“L’Ultimo Paradiso”
In programmazione da ieri su Netflix un film di Riccardo Scamarcio. “L’Ultimo Paradiso” ambientato e girato completamente in Puglia.
Maria Catalano Fiore
“L’Ultimo Paradiso”, ora su Netfix, è un film che Riccardo Scamarcio ha prodotto, scritto ed interpretato sotto la regia di Rocco Ricciardelli ambientato completamente in Puglia. O meglio nella sua Puglia, quella che precede il Tavoliere, ma con influssi murgiani e non distante dal mare. La sua Andria, tanto amata da Federico II.
Il Paradiso cos’è? E’ un luogo ideale dove vorrebbe vivere Ciccio, (Riccardo) il protagonista, inteso non come luogo che lui non ama realmente, anzi, ma come un luogo dove sussistono comportamenti ed un andamento di vita lento e molto retrogrado. La Storia è molto semplice, ambientata nel 1958. Ciccio (Francesco/Riccardo) coltiva olive nel suo paese del Sud, e lavora anche i campi. E’ sposato con Lucia, suo primo amore (Valentina Cervi) ma viene attratto da Bianca (Gaia Bermani Amaral), figlia del più ricco, proprietario terriero in zona, Cumpà Schettino (Antonio Gerardi), sfruttatore di manodopera e combattuto dallo stesso Ciccio. Cumpà Schettino, venuto a conoscenza della tresca decide di risolverla a modo suo, scatenando eventi che coinvolgeranno non solo le due famiglie ma il paese intero.
Siamo negli anni in cui c’è ancora la presenza e le forti rivendicazioni di Giuseppe di Vittorio (Cerignola 1892-Lecco 1957), sindacalista, politico ed antifascista della zona. Uno dei più autorevoli esponenti sindacali del secondo dopo guerra. Quindi le questioni personali si intrecciano con le rivendicazioni dei contadini e con l’ansia di un rinnovamento che non si realizzerà certo con “L’ Ente Riforma Rurale”. Con le variazioni di coltivazione ed il passaggio dalla redditizia coltivazione del grano, il “Tavoliere delle Puglie “, da risorsa granaria nazionale e oltre, trasformata in una eccessiva produzione di pomodori che porterà all’emigrazione dei nativi e ad un insediamento del “caporalato” e, poi, delle colonie di braccianti stranieri.
Seri problemi che avevano già attecchito nel Salento, dove comunque a tutt’oggi ancora resistono le Ricche famiglie latifondiste, ed un lavoro sommerso e sottopagato.
E’ un film da inquadrare storicamente per comprendere le scelte dei protagonisti. Gente che ama la propria terra, ma è combattuta dal desiderio di riscatto sociale e di poter operare scelte libere. La Pellicola è stata girata completamente in Puglia e proprio nei luoghi interessati dalla vicenda.
Precisa Riccardo Scamarcio: “Ho ritrovato molte cose in questo film, la lotta di classe, la voglia di scappare, ma anche la nostalgia dei propri luoghi e delle radici anche se, io in realtà le mie non le ho mai lasciate (ndr. in effetti vive più con la famiglia ad Andria che a Roma). Gli italiani il giro per il mondo sono oltre 60 milioni: guarderanno questo film e si ritroveranno in tante situazioni, come è successo a me di ritrovare episodi e dinamiche vissute da bambino”.
Riccardo Scamarcio si dimostra sempre più maturo ed attore ormai consolidato, capace di scegliersi personaggi e ruoli e farli propri.
A noi pugliesi non resta che riflettere se è stato un bene emigrare per lasciare posto alla “manovalanza” e se un Governo scellerato non ha penalizzato le nostre terre “Granaio d’Italia”, ed imponendo anche un assetto industriale (esempio eclatante Taranto) che ha sconvolto habitat, tradizioni, e ci ha portato un momentaneo benessere, ma ha arricchito sempre di più solo i già ricchi ed ha portato anche ad un inquinamento alle volte letale.
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