Domenica 11 by by Fiera del Levante.
Chiusura dell’84a edizione della Fiera del Levante
GP
Ieri seri si è chiusa l’84a edizione della Fiera del levante. Di questa edizione ho scritto e stamane un bellissimo sunto storico breve di Maria Catalano Fiore ha allietato la notte al lavoro.
Non c’eravamo al discorso inaugurale, ma la visita della domenica sera è d’obbligo per chi vuole recensire seriamente l’evento. L’ultima domenica e la sera in particolare è tradizionalmente il giorno di maggior affollamento ed in cui l’Ente Fiera normalmente “sparava” la manifestazione clou dell’edizione.
Quest’anno, giustamente niente spettacolo per evitare assembramenti. Con un poco di fantasia e professionalità qualcosa poteva essere allestita al chiuso e col distanziamento, attesto che i padiglioni vuoti (tutta l’ala est) non mancavano. Ma la confusione e le norme che cambiano ad horas, per adeguarsi opportunamente ad una realtà in perenne mutazione, hanno indotto a soprassedere.
Nessuna attrazione particolare, ma all’arrivo nel pomeriggio avanzato mi ha favorevolmente sorpreso una coda alle casse significativa. I biglietti omaggio ed invito abbondavano, ma la coda c’era e se uno non è interessato non è che se ha l’ingresso gratuito ci va, diversamente no. Che poi l’ingrasso costava tre euro, quanto il parcheggio dell’auto. Una benedizione al Sindaco Antonio De Caro ed alla Polizia locale. Spariti i parcheggiatori abusivi. Un sollievo.
Credo che il levantino, col suo spirito commerciale, che c’è in ogni barese, anche il più colto e filantropo, sia alla base dell’afflusso maggiore della sera dell’ultima domenica. La Fiera chiude battenti, l’espositore deve ricaricarsi l’invenduto, lo sconto ultim’ora ci scappa non dico sempre ma quasi. Ecco spiegato l’arcano. E ieri sera ho scoperto grazie ad un’illuminazione che attirava, invisibile di giorno, che le proposte di auto non erano monopolio del solo “Maldarizzi”, che comunque per allocazione, qualità e quantità dell’offerta fa la parte del leone, ma annoverava diversi altri concessionari, tra cui lo storico marchio “Marino”. Proposte interessanti, ma le mie attuali finanze mi concedevano solo i cannuoli siciliani, straordinari, una schifezza di arancino ed una birra (piccola) alla spina alla Peroni da manuale. Altro che auto, che andavano dalle modeste panda e Y10 ed anche meno costose ma tutte rigorosamente ibride a suv, fuori serie, berline, coupé e station wagon da lasciarci gli occhi.
Bello, scrivevo in apertura, rileggere la storia super compressa della Fiera ed i suoi fasti della Catalano, meno bello percorrere i viali ieri sera. Nota stonata: intere famiglie con mascherina a protezione delle tonsille, incrociavano conoscenti pure con mascherine-collane e s’intrattenevano nella chiacchierata codominiale a 10 cm l’uno dall’altro. Definirli negazionisti, un complimento. Quest’ultimi sono un pericolo pubblico, ma almeno hanno una ragione anche se sballata. Questi lo fanno per ignoranza, mista a stupidità, incoscienza. Fanno male al prossimo, o rischiano di farlo, senza neanche la consapevolezza di ciò che stanno commettendo.
Mi sono chiesto che senso avevano tutte quelle forze dell’ordine sparse in fiera, quelle hostess e steward a go-go. Non ho visto o sentito uno richiamarli all’ordine. Anzi qualche espositore, forse per timore della multa, lo faceva in prossimità dei stand. Ma più di un commesso/a affetto da tonsillite l’ho visto.
Non erano in sostanza le solite folle, lo sguardo ieri sera non era desolante come martedì mattina. Doveroso astenersi dal giudizio e riservarselo per l’edizione 85, quando pandemia e virus, diverranno, si spera, brutti ricordi e null’altro.
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