Chiacchiere, Frappe o Bugie: tanti nomi per il dolce simbolo del Carnevale !
Cosa rende più festoso il Carnevale? Le chiacchiere, le frappe o come volete sono loro le regine indiscusse del Carnevale!
Nonna Camilla
Cambiano nome di regione in regione, ma una cosa hanno in comune: sono uno dei dolci più famosi di Carnevale.
Carnevale un po’ dimesso, anche lo scorso anno lo è stato, ma sembrava uno scherzo, vignette umoristiche, c’è stato anche chi si è vestito da “Virus”, ma quest’anno siamo tutti seri, abbiamo tutti avuto persone care interessate, conoscenti, anche dei morti con conseguenti tragedie anche per la tumulazione. Diciamo che un anno così vorremmo non ci fosse mai stato, oltre che dimenticarlo e purtroppo ci siamo ancora dentro e guai ad abbassare la guardia.
Però almeno un dolcetto casalingo lo meritiamo, alleggerisce l’atmosfera di grandi e soprattutto bambini per la loro forma piena di croccanti bolle. Ogni morso sa di allegria e di magia.
Non vi è dubbio che si tramandino da tempo immemorabile, evocano ricordi, aneddoti e profumi come quelli che si sprigionano in cucina quando vengono preparate. Vari sono gli aneddoti.
La tradizione romana, fa risalire “Le Frappe” alla Roma dei Cesari ed ai festeggiamenti legati ai Saturnali, ricorrenza legata a festeggiamenti in onore del Dio Saturno ed alla sua mitica età dell’oro. duravano dal 17 al 23 dicembre. Periodo fissato da Domiziano.
Si narra anche che sia stato un “desiderio” della regina Margherita di Savoia che chiese al cuoco di preparare un dolce per allietare sempre i suoi ospiti. Fu così che un tal cuoco Emanuele Esposito, di indubbie origini partenopee cercò di consolare quella regina carica di perle e di “corna”. Lei stessa dichiarava che ogni filo di perle rappresentava un’amante in più del suo re particolarmente esuberante, Vittorio Emanuele II, tanto da avere addirittura anche una seconda famiglia con la “Bella Rosina”. Quindi l’Esposito cercava di soddisfare i piccoli capricci della regina. Questa pasta frolla aromatizzate e zuccherata era ottima da sgranocchiare tra una chiacchiera e l’altra, un pettegolezzo e l’altro.
Ecco la ricetta per prepararle in casa: Ingredienti :
1 kg di farina 00, 150 g. di zucchero semolato, 200 g. di burro, 1 tazzina d’olio extravergine d’oliva, 4 uova, 2 tazze di anice, una bustina di vanilina o una grattugiata di limone, una bustina di lievito per dolci, 300 g. di zucchero a velo per la decorazione, olio di semi per la frittura (arachidi o girasole, non di semi vari, lascia retrogusto)
Procedimento:
Setacciamo la farina e disponiamola a fontana, uniamo man mano tutti gli ingredienti: lo zucchero semolato, il burro sciolto, l’olio, le 4 uova leggermente sbattute, l’anice, la vanilina o limone, il lievito per dolci, impastate tutto velocemente.
Quando otterrete un bel panetto liscio avvolgetelo nella pellicola trasparente e lasciatelo riposare per circa un’ora nella zona meno fredda del frigo. Trascorso questo periodo riprendete l’impasto e dividetelo in 4 parti.
Infarinate leggermente la spianatoia ed iniziate a stendere una prima sfoglia dello spessore che più vi piace. Ricordate che più lo spessore della sfoglia è sottile più la chiacchiera risulterà croccante e friabile.
Ritagliatele quindi nelle forme che volete, più a fazzoletto, più a nastro, più casuali ecc… proseguite sino ad esaurire l’impasto.
Fate riscaldare l’olio in una casseruola, quando sarà ben caldo iniziate a friggere le sfoglie, saranno necessari un paio di minuti per lato, pronte appena dorate. Scolatele ed adagiatele in una teglia foderata de carta assorbente. Appena raffreddate sistematele in una coppa o vassoio e spolverizzatele con lo zucchero a velo aiutandovi con un colino.
Solitamente è questo il momento in cui le case si impregnano del loro dolce profumo. La ricetta ha subito ben poche variazioni, c’è chi ha eliminato il burro, aumentando un po’ la dose dell’olio e c’è chi le inforna, invece di friggerle, ma al peccato di gola non rinuncia nessuno. Buona degustazione dalla vostra nonna Camilla.
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