I anno de lavocenews.it

A quest’ora un anno fa eravamo alla Vela per presentare la nascita della testata.

GP

Prima di dare il via alle notizie del giorno, alla cronaca, ai nostri quotidiani contributi alla cultura, con la terza pagina, qualche riflessione su questo primo anno di vita della nostra testata.

Non è questa la sede per i bilanci e di numeri di utenti e visualizzazioni, peraltro davvero soddisfacenti, ed a momenti esaltanti. Solo due dati mi serve utilizzare per quello che vorrei dire: questo è l’articolo n° 3077 e l’editoriale “Christophe Clavé ed il QI” (Quoziente d’Intelligenza) ha totalizzato 33.023 visualizzazioni dal 12 ottobre scorso, data della sua pubblicazione.

Non ci vuol nulla a mettere insieme un numero di articoli molto più alto nello stesso periodo. Dopo aver iniziato splendidamente il praticantato da giornalista nella redazione barese (e regionale) de Il Corriere del Giorno, quotidiano di Taranto, fra le nostre più antiche testate, con un Maestro eccezionale, quel Michele Campione a cui il nostro ordine ha intestato il suo premio annuale di giornalismo, ho lavorato in parecchie altre testate, talvolta con grandi soddisfazioni, come nel BariSera diretto da Francesco Rossi, o in diversi giornali diretti da Fortunata dell’Orzo, di cui ho fatto il vice per diversi anni, e molto più spesso, facendo fatica a far sopravvivere in me la passione per la scrittura giornalistica, quando ti dovevi confrontare con una pochezza impressionante che non consentiva di costruire nulla di buono. Ho dovuto vedere giornali al 98% fatti col copia incolla di comunicati spacciati per articoli. Talvolta anche copiati ed incollati male. Non è stato piacevole assistere all’uso personalistico senza alcun rispetto del lettore. Ed ho imparato, a mie spese, che chi si sbraccia ad urlare di essere senza padroni e senza padrini, o che il giornale è al servizio del lettore, ma non se ne serve, è proprio colui che ha esattamente l’opposto di quanto si affanna a dichiarare. Nulla di più scontato: chi lo fa non ha alcun necessità di sottolinearlo, i lettori se ne rendono conto da soli. Ebbene, quegli oltre tremila articoli pubblicati in questo primo anno sono al 90% ed oltre frutto di ricerca, di scelta e di scrittura originale nostra. Certo, anche noi, abbiamo pubblicato alcuni comunicati che ritenevamo giusto i lettori visionassero, ma spesso anche il quel caso non ci siamo limitati al copia incolla, ma abbiamo aggiunto talune nostre considerazioni in proposito.

Ed abbiamo scelto la via più difficile, non per masochismo, ma perchè non ci andava di essere l’ennesima fotocopia di giornaletto prevalentemente locale, che ha più facilità iniziale a diffondersi e radicarsi, ma poi scopre di avere limiti angusti ai quali non può più sottrarsi. La via difficile, dicevo, perché non ci siamo posti limiti territoriali, nonostante fossimo pochi ad occuparcene e scrivere. Il nostro palcoscenico è il mondo (e se possibile l’universo), ma senza tradire le nostre origini. Siamo orgogliosamente baresi ed i fatti del mondo li raccontiamo cercando di offrire una chiave di lettura barese e pugliese, ma non della Bari del “picc, maleditt e subt” (poco maledetto e subito, insegna del commercio locale), ma di quella città che ospitò il Sottano e la Scuola Di Benedetto Croce a Casa Laterza, fu la prima Radio libera nazionale durante la II guerra mondiale, ha partorito l’ecole barisienne ed annovera fior fiore di artisti, che assai spesso hanno dovuto emigrare per potersi esprimere adeguatamente. E siccome la prima difficoltà non ci bastava, abbiamo deciso che il nostro quotidiano generalista d’informazione, avrebbe privilegiato la cultura, avrebbe sostenuto le sue battaglie per difenderla, avrebbe puntato sul settore in cui è più difficile riuscire a contare. Ci spingeva l’amore che molti di noi hanno per la cultura nelle sue mille sfaccettature. C’è chi ha dedicato la vita alla musica, chi alle arti figurative, alla poesia, alle mille espressioni della cultura stessa.

Siamo stati in questo primo anno ripagati con gli interessi. Non si contano i successi riportati. Non sono state tutte rose, ovviamente, qualche dolorosa rinuncia a percorrere la via intrapresa, ed il Covid ci ha messo del suo. Quando il 3 febbraio dello scorso anno ci siamo presentati e siamo partiti il Coronavirus, ritenevamo tutti, fosse “un affare cinese” che non ci riguardava. Circolava da novembre del 2019 subdolamente e nessuno se ne era accorto. Col Covid la crisi delle attività economiche che abbiamo provato a sostenere e non ci siamo neanche sognati di poter chieder sostegni.

Sono francamente orgoglioso e felice di questa esperienza, faticosa quanto bella, sono 366 giorni (il 2020 è stato bisestile) che quotidianamente l’ho curato e seguito, ma non avrei fatto molto senza le mie adorabili e preziose collaboratrici e gli straordinari collaboratori. Una testata giornalistica cresce grazie alla qualità della scrittura degli articoli e la scelta degli argomenti, ma fa il salto di qualità se non è il giornale del direttore, ma della redazione allargata. Si allargata non ai soli redattori che faticano e pubblicano quotidianamente, ma agli editorialisti ed ai collaboratori occasionali. In poco siamo diventati una voce armonica e credo che i lettori l’avvertano e lo gradiscano. Intendiamoci voce armonica non significa “pensiero unico”: Quante volte avete letto lo stesso argomento affrontato da ciascuno di noi con un’idea di fondo diversa e un taglio differente. Ma tanto arricchisce un giornale, soprattutto se quelle differenze non producono contrasti o rivalità, ma si supportano, integrano e fondono fino a diventare pensiero comune e voce autentica di una struttura complessa.

Ho l’obbligo ed il piacere di ringraziare le più attive collaboratrici de lavocenews.it degli auguri per il mio compleanno.

Permettetemi di chiudere, gentili lettrici e cari lettori, ringraziandovi per averci sostenuti con la vostra costante e crescente presenza, e con una promessa. Siamo partiti dal nulla e siamo diventati qualcosa di serio ed apprezzato, una voce autorevole, ora si deve crescere. E’ un imperativo categorico.

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