Galasso ed il sottopasso a Via Oberdan

Un progetto incredibile per superare ostacoli apparentemente insormontabili come il canale Picone.

GP

Brutto ripetersi in generale, poi per un giornalista imperdonabile, anche se Colleghi esclusivamente monotoni e monocordi, anche tra quelli “di successo” se ne contano diversi. Ragion di più per non fare lo stesso errore. Sarebbe ripetitivo riferire al lettore che ogni incontro con l’assessore barese Giuseppe Galasso è fonte d’informazioni imprevedibili e che ti sorprendono. Ma c’è un rischio in quegli incontri: se lo ascolti, un attimo di più di quanto è prudenziale farlo, rischi d’innamorarti dell’amministrazione comunale Decaro. Si, perchè Galasso che ama ed è orgoglioso del suo essere ingegnere, e che parla del suo pupillo, Antonio Decaro, appunto, come di uno straordinario comunicatore, è a sua volta un autentico vero comunicatore. E per fare bene informazione amore ed odio non devono esserci, pena la perdita dell’imparzialità che non ti consente di rendere un buon servizio al lettore.

Nell’ultimo incontro, nessuna proposta da parte mia, nessuna segnalazione, non perché mancassero o fossi a corto di argomenti, ma perchè volevo dare spazio, nel tempo che correttamente potevo sottrargli, alle novità che mi avrebbe illustrato. Scelta azzeccata. Non per lodarmi -chi si loda s’imbroda-, ma perché i risultati di quella scelta sto per illustrarveli e giudicate Voi, care lettrici e lettori.

Entriamo io e collega-fotografa nella sua stanza. Niente caffè, pure questa volta, anzi dato l’ora l’aperitivo. Ma tanto a me l’appetito non manca, anzi. Fa trovare la sua incasinatissima scrivania, che con la mia fa una bella gara, apparecchiata. No, non di leccornie o stuzzichini. Mappe, progetti, non meri disegni ma concretizzazioni d’idee per rendere la nostra Città sempre migliore ed accogliente. Per la precisione anche il tavolo delle riunioni non è che fosse diverso dalla scrivania.

Non posso non essere d’accordo con lui quando afferma che il passaggio a livello di Via Oberdan è un autentico tappo, più che un imbuto, per il traffico cittadino. Credo che qualunque automobilista barese concordi.

Delle sue metafore e cosa significhino nella mia considerazione vi dirò la prossima volta, oggi vi parlo del progetto che mi ha illustrato, di quelli inimmaginabili.

Perché il passaggio a livello, quello poco oltre l’hotel Europa, non può essere bypassato con in sottopasso I sovrappassi, l’unica alternativa ipotizzabile funzionano dove i palazzi non ci sono o sono distanti, non dove poco manca ed entri negli appartamenti dei piani bassi. Quindi passare da sotto è l’unica soluzione. Ma lì sotto passa il canale Picone, condotta essenziale del sistema fognario di Bari. Spostarlo o reciderlo neanche pensarci. Rinunciare allora e tenersi il passaggio a livello? Idem. Allora? il sottopasso si realizzerà partendo da Via Oberdan e deviando subito a sinistra per utilizzare lo spazio lasciato libero dalla dismissione di alcuni binari ferroviari, sotto ai quali potrà dispiegarsi. Qualcuna di quelle costruzioni fatiscenti ed abusive sulla via Oberdan (direzione di marcia dall’incrocio di Via Amendola verso Via Caldarola) andrà giù e il sottopasso confluirà in una rotatoria che sostituirà l’incrocio a taglio (pericolosissimo) con la predetta Via Caldarola, arteria principale di collegamento tra il rione Japigia ed il centro cittadino.

Un progetto che vede il Comune di Bari e le Ferrovie dello Stato ancora una volta partner nella realizzazione di strutture utili alla Città. Non c’è bisogno che gli chieda che fin farà il bel palazzo che fu del notaio Ettore Cardinale, quello rosso che termina con un spicchio (una sola camera). Un poco ci sono affezionato. Ho abitato per anni in una foresteria al terzo piano e l’intero primo era occupato dalla Fondazione Piccinni, con i suoi uffici e le aule dei corsi di danza, con annessa piccola sala concerti. Galasso, che saprà di questo mio interesse, come Voi, care lettrici e lettori, cioè solo leggendo l’articolo, mi spiega che quel palazzo è destinato ad ospitare la sede della Polizia ferroviaria.

E’ trascorsa più di un’ora tra una spiegazione e l’altra e ci salutiamo dandoci appuntamento a non si sa quando: cioè allorchè nuovi interrogativi, proposte, dubbi, lamentazioni mi spingeranno ad incontrarlo o vorrà darci cortesemente qualche altra “primizia”. Magari la prossima volta il tema torno a sceglierlo io: “uno per uno non fa male a …………”

P.S. Per eventuali omissioni ed imprecisioni, prego l’Ing. Galasso di intervenire. Il registratore ha fatto cilecca al momento di attivarsi e la memoria ha i suoi limiti.

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