o no connessione tra pandemia ed inquinamento, se non ci diamo da fare tutti questo mondo lo distruggiamo definitivamente.
Perchè non riusciamo a porvi rimedio e le lezioni della giovanissima Greta Thunberg, mille volte migliore di tanti leader mondiali, non producono effetti concreti, aldilà di svegliare molte coscienze sopite? A causa degli dei del terzo millennio: il denaro ed il potere connesso. Mai come ora sempre più concentrati in poche mani, mentre il mondo complessivamente si impoverisce (i poveri aumentano a dismisura) e si disertifica. Se tanto non bastasse, continua a distruggere sistematicamente i suoi polmoni verdi.
Non so se i pochi casi in Africa, sud America ed altri luoghi abbandonati dagli uomini (spero non anche da Dio) siano dovuti alla scarsissima ospedalizzazione di quelle regioni che non consente l’accertamento se non episodico o se vi sia qualche connessione più con la diffusione che con l’origine del virus? Ma sembra che neanche la scienza sia oggi capace di darci risposte certe. Almeno per ora. Ce le darà se le permetteremo di darcele. Definanziandola nuovamente, certamente no!
Rimane una domanda: può essere retorico, e forse lo è, ma dei soldi, dell’oro, dei diamanti, delle risorse nucleari, cosa ne faremo quando avremo distrutto l’ultimo raccolto, l’ultimo animale, l’ultimo pesce? Certo il ricco avrà risorse fino all’ultimo, ma poi di mangia denaro e potere?
Roberto Capriulo ci vede e descrive in una gabbiett, come uccellini canterini, mentre la natura vegetale ed animale si riprende i suoi spazi e prova a salvarsi dalle mani dei novelli Attila. A me quella vignetta ha suscitato le riflessioni esposte e, forse, qualcuna in più, su cui argomenterò prossimamente, ed a voi, care lettrici e cari lettori cos’ha fatto pensare? Vorrei tanto saperlo e magari, perchè no, pubblicarlo.