Tutti contro Renzi.
Il continuo avvicinare e allontanare la crisi da parte di Renzi e le esternazioni a getto continuo stanno rompendo i già fragili equilibri.
GP
La politica la seguo e la commento da tanto di quel tempo che ne ho perso il ricordo dell’inizio. Fortunatamente non mi occupo solo di quello ed è una fortuna, mi avrebbe sopraffatto la nausea e la stanchezza di descrivere fatti che si ripetono sistematicamente a distanza piuttosto breve, I corsi e ricorsi storici di Gianbattista Vico, sembrano pittati sulla politica, anche se furono studiati e ricavati dall’esame dei grandi eventi storici.
Mi permetto per l’esperienza accumulata in questi anni da osservatore, le mie parentesi in politica attiva sono state sempre state talmente brevi da non permettermi di citarle ad esempio o, quantomeno, come significative esperienze, di consigliare a Conte, che non ama doversi poi smentire, di evitare di usare termini come “mai più” e “sempre”. Se nella vita comune sono da evitare, pena trovarsi costantemente smentiti dai fatti, in politica è ancora più indispensabile.
Conte non sta in politica attiva da molto tempo, ma se prova a riflettere sui suoi governi I e II, nati dal tradimento di promesse elettorali perentorie: della Lega “siamo e rimarremo nella destra”, “mai coi 5 stelle” poco dopo nacque il Conte I giallo verde. Ancora pochi giorni prima della crisi del Conte I il Pd “mai con i 5 stelle” e viceversa. Passa poco e nasce il Conte II giallo-rosso. La politica è l’arte del possibile, sbagliato affermare, come ha appena fatto Giuseppe Conte ed i suoi fedelissimi: ” Se il leader di Iv Matteo Renzi si assumerà la responsabilità di una crisi di governo in piena pandemia, per il presidente Giuseppe Conte sarà impossibile rifare un nuovo esecutivo con il sostegno di Iv“.
Gli fa eco Zingaretti ma in termini più tranquilli: “Il Pd continua a chiedere un rilancio di governo ma una cosa è chiedere di rafforzarlo un’altra è farlo cadere.” Poi Nicola Zingaretti esce dal generico ed affronta l’imminenza: “Se Iv ritira le ministre l’evoluzione sarà una valutazione che farà il premier Conte con il presidente Mattarella, spero che ci si renda conto che così si entra in un tunnel di cui nessuno conosce l’uscita. Se il vaso si rompe, i cocci non si rimettono insieme. La crisi di governo è un grave errore politico, penalizza l’Italia anche all’estero. Si è aperta con l’elezione di Biden una nuova fase di multilateralismo e in Italia c’è chi tifa e paventa addirittura che alleati di Trump tornino al potere?” Il riferimento agli amici italiani del trumpismo è chiaro. Zingaretti condanna l’atteggiamento in politica estera della coppia Salvini-Meloni senza mai nominarla neanche per sbaglio.
Con qualche sfaccettatura divera interviene Di Maio, più interessato a sottolineare problemi specifici di una crisi, che al panorama politico nazionale: ” Una crisi di governo è inspiegabile. Non solo perche’ siamo nel bel mezzo di una pandemia e dobbiamo fare il decreto ristori. Ma anche perche’ questo è l’anno in cui l’Italia presiederà il G20 e in Italia ci sarà la conferenza globale sulla salute. La crisi non interessa agli italiani ma neanche all’estero. Il Mes non è un tema ideologico ma un prestito a delle condizioni così difficili e così complicate che nessun Paese europeo lo ha chiesto,. Sul reddito di cittadinanza sfido chiunque a dire che non sia stato un pilastro di questa crisi“. Chiude con un accenno a Mario Draghi, che stima ed ammira e che “viene utilizzato a volte come oggetto contundente contro Conte o contro altri”, e non merita certo di essere strumentalizzato.
Non tace Vito Crimi, ufficialmente, responsabile politico dei pentastellati, che a proposito della possibilità che i ministri di Italia Viva escano dal governo afferma: “Mi sembra un’ipotesi impensabile, sarebbe un tradimento verso gli italiani nel momento più difficile. Stiamo lavorando e facendo molto e tante cose ci sono da fare. Le persone ci chiedono risposte, hanno bisogno di aiuto e che le istituzioni si facciano carico dei loro problemi, compiendo fino in fondo il loro dovere. Chiamarsi fuori ora sarebbe di fatto un sabotaggio ai danni del Paese“. Poi fa eco a Conte: “ Se Renzi si rende colpevole del ritiro dei suoi ministri, con lui e Italia Viva non potrà esserci un altro governo “.
Goffredo Bettini, che francamente è l’uomo che in politica ha da sempre le idee più chiare e che mantiene un canale aperto di dialogo tra Conte e Renzi, dichiara: “Renzi punta i piedi, ora non ha le idee chiare”. L’esperto dirigente Pd, mentre tende ad escludere come poco praticabile l’ipotesi di sostegno a Conte da parte dei “responsabili“, definisce “non un’eresia” ragionare di un sostegno alla maggioranza della parte più dialogante di FI. Possibile? Finora gli azzurri lo hanno escluso, ma in caso di apertura di crisi, il loro sostegno potrebbe far seguito a mosse concilianti del Pd, osservano in parecchi dal centrodestra.
Impossibile sintetizzare tutti gli altri interventi di parlamentari e non, ciascuno per sottolineare che in caso di crisi salterebbe il tema che più gli sta a cuore ed al quale ha dedicato tutto il tempo nelle funzioni parlamentari. Ed improvvisamente il Parlamento scopre le mille cose non fatte, i mille settori in abbandono. Meglio tardi che mai, mi viene da commentare, ma temo che sia solo fumo, quanto all’arrosto, quello sta nei 209 miliardi del Recoveri fund. Sarà approvato perchè i tempi sono strettissimi e l’Europa non ci aspetterà in eterno. ma su come spenderli realmente si è accesa una lotta senza quartiere che non promette nulla di buono, comunque vada a finire. Vero che in Italia siamo da sempre abituati, col proporzionale a governi di coalizione eterogenei e non coesi, ma tanta incompatibilità non si era mai vista prima di quest’ultima legislatura.
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