Ventisette ottobre 1991

Lanotte tra il 26 ed il 27 ottobre 1991 la città di Bari non potrà mai dimenticarla.

Maria Catalano Fiore

Questa nottata è impressa nel cuore dei baresi. Alle prime luci dell’alba un “incendio appiccato ad arte” devastò completamente il prestigioso Teatro Petruzzelli, simbolo e vanto della città.

Era una domenica mattina, poco dopo la rappresentazione della “Norma” di Bellini che, per ironia della sorte, termina proprio con un rogo finale. Sirene da ogni dove, ci siamo svegliati tutti, preso il caffè, acceso la tv e quasi subito le immagini raggelanti del rogo, su tutte le reti private e statali. Eravamo tutti basiti. Io piangevo silenziosamente. Lavoravo ai Beni Culturali, Soprintendenza come Capo tecnico, avevo avuto già da tempo l’incarico di seguire i lavori di risistemazione del teatro e di un nuovo rilievo di camerini e ambienti sartoriali e depositi, che dal 1903, suo anno di inaugurazione avevano subito trasformazioni.

Inaugurato esattamente il 14 febbraio 1903.

Cartolina viaggiata, Teatro Petruzzelli, Bari 1903

Dal 1954 Il teatro Petruzzelli era già dichiarato vincolato dal Ministro Per i Beni e le Attività Culturali poiché “Monumento di interesse artistico e culturale” e quindi sottoposto a tutela della Soprintendenza competente, e dell’allora soprintendente Arch. Francesco Schettini.

Il suo Direttore Artistico, poi mi affidò altri lavori che competevano il controllo dei magnifici affreschi dell’Armenise, la Cupola e il Proscenio, un parere su scene e costumi realizzati in loco. Mi fece entrare in squadra. Era un incarico bellissimo, stare in quella grande famiglia, con me anche miei cari amici impegnati come macchinisti, luci, Roberto Mattoni, il eegista Mario Rubino, attualmente docente, a Roma, alla Sapienza ecc…

Un via vai di grandi nomi di artisti, coreografi e registi. Erano gli anni delle grandi produzioni del Petruzzelli anche all’estero, la famosa “Aida” alle Piramidi in Cairo ed altro. Spesso costumi e impianti scenici viaggiavano tra La Scala ed il Petruzzelli. Grandi artigiani teatrali la famiglia dei Pastoressa, attivi da tre generazioni, Giovanni bravissimo. allievo del fantastico Giuliani, che lasciò una squadra tre le migliori del paese del melodranna e suo figlio Emanuele, purtroppo deceduto prematuramente qualche giorno fa.

Bari – Petruzzelli in fiamme

L’incendio si sviluppò tra palco e platea provocando il crollo della meravigliosa cupola in vetro temperato completamente affresca da Raffaele Armenise ad inizio 900, come del resto tutte le finiture in oro zecchino, gli affreschi e i tendoni di proscenio che rappresentavano l’arrivo a Bari del Doge di Venezia Orseolo II per uno scambio commerciale ed un gemellaggio importante. Unici affreschi originali superstiti, attualmente sono quelli delle sale del Circolo Unione, più vicini alla facciata, quasi salva.

Lunedi 29 ottobre, a fiamme finalmente spente, questo lo scenario che si presentava dall’alto, del teatro restava soltanto un cratere vuoto.

Danni non quantizzabili, oltre al teatro erano andati in fumo tutti i depositi che contenevano scenografie e macchinari di scena, tutta la collezione di costumi d’epoca realizzati in quei 90 anni e spesso prestati, o fittati ad altri teatri o produzioni cinematografiche. Spesso anche i privati prendevano i fitto, con cauzione, dei costumi meravigliosi, anche io in una occasione ne ho preso uno da un allestimento della “Vedova allegra” eseguito per una produzione di Sandro Massimini. Ricordi tanti….e fanno male, personaggi passati anche per una semplicissima cena, a casa mia, a fine serata. Due uova fritte con peperoni cruschi a Rudolf Nurejev, una spaghettata con Lindsay Kemp, il più grande mimo, coreografo e ballerino britannico che a fine cena mi disegnò un ringraziamento, con autografo, sul mio tovagliolo di fiandra bianco, ovviamente incorniciato. Rejna Kabaivanska stupendo soprano….attori poi…. con quell’incendio, a Bari, finiva veramente un’epoca.

L’interno dopo il fuoco, si distinguono le grate metalliche che sorreggevano i vetri della cupola.

L’inchiesta penale che è seguita è stata lunga e tormentata, non voglio entrare nel merito, il Nostro Direttore ha conosciuto bene fatti e personaggi e ne sta parlando un po’ per volta. Anni e anni di indagini non sono serviti a niente, avvicendamento di Soprintendenti, Direttori dei lavori, imprese, appalti e sub appalti, rigonfiamento dei costi ecc….molti giochi di potere già in origine. Nessun mandante? Nessun perché? Solo due poveri Cristi esecutori prezzolat del rogo Francesco Lepore e Giuseppe Mesto furono condannati e per loro si aprirono le porte del carvere.

Teatro Petruzzelli, Ricostruzione dell’intelaiatura in metallo della cupola.

E’ ormai certo che la Malavita Barese ha contribuito ad infangare tutto sin dal primo momento. Ma il mandate si è sempre saputo, lui, un capo clan e con lui un noto usuraio. Poi gli intoccabili, appaltatori e politici di primo piano, tutti indisturbati ed intonsi. Intanto il teatro con tanti guai, pene e carte bollate e problemi di proprietà è risorto. Bello si, scenografico, ottimo lavoro di restauro e recupero dei fregi originali da parte di un team di restauratrici del Laboratorio della Soprintendenza di Bari ed altre maestranze speciali, ma non ha più il fascino dell’originale. I “Gioielli” dipinti dall’Armenise sono spariti completamente.

Il “Nuovo Petruzzelli” interno

Il “Nuovo Petruzzelli è stato riconsegnato al Comune di Bari il 7 settembre 2009, la sua gestione affidata alla “Fondazione Lirico- Sinfonica Petruzzelli” Il 6 dicembre 2009 (come nella tradizione e in onore del Santo Patrono) si riapre veramente la stagione lirica con una rappresentazione della “Turandot” di Giacomo Puccini. Comunque le serate e le Opere presentate sono molto meno che nel passato.

Qualcosa in più sugli anni d’oro del Teatro in “Il Sipario Lacerato- La stagione d’oro del Teatro Petruzzelli di Bari” di Anita Preti, ed. Marsilio-Ba acquistabile presso la Feltrinelli o disponibile anche in rete.

Attualmente tutto sospeso causa Covid 19.

ndr. Il crollo della cupola del palcoscenico fu una fortuna, probabilmente non programmata dagli incendiari che volevano effetti più devastanti. Tredici punti di fuoco: tanti furono trovati dai vigili del fuoco e segnalati agli inquirenti non si spiegano diversamente. Il crollo della cupola dovuto al calore che fece fondere il ferro che la reggeva consentì l’effetto camino, le fiamme cioè anzichè propagarsi orizzontalmente si elevarono al cielo. Se fosserò rimaste compresse i due distributori di benzina adiacenti sarebbero esplosi, e non solo il Petruzzelli sarebbe stato vittima. Ma questi e tanti altri dettagli Vi saranno raccontati. GP

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