Notizia nella notizia fa sorridere.

I dati Istat sul consumo non sono affatto positivi. Ma, guardati con un po’ d’ironia trappano una risata.

GP

Care lettrici e lettori non vi tedierò con ea ragioni che spingono a scegliere una notizia, anzichè un’altra, a pubblicarne una e scartarne altra, anche perchè non scriverei di ragioni valide per tutti, nulla è tanto personale ed è poi il taglio che darai alla notizia che orienta decisamente l’articolo.

Difficile da spiegare senza ricorrere ad un esempio concreto.

Oggi l’Istat pubblica i dati nazionali delle vendite al dettaglio rapportate all’ultimo anno. Non credo di aver bisogno di dirVi che non sono certo bei risultati, come sa chiunque non ha il prosciutto sugli occhi e fa la spesa a iper e super mercati. I carrelli delle spesa sempre più poveri, tirate le somme e lo sappiamo Voi ed io, prima che l’istituto nazionale di Statistica lo renda noto. Segue allarme di Confcommercio, si riapre l’annoso dibattito sulle restrizioni. Ma se tutti calano abbastanza vistosamente, il commercio elettronico registra una crescita superiore al 50%. Guerre, epidemie e carestie impoveriscono i più, ma arricchiscono una minoranza. E’ sempre andata così, da che mondo è mondo.

Francamente entrare nei numeri in negativo che ho letto e, confesso, mi stavano annoiando ed intristendo, non mi sembrava il caso di pubblicare.

Non ne avrei proprio scritto se un dato ed un pensiero connesso che si è affacciato prepotentemente in me non mi avesse strappato una grossa risata.

Il top del calo di vendite lo hanno subito le calzature che registrano -45%. Leggere il dato e pensare “e grazie al………”, se stiamo chiusi in casa, uscire è un dramma a cominciare dall’autodichiarazione, ma di che parliano. Ovvio che nessuno compri le scarpe.

Chiedo scusa a chi opera in quel settore. Il calzaturificio, in particolare quello di alta qualità, è un vanto del Paese che compete o competeva fino a poco fa con le migliori produzioni italiane. Comprendo e condivido le loro preoccupazioni, ma se non rimpariamo a leggere con ironia la nostra vita sarà più drammatico di quanto non lo sia l’attuale quotidianità.

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