Lewis Hamilton
Il volto umano del campione
Giovanna Sellaroli
“Time” lo aveva inserito tra le 100 persone più influenti dell’anno, oggi la classifica stilata da “Powerlist 2021” lo incorona il personaggio di colore più influente del Regno Unito: Lewis Hamilton mette a segno un altro traguardo, dopo la straordinaria vittoria che lo ha proclamato campione del mondo di F1 per la settima volta, eguagliando così Michael Schumacher.
Senna e Muhammad Alì e poi Nelson Mandela, i suoi idoli; nel cuore e nella mente, il Movimento Black Lives Matter di cui Hamilton è acceso sostenitore. Impegnato nella lotta contro le discriminazioni razziali, è stato premiato da giudici indipendenti non solo per i successi in pista, ma per la sua lotta contro gli abusi razziali e le discriminazioni.
Hamilton ha fatto del colore nero il simbolo del suo impegno, scegliendo di guidare persino una monoposto dalla livrea nera, in tuta nera, indossando t-shirt nere e accessori neri, a dimostrazione del fatto che le idee, le radici, il sentire e la professione non sono entità disgiunte, ma parte integrante del suo essere. Una rivoluzione che va oltre i confini dello sport.
Il campione ha avuto l’ardire di portare avanti l’impegno sociale e le battaglie razziali anche nel circuito in quel mondo dorato della formula uno, un settore certamente d’elite, considerato “per bianchi” e per grandi ricchi disattenti alle questioni sociali.
E ha avuto l’ardire di definire ‘ignoranti’ le dichiarazioni dell’ex boss della formula 1, Bernie Ecclestone, quando, a proposito dell’impegno politico di Lewis, ha incautamente detto:
“Non credo che farà nulla di male o di buono per la Formula 1. Farà solo riflettere le persone, e forse è la cosa più importante. Penso che sia lo stesso per tutti. Le persone dovrebbero riflettere un po’ e pensare: ‘Beh, che diavolo. Qualcuno potrebbe pensare le stesse cose sui bianchi’. Ma anche i neri dovrebbero pensare lo stesso per i bianchi.
In molti casi, infatti, i neri sono più razzisti di quanto lo siano i bianchi“.
Nello scorso mese di giugno ha lanciato ‘The Hamilton Commission’ per favorire l’aumento del numero di piloti di colore negli sport automobilistici. Si è inginocchiato dopo le gare a sostegno del movimento politico Black Lives Matter, e sul podio ha persino mostrato un pugno di “Black Power”.
“Non abbandonerò la lotta contro le ingiustizie razziali” aveva dichiarato Hamilton, mentre la FIA, la Federazione Internazionale dell’Automobile, decideva di non intraprendere nessuna investigazione sul campione Mercedes per la maglietta indossata sul podio del Mugello, con impressa la scritta “Arrestate i poliziotti che hanno ucciso Breonna Taylor”.
Si riferiva alla donna di colore di Louisville, Kentucky, uccisa a marzo da tre agenti di polizia che, facendo irruzione nella sua abitazione, e sparando all’impazzata, l’hanno a morte con otto colpi.
“Non smetterò mai di usare le mie piattaforme per supportare le cause che mi stanno a cuore. È nostro compito cambiare il mondo, renderlo un posto migliore per le future generazioni”, aveva scritto sul suo profilo Instagram subito dopo la decisione della FIA.
Da tempo vegano, ha anche aperto una catena di ristoranti veg, Hamilton ha deciso di sposare questo stile alimentare dopo aver visto un documentario sull’industria della carne e i suoi effetti devastanti sull’ambiente, sulla salute umana e animale.
E ha deciso di premere l’acceleratore anche sulle tematiche ambientali, netta la sua posizione e il suo impegno per l’ambiente, sottolineando come il team Mercedes stia lavorando per diventare “Carbon Neutral”; il pilota ha proposto infatti una serie di cambiamenti che spera possano portare la Formula 1 a raggiungere il traguardo delle emissioni zero il più presto possibile.
Le critiche per queste sue esternazioni considerate al limite della credibilità, non sono certo mancate, almeno così sono convinti i tanti, anche fra i suoi colleghi e rivali, che lo hanno criticato per la sua ipocrisia e per lo stile di vita da miliardario, tra le collezioni di bolidi, il jet privato, lo yacht extralusso: tutti mezzi insaziabili di combustibili fossili.
Bambino prodigio, non viene da una famiglia ricca Lewis Hamilton.
È nato il 7 gennaio 1975 in Inghilterra, a Stevenage, nell’ Hertfordshire, posto che lui stesso ha definito baraccopoli. La madre Carmen è britannica, il padre Anthony è originario di Grenada, nel mar dei Caraibi, i due si separano presto e, in un contesto familiare non facile, Lewis va a vivere col padre, che fa ben quattro lavori per sostenere la carriera del figlio. Per pagargli le corse arriva persino a ipotecare più volte la casa: «Solo crescendo ho capito quali enormi sacrifici abbia dovuto fare per permettermi di arrivare dove sono arrivato» dice di suo padre il pilota della Mercedes.
Enfant prodige cresciuto come personaggio da copertina, Hamilton ha talento da vendere non solo come pilota, i suoi interessi spaziano dall’arte al cinema, dalla musica alla moda, ha creato una collezione di abiti per Tommy Hilfiger e una di occhiali con Police.
Ambasciatore dell’Unicef a sostegno dei minori colpiti dalla malnutrizione, paladino contro il bullismo: “È una cosa terribile, un comportamento da codardi, chi lo subisce deve chiedere aiuto e la gente che assiste deve intervenire”, ha detto in un’intervista, Lewis non si pone limiti, ce l’ha tatuato sulla pelle: “I was born not to make it but I did. Still I Rise“. Non sono nato per farlo, ma l’ho fatto. E sono ancora in piedi.
Firmato Lewis Hamilton
Originalità, creatività, spirito di indipendenza e desiderio di ribadire la propria importanza, la firma di Lewis Hamilton disegna l’immagine di una persona dalla mente agile, veloce, che non ama perdere tempo.
Una buona autostima e un forte sentimento di amor proprio sono alla base del desiderio di affermazione della propria immagine.
Autentico e libero, emerge prorompente nello scrivente il bisogno di proteggersi dall’esterno, a volte percepito come ostile o eccessivamente invasivo.
Leader non solo in gara, Lewis è un trascinatore capace di spendersi in prima persona. Accorto nel preservare la sua privacy, ama le luci della ribalta.
Rivendica il bisogno di essere l’epicentro del proprio mondo professionale e affettivo, frutto di scelte ben precise effettuate con determinazione e forti motivazioni interiori. Coinvolto e teso verso l’obiettivo, è animato da senso di rivalsa e certamente non si lascia scoraggiare dagli ostacoli.
Ambizioso, tende alla concretezza e nutre grandi aspettative sul futuro.
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