Torino: muore in strada senzatetto
Il corpo trovato nel dehors di un bar.
La Redazione
Da quando aveva perso il lavoro, e poco dopo l’alloggio, si rifugiava per passare le notti in un dehors di un bar del centro di Torino. Nulla di che. ma almeno un tetto per difendersi dalla pioggia sotto i palazzi lussuosi di corso Re Umberto.
Mustafa, cinquantanovenne di origini marocchine, ormai senza fissa dimora, è stato trovato stamane morto.
Un malore, il freddo, gli stenti della vita in strada. le probabili cause, che dovranno essere accertate dall’autopsia. Si rinfiamma il dibattito sugli ‘ultimi’ e sull’inderogabile necessità di aiutarli adeguatamente, mentre non si erano ancora spente le polemiche per lo sgombero di alcuni clochard dal centro del capoluogo piemontese. Questione d’immagine, di decoro di una città in una società che non si accorge che costringere gente a quella vita è quanto di più inumano ed indecoroso si possa concepire.
Mustafà era un uomo gentile ed educato, che aveva lavorato come fioraio, dapprima in un vivaio di Pecetto, poi al mercato di San Secondo. “Non chiedeva l’elemosina” dicono di lui gli ambulanti di San Secondo “Una persona perbene, distinta, conosceva almeno cinque lingue“.
Persa la casa era vissuto prima in auto, poi, persa anche quella, era finito a vivere e dormire in strada.
La sua scomparsa riaccende un dibattito serio sugli ultimi, gli invisibili. Non è degno di una società che si vuol definire civile nel terzo millennio non mettere nelle priorità i bisogni di costoro.
Il Vescovo di Torino ha chiesto giustizia per quest’uomo che in vita non ne ha avuta nemmeno un briciolo. Ma estremamente toccante ed incisiva la sintesi della Comunità di Sant’Egidio: ” E’ stata una morte evitabile, che chiede di non essere classificata come fatalità o, persino, come libera scelta”.
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