Pittografia Musicale

La pittografia musicale ha una storia significativa in tutti i generi della musica ed è un capitolo interessante dell’avanguardia musicale.

Roberto Fabbriciani

Sulla grafia musicale si può scrivere tantissimo. Ogni artista-compositore può crearsi un proprio linguaggio convenzionale di scrittura. Certamente, la pittografia da un lato aumenta la complessità della lettura del segno e dall’altro facilità l’esecutore rendendolo più libero di esprimersi.

La lettura di una notazione grafica può essere utile per l’ascolto di una partitura anche ad un pubblico non esperto; in altri casi le partiture grafiche consentono un’analisi più agevole e rapida. Ci sono partiture complesse scritte in modo tradizionale, con molti dettagli, che non possono essere trascritte con un sistema proporzionale di durate. Per esempio la parte solistica del flauto nel finale di Le Marteau sans maître, per alto e 6 strumenti (1953/1955), di Pierre Boulez.

Pierre Boulez Le Marteau sans maître (Universal Edition)

Questo esempio di trascrizione in sistema proporzionale di durate non è esaustivo rispetto all’originale

La pittografia musicale spesso si confonde col grafismo.

W. Kandinsky Raffigurazione in punti e linee di alcuni frammenti della Quinta Sinfonia di L. van Beethoven (1923)

Partiture da guardare, ascoltare o interpretare con fantasia! Interessante e personalissimo è Robert Moran.

Robert Moran Four Visions per flauto, arpa e quartetto d’archi (1963, Universal)

Ho avuto molte occasioni di collaborare con compositori che hanno utilizzato la pittografia musicale. Tra questi: Bruno Maderna, John Cage, Morton Feldman, Roman Haubenstock-Ramati, Francesco Pennisi, Domenico Guaccero, Arvo Pärt, Aldo Clementi, Paolo Castaldi, Dieter Schnebel, Franco Donatoni, Sylvano Bussotti, Daniele Lombardi, Luigi Esposito.

Luigi Esposito, Roberto Fabbriciani
Luigi Esposito Cadenza delle frantumazioni per flauto (2010, proprietà del Museo d’Arte Contemporanea di Caserta)
Luigi Esposito Poema del Gran solo per flauto contrabbasso (2018)

Poema del Gran solo per flauto contrabbasso di Luigi Esposito, eseguito recentemente, è un brano sulla “immagine poetica del suono” di questo straordinario strumento.

Daniele Lombardi, Roberto Fabbriciani

Ricordo la mia lunga collaborazione, in direzione del movimento, del segno e del colore, con due grandi artisti quali Daniele Lombardi e Sylvano Bussotti che, proprio nel 2021, compirà 90 anni.

Daniele Lombardi Circonvoluzione 1 (1973)

Il CD Mazes raccoglie tutte le opere pittografiche per flauto di Daniele Lombardi da Circonvoluzione 1 del 1973 fino al recente Mazes.

Daniele Lombardi Mazes (Roberto Fabbriciani)

Il titolo Mazes rappresenta il filo rosso che lega ed accomuna tutti i brani presenti nel CD. I Turf Mazes erano infatti labirinti costruiti a scopo di divertimento che nel medio evo gli inglesi tracciavano sull’erba in luoghi di riunione o in luoghi tradizionalmente adibiti a giochi e celebrazioni di varia specie. Per Marcel Brion il Labirinto nasce dalla combinazione del motivo chiuso dell’intreccio, che appare al pellegrino come una prigione senza speranza e del motivo aperto della spirale che, al termine di un lungo errare e di una paziente costanza, riserva il conforto della salvezza, ossia l’arrivo alla camera interna. Già negli anni sessanta, Brown e Cage avevano teorizzato una metafora dello spazio per la quale il progetto grafico di una composizione poteva essere considerato una mappa immobile con un suo valore visivo autonomo rispetto al successivo percorso temporale del suono. Così il labirinto musicale di Daniele Lombardi è un percorso offerto all’esecutore che realizza il rapporto di collisione tra calcolo e caso, tra indicazione certa e codificata e libera interpretazione di un segno grafico che rende l’esecutore improvvisatore e co-autore. La consapevolezza di questa poetica che progetta e valorizza la duplice dimensione esecutiva – libera e coatta – svela aspetti semantici molto diversi. Il risultato sonoro rappresenta una sintesi tra determinazione e indeterminazione.

Sylvano Bussotti
Sylvano Bussotti, Roberto Fabbriciani (IRCAM, Parigi, 1984)
Sylvano Bussotti Serpe. Non finito (Edizioni b.o.b. 1995)

Nella mia recente registrazione discografica (di prossima pubblicazione a cura della Tactus) ho incluso brani con scrittura grafica non convenzionale realizzati durante la nostra lunga collaborazione in teatri e in sale da concerto.

Sylvano Bussotti Serpe. N
Jonathan Faralli, Roberto Fabbriciani

Luigi Esposito scrive: ”… Serpe. Non finito, è un intreccio parlante tra flauto, xilofono, ottavino e glockenspiel, atto ad imitarne i bei tratteggi intessuti nella partitura grafica. I suoni sono delicati, pronunciati con grazia, proprio come le linee sottili e sinuose della partitura. E alla fine un voluttuoso flusso sonoro del flauto, pian piano, si dissolve, quasi a voler disegnare quella grande “S” di serpe presente nell’ultima pagina, che chiude l’intero ciclo. Nelle pagine musicali di Bussotti, ogni segno, ogni linea, ogni elemento grafico suggerisce scenografie per un teatro vivo, dialogante, mai nostalgico.”

Sylvano Bussotti Rara (dolce) per flauto diritto (Ed. Ricordi)

Sempre nelle note del CD Tactus dedicato a Bussotti, Luigi Esposito scrive: “… Rara (dolce) per flauto diritto pour jouer en couple avec un mime, un frammento di La Passion selon Sade (1965-66). Si tratta di una partitura grafica dove le lettere “R” e “A”, di varie dimensioni, hanno il privilegio alla vista. In questa versione, interessantissima, di grande sperimentazione, le sonorità e gli influssi gestuali che riesce ad emettere Fabbriciani col solo flauto diritto sono impressionanti. Un piccolo strumento che si traveste di una multifonia rara. Ed è proprio ciò che scrive Bussotti parlando di Rara (dolce): «può mimare la pronunzia del testo, imitare la posa delle lettere, fare ciò che gli piace, purché sia un’interpretazione rara».”

Sylvano Bussotti Raragramma (Ed. Ricordi)
Sylvano Bussotti Piece for David Tudor n.3 (Ed. Ricordi, 1959)

“… Sul tracciato che scorre di sfondo all’immagine, viene ad incrostarsi tutto un repertorio di segni minuti, a volte impercettibili, piccoli agglomerati di figurazioni geometriche, brevi tratti, legature, punti, rare zone sfumate di pointillé. Si riconesceranno segni allusivi all’ordinaria scrittura musicale, come armonici e frecce di glissandi, che potrebbero far pensare ad una scrittura d’arpa (…) e, in due o tre casi, vere e proprie note. Tutte queste figurazioni interrompono, ricoprono, deviano ed in certi casi contraddicono il decorso orizzontale delle linee. A questo proposito le legature rivestono particolare importanza poiché è prescritto di seguire la curva in ogni senso alo scopo di determinare la sequenza dei vari attachi o ruppi sonori. Dato un senso ad ogni segno,  stabilensdo così un rigoroso codice per le modalità di lettura, e fissata in una scelta strumentale la sua veste sonora, il tradursi dell’atto grafico in atto musicale proocherà la scoperta sperimentale in tutta la sua estensione. …” (S.B.)

Sylvano Bussotti Sensitivo per arco solo(Universal, 1959)

“… Esperienze grafiche variamente sviluppate, in molteplici sensi, a partire dal segno musicalmente significante secondo le tradizioni più o meno recenti, sino a segni di libertà invenzione, musicalmente ancora ignoti: veri e propri disegni.” (S.B.)

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