Il covid -19 chiude i teatri

Si abbassa il sipario sulla cultura, lo sconforto degli artisti.

Cinzia Montedoro

La cultura abbassa ancora una volta la testa alle restrizioni del nuovo Dpcm, una scelta necessaria? I luoghi di accoglienza delle diverse attività culturali sono stati, fino ad ora, da esempio per la virtuosa gestione tutti nel pieno rispetto dei protocolli per la tutela della salute.

Purtroppo questo è un momento storico che vede la pandemia protagonista, a ciò si unisce una sensazione diffusa di abbandono degli operatori del settore, molti dei quali si erano adoperati per mettere in scena spettacoli, progettare rassegne, con non poche difficoltà, ma con lo spirito di aiutare il pubblico a sopportare la paura e le restrizioni necessarie.

Col teatro siamo tutti salvi

Abbiamo fatto due chiacchiere con un’artista tranese: il maestro Giuseppe Francavilla, il quale ha affidato alle pagine de lavocenews.it tutto il suo rammarico per la decisione del Governo.

Ciò che penso è che si sta facendo di tutto per privare l’uomo di ciò che lo rende vivo. Il covid gli ha tolto la possibilità di “sentire” l’altro attraverso il contatto fisico, il governo sta completando l’ opera privandolo di quella sana allegria e di quelle pure emozioni che il Teatro riesce a regalare dicendo  un secco NO all’ attività teatrale.

Le conseguenze sono evidenti : una società triste, apatica ed esposta irrimediabilmente a fobie, paure e stati di depressione che diventano implacabilmente l’anticamera di un malessere collettivo che non può che sfociare in  un nichilistico rifiuto della vita. Il vero virus, dunque, non è il covid che come tutte le epidemie che hanno attraversato la storia va studiato, conosciuto per meglio imparare a convivere…il vero virus è l’annientamento e la soppressione di quella vivace vitalità di cui l uomo ha enormemente bisogno e che il Teatro riesce generosamente a donare.

La magia del teatro

Eduardo De Filippo diceva che il teatro e’ il disperato sforzo da parte dell’ uomo di dare un senso alla vita e per dirla come Gassman è una zona franca dove si diventa immortali forse  perché attraverso questo mondo  la vita viene vissuta pienamente  assaporandone tutta la bellezza che come un prezioso scrigno il teatro ha la capacità di conservare gelosamente.

Condividere emozioni con il pubblico

Noi attori, artisti veri, che viviamo di questo non facciamo mai teatro per professione anche quando diventa per noi un lavoro…è qualcosa di più profondo, è una missione, è un forte impellente bisogno di regalare agli altri EMOZIONI che sono il  sale della vita stessa. Grazie al Governo tutto questo non è più improvvisamente possibile…in un colpo solo attraverso un decreto hanno cancellato  la possibilità di sentirci “vivi”, diseducandoci alle emozioni e all’allegria  ed esponendoci ancor più irrimediabilmente contro questa “epidemia “della tristezza e dell’ angoscia.

C’ è una magica atmosfera nel teatro che si respira tutta, sapete quando? In quel silenzio chè scende improvviso in sala quando si spengono le luci e lo spettacolo sta per cominciare….è come    quello che precede il primo vagito di un bimbo che viene al mondo verso cui tutte le volte si prova uno  splendido e irripetibile stupore ! Questo è il frangente che mi piace di più; quello che mi manca di più del Teatro e che ora grazie a questo decreto posso solo nostalgicamente ricordare!“.

Al Maestro Francavilla e con lui a tutte le donne e uomini di spettacolo la totale solidarietà de lavocenews.it, del suo direttore, della sua redazione intera.

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