Olocausto

Il ricordo della Shoah attraverso le parole di Primo Levi.

Maria Catalano Fiore

Tra due giorni ricorre la “Giornata internazionale della Memoria” indicata anche come Shoah, in ebraico o Olocausto.

Alcuni di voi mi hanno inviato dei versi molto belli, corredati anche da disegni o foto. Ovviamente saranno pubblicati come prova di grande rispetto civico e morale verso questo folle genocidio.

Premessa: il termine Olocausto indica, dalla seconda metà del XX secolo il Genocidio di cui furono responsabili le autorità della Germania Nazista nei confronti degli Ebrei e di tutti gli “Indesiderabili” o “Inferiori per motivi politici o raziali“. Oltre agli Ebrei furono vittime dell’Olocausto le popolazioni slave delle regioni occupate dell’Europa orientale e dei Balcani, e quindi prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, massoni, juishe e altre minoranze etniche come Rom, Sinti, gruppi religiosi come Testimoni di Geova e pentecostali, omosessuali e portatori di handicap mentali o fisici.

Tra il 1933 ed il 1945 furono tra i 15 e i 17 milioni le vittime dell’Olocausto di entrambi i sessi e di tutte le età (senza riguardo per anziani o bambini). Tra questi 6 milioni, forse più, di ebrei. Olocausto in quanto Genocidio di Ebrei è identificato più correntemente come Shoah (in ebraico catastrofe, distruzione) che ha trovato ragioni storiche-politiche nel diffuso anti -semitismo secolare. L’eliminazione di circa due terzi degli ebrei europei venne organizzata e portata a termine dalla Germania Nazista mediante un complesso apparato amministrativo, economico e militare che coinvolse quasi tutta l’Europa.

Un ritratto di Primo Levi

Uno degli scrittori testimoni della Shoah è Primo Levi, che ha dedicato la sua vita alla testimonianza, i suoi testi sono tradotti in 80 lingue circa. Nato il 3 luglio 1919 a Torino, da genitori di origine ebraica. Laureto in chimica nel 1941, nel 1943 viene catturato e trasferito in un campo di “Raccolta prigionieri” e da qui comincia la sua odissea che lo porta ad Auschwitz. Per sua fortuna, essendo un chimico, viene adibito alla lavorazione delle gomme. E’ tra i pochissimi a far ritorno. Quale testimone sente il dovere di raccontare ed evocare l’indescrivibile.

Primo Levi: la versione inglese di “Se questo è un uomo”

Nel 1947 viene, finalmente, dopo vari rifiuti, pubblicato il suo primo romanzo “Se questo è un uomo”.

Levi muore nel 1987. A lui sono dedicati un albero e un cippo al “Giardino dei Giusti di tutto il mondo” a Milano.

Parole che non hanno bisogno di commento.

Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare il “Lascia un commento” a piè dell’articolo, o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it della redazione o direttore@lavocenews.it, per seguirci su facebook potete mettere cortesemente il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo lavocenews.it grazie.