Trump ammette la sconfitta, morto un poliziotto.
Per la prima volta Trump ammette la sconfitta, accetta le decisioni del congresso e dichiara di voler assicurare fino al 20 una pacifica transizione.
GP
L’idea di poter essere espulso dalla Casa Bianca in forza del 25° emendamento per manifesta incapacità mentale deve aver terrorizzato Trump al punto di fargli cambiare totalmente atteggiamento.
Ai “meravigliosi patrioti” del suo penultimo discorso nel messaggio registrato e pubblicato su Twitter (da Facebook ed Instagram è stato bannato, almeno fino al 20) si rivolge con: “Voi non rappresentate il nostro Paese. E coloro che hanno infranto la legge pagheranno“. Ma è un Trump assolutamente irriconoscibile quello che in apertura del messaggio riconosce la sconfitta elettorale. “Il Congresso ha certificato i risultati delle elezioni. Una nuova amministrazione sarà inaugurata il 20 gennaio. Il mio obiettivo ora è quello di assicurare una transizione dei poteri tranquilla e ordinata” dice testualmente. Segue la condanna delle violenze e dei suoi fans dai quali si chiama fuori, dicendosi schioccato per quanto accaduto.
L’ultimo tentativo fallito di ribaltare il risultato imbrogliando e il sentirsi abbandonato anche dai suoi “fedelissimi”, ieri il segretario al Tesoro Steve Mnuchin e il segretario di Stato Mike Pompeo, si sono dichiarati favorevoli all’applicazione del 25° emendamento, hanno spinto Trump a più miti consigli?
Trump ha fatto trapelare, rivolgendosi, ai suoi elettori che non è finita la sua avventura politica, si batterà per difendere la democrazia americana e assicurare l’integrità del voto: “Continuo fortemente a credere che dobbiamo riformare le nostre leggi elettorali per verificare davvero l’identità degli elettori e il diritto al voto e ripristinare la fiducia nel nostro sistema”.
Poco prima un comunicato della Polizia di Washington annunciava la morte di un poliziotto ferito durante gli scontri a Capitol Hill e deceduto in ospedale per le ferite riportate. Una notizia che s’inserisce con forza dirompente nel quadro di quanto accaduto.
Nancy Pelosi e Chuck Schumer, hanno richiesto il ricorso al 25mo emendamento e, in caso contrario, si sono detti pronti anche a un nuovo impeachment. Ma l’applicazione del 25° emendamento, con la rimozione forzata di Trump dalla poltrona presidenziale ha trovato contrario Mike Pence, che avrebbe dovuto assumere la Presidenza e lo stesso Presidente neo eletto Joe Biden, preoccupato della forza divisiva che un provvedimento del genere potrebbe comportare in un momento in cui il Paese va riconciliato, dopo essere stato portato al limite della guerra covile.
E se l’impeachment sembra la soluzione più probabile si è appena aperto un fronte giudiziario che grava sulla testa del presidente uscente su cui aleggia lo spettro di un’incriminazione per aver contribuito ad incitare quanto accaduto in Congresso: “Il Dipartimento di Giustizia prenderà in considerazione l’ipotesi di capi accusa per reati penali contro chiunque abbia giocato un ruolo nella vicenda”, ha assicurato il procuratore federale di Washington, senza escludere un coinvolgimento anche di Trump.
Intanto Donald Trump, secondo il New York Times, starebbe coltivando l’idea prima di lasciare la Casa Bianca di autograziarsi per proteggersi da possibili futuri procedimenti giudiziari a livello federale. Una grazia preventiva che potrebbe arrivare nei prossimi giorni.
Ecco spiegato il motivo per cui il lupo si è improvvisamente travestito da agnello: l’applicazione del 25° emendamento renderebbe impossibile l’autoassoluzione per grazia ricevuta. D’altronde il lupo perde il pelo ma non il vizio e l’ultima astuzia non sarebbe certo improbabile. Sarebbe certo oscena ma coerente col personaggio.
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