Shitstorm
Quando le critiche sono solo una “tempesta di escrementi”
Cinzia Montedoro
Nel grande vocabolario dei termini internauti compare prepotentemente la voce : Shitstorm.
Questo fenomeno trova terreno fertile nel mondo dei social, nelle community, le critiche spietate sfociano nella diffamazione, denigrazione nei confronti di qualcuno, per esempio: personalità nel mondo dello spettacolo o arte, aziende, o anche nei confronti del singolo cittadino, una forma diremmo di cyber bullismo che ha come ingiustificata maschera la presunta anonimità sul web. Scopo delle offese: criticare aspramente sminuendo con la ferocia dei moscerini da tastiera qualcuno, i moscerini, pur di poter esprimere la propria opinione, spesso fuori luogo o senza senso, sfoderano giudizi dispregiativi trovando poi eco in altri utenti .
Lo shitstorm, incanalandosi nella grande gogna mediatica diventa strumento per infangare la reputazione di un brand, di un ristorante, per esempio, con espressioni di insoddisfazione da parte dei clienti verso un servizio o un prodotto, molto spesso creando un’importante danno di immagine e di reputazione, per la quantità di giudizi negativi. Spesso, viene associato anche al furto di profili di amministratori di un gruppo bersaglio, allo scopo di prenderne il controllo divulgare post offensivi, violenti e denigratori.
Il tutto diventa ancor più rilevante quando il caso ottiene l’attenzione dei mass media, la “viralità” e la velocità della condizione sono fattori che non aiutano. In Italia diversi i casi di shitstorm per esempio il caso Barilla con la dichiarazione di Guido Barilla che non avrebbe mai fatto spot pubblicitari con famiglie omosessuali perché, a lui e alla sua azienda, piaceva l’idea di famiglia tradizionale, naturalmente la dichiarazione provocò l’indignazione di numerose community attive per i diritti degli omosessuali in tutto il mondo, giunsero in seguito le scuse di Barilla. Bersagliati dagli shitstorm anche numerosi politici, in particolare in questo momento storico dove è in atto la campagna per i vaccini, un’ondata di ignoranza, durezza e ostilità che si fa davvero fatica a contenere.
Le buone regole della comunicazione, anche sui social, restano indubbiamente l’educazione e il rispetto per il prossimo; la violenza in genere crea sempre altra violenza, un punto d’inizio sebbene banale evidenziarlo è capire che non siamo soli quando siamo connessi in rete.
Le piattaforme consentono di segnalare espressioni disdicevoli bloccando l’utente e in alcuni casi è necessario segnalare alla polizia postale la stessa che consiglia di fare attenzione alle persone che si nascondono dietro nomi fasulli o alle richieste di amicizia che hanno subito un furto d’identità.
Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare il “Lascia un commento” a piè dell’articolo, o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it della redazione o direttore@lavocenews.it, per seguirci su facebook potete mettere cortesemente il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo lavocenews.it grazie.