E’ crisi.
Conte ha accettato le dimissioni di Bellanova e Bonetti ed ha informato il Quirinale.
GP
Tanto tuonò che piovve, direbbe qualcuno, ma la realtà è esattamente l’opposto. Nel momento in cui Renzi aveva appena incartato fa disponibilità di Conte su quasi tutte le sue richieste e la proposta del premier di aprire una discussione a 360° sull’azione di governo finalizzata a raggiungere un patto di legislatura, arriva la doccia fredda delle dimissioni delle ministre renziane Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, e del sottosegretario Ivan Scalfarotto.
Le dimissioni sono state accettate da Conte e comunicate al Quirinale, come lo stesso Premier ha dichiarato aprendo in serata di ieri il Cdm. Per la prima volta Conte mette da parte il linguaggio di apertura perennemente usato in questa crisi e usa termini pesanti come pietre: “grave responsabilità” e “notevole danno al Paese” sono le più innocenti, poi la sintesì, lui ha cercato il dialogo fino alla fine, ma il terreno veniva “disseminato di mine”.
Le ministre nell’ultimo Cdm sul Recovery fund si erano astenute. Poi hanno maturato la decisioni di dimettersi nelle successive 24 ore? Non ci crede nessuno. Questa è stata un’autentica operazione di killeraggio del Conte II, ordita e condotta in porto da Renzi utilizzando i suoi uomini (in realtà donne) al governo.
Elena Bonetti a Radio 24. “Le mie dimissioni sono lo spazio perchè questo tavolo per riprogettare il Paese, sempre rimandato, finalmente si apra. Non si può più rimandare, proprio perchè siamo in crisi bisogna agire, il tema non è Conte ma la risposta politica“. Un tavolo, cara Bonetti, se lo faccia spiegare da chi ha più titolo di noi, non si apre sputando in faccia a tutti gli altri commensali. Lei e la Bellanova vi siete assunte le responsabilità dei killer, non cerchi d’indossare i panni di Giovanna D’Arco, non le si addicono. Poi la Bonetti mette la ciliegina sulla torta: “Per noi l’utilizzo del Mes è dirimente per il Paese ed è dirimente per restare in maggioranza che ci siano le condizioni politiche sulla base delle quali l’utilizzo del Mes viene almeno discusso”. Quando insieme al vostro leader Matteo Renzi, siete entrati al governo, sapevate bene qual’era la posizione sul Mes dei cinque stelle. Se per Lei, Renzi, Bellanova e co. l’utilizzo del Mes era dirimente, dovevate mettere sul piatto dell’accordo quel punto. Pure un bambino capisce che il Mes è per Renzi il cavallo di Troia, per mettere all’angolo un premier che ha cognizione delle difficoltà pentastellate sull’argomento.
Intendiamoci, sono anch’io dell’opinione che il Mes andrebbe utilizzato: terapie intensive ed ospedali sono al collasso in 10 regioni che rappresentano in realtà circa 2/3 della popolazione e del territorio nazionale. Pubblicammo a suo tempo sul Mes un articolo di Ennio Triggiani, uno tra i massimi esperti di diritto europei. Per la prima volta della portata di un contratto di prestito parlava un giurista e chiariva l’inesistenza dei pericoli di un tempo. Ma una cosa è ciò che penso io, questa testata, o Italia Viva, altra cosa è sedersi “lealmente ad un tavolo” e dar vita ad un governo che logicamente, essendo di coalizione, richiede l’accettazione anche delle idee altrui, anche quelle che riteniamo fuori posto.
Renzi, è caratteriale per lui, ha un continuo bisogno di provocare la rissa verbale con l’alleato, minare la solidità del premier e del governo di cui fa parte, per poi dimostrare urbi et orbi che senza di lui non si va avanti.
Giura e spergiura che con questa destra sovranista e nazionalista, inneggiante ancora a Trump, lui non vuol avere nulla a che fare, ma ci metterei la mano sul fuoco che il suo amico e conterraneo Verdini, stia lavorando ad accordi col genero. Renzi non ha sopravvivenza politica diversa ora che i ponti con il centrosinistra li ha fatti tutti definitivamente saltare.
Non è una conclusione che ricavo dal coro di dichiarazioni scaturite dal Nazareno, dove tutti indistintamente dichiarano che con Renzi non vogliono aver nulla a che fare. In politica le dichiarazioni smentite dai fatti sono la regola, non l’eccezione purtroppo. Ma la corda coi pentastellati Renzi l’ha voluta tranciare col machete e i pentastellati, che involontariamente ha ricompattato e unificato nell’avversione a lui ed i suoi fedelissimi (ma ce ne sono?), sono davvero decisi a non lasciarsi affiancare da una costante mina vagante.
Dal Pd si aggiunge che i responsabili cercati da Conte sono un’invenzione renziana e che l’ipotesi di elezioni anticipate a giugno non è del tutto peregrina. Sergio Mattarella, chiede una risoluzione veloce della crisi che porti però ad un governo autorevole e duraturo. L’alternativa è chiara.
Gran parte del programma parlamentare è saltato e ovviamente si riparte dai capigruppo per calendarizzare le discussioni sulla crisi e l’apertura formale in Parlamento.
Ma, qualche soccorso al governo comincia a profilarsi, sarebbero pronti a dare una mano ed entrare tra i costruttori” i socialisti. Lo affermano inequivocabilmente il segretario del Psi Enzo Maraio e il Senatore Riccardo Nencini. Ma ora che i giochi si riaprono si vedrà davvero quanti sono pronti ad appoggiare Conte pur di non andare al voto, a cominciare dai “renziani”, che, sondaggi politici alla mano, il Parlamento lo saluterebbero, ora come ora, definitivamente.
Sarà interessante seguire anche le mosse di Renzi, che durante il tira e molla ha sempre insinuato che c’è una soluzione diversa da Conte. Se ha sbagliato i conti invece temo per lui che la promessa non mantenuta “se perdo il referendum mi ritirerò dalla politica” gliela faranno mantenere gli elettori.
Conte potrà piacere o meno, i suoi provvedimenti trovare piena condivisione o avversione, ma una crisi al buio ora è la cosa peggiore che il Paese poteva richiedere. Solo un ragazzino viziato, che non ha mai saputo quali sono i problemi della gente comune, può pensare che certi argomenti siano davvero fondamentali e dirimenti.
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