Il punto sulla crisi.
Tutto bene? Non proprio e non per tutti.
GP
Che la crisi stia per risolversi e Mario Draghi possa andare al Colle a sciogliere la riserva e sottoporre al parere di Sergio Mattarella la lista dei Ministri oggi viene confermato dagli incontri odierni del presidente incaricato. Regioni e parti sociali, cioè sindacati ed organizzazioni datoriali, ma ancor prima le associazioni che riuniscono le banche e le assicurazioni. I temi all’odg degli incontri odierni licenziamenti, cig e ristori. La tattica dell’ex Presidente della Bce non muta. ancora sempre più ascoltare che parlare. Capire fino in fondo la posizione e le istanze degli interlocutori, Le risposte vere ed approfondite le troveranno nel programma del Governo Draghi e nel suo concreto operare, non nell’interlocuzione odierna.
Inattesa si + scatenata la bagarre tra i cinque stelle, tanto che Grillo è dovuto ridiscendere da Roma anche per il secondo giro di consultazioni e soprattutto per rinviare il voto della base sulla piattaforma Rousseau. Si farà così, la parola e le decisioni di Beppe Grillo sembrano essere l’unico punto fermo per i pentastellati, ma trovano in questo caso una forte resistenza ad opera di Alessandro Di Battista. Quest’ultimo in realtà si fa forte di dare voce all’ala vicina a Davide Casaleggio, che ufficialmente però nega qualsiasi tensione o semplice diversità di vedute con Grillo. E Grillo invita i pentastellati turbolenti ad un attimo di pazienza. Riferisci di aver detto “No alla Lega” nel colloquio con Draghi ed aver avuto in risposta: “Vedremo”. Si voterà sulla piattaforma Rousseau, stessero tutti tranquilli, ma sarà opportuno farlo solo prima del voto parlamentare sul Governo Draghi, quando programmi ed equilibri del governo saranno ben chiari e non solo illazioni e deduzioni di ciascuna delle parti in cui il movimento appare oggi diviso. Questa la decisione imposta prudentemente da Grillo.
E la decisione finale dei pentastellati e l’eventuale scissione ove la decisione maggioritaria non dovesse essere accettata dalla minoranza pesa notevolmente negli equilibri politici all’interno del futuro Governo. YouTrend e Cattaneo Zanetto & Co, hanno prodotto una stima sul peso nel governo Draghi della coalizione di centrosinistra, quella intorno al Conte due per intenderci, che sarebbe il socio di maggioranza col 53-59% alla Camera 53-59 e 51-575 al Senato. Il centrodestra si fermerebbe al 39-45% alla Camera, e al 40-46% per cento al Senato. L’oscillazione del dato, non consueto nelle stime, precisano i sondaggisti è dovuto al fatto che sono calcolati su tre ipotesi: prima nel quale il Movimento 5 Stelle vota compatto la fiducia, seconda il 20 per cento dei parlamentari esce dal Movimento e vota contro il Governo, e terza ed ultima, ritenuto assai meno probabile, se la componente “ribelle” arrivasse al 40 per cento circa. Previsioni sulla base delle attuali alleanze che s’invertono considerando i dati aggregati dei partiti come presentatisi alle ultime elezioni politiche. In tal caso primo risulterebbe il centrodestra.
Questa, va precisato, non è una mera esercitazione statistica, in pratica ininfluente. Sarà fondamentale, innanzitutto, nelle elezioni del Presidente della Repubblica previste per il 2022, ma non tanto nel prossimo Consiglio dei Ministri, quanto nel Parlamento sarà non poco determinante nella scelta delle priorità dei temi da affrontare, fermo restando che Mario Draghi sa benissimo che un governo di Unità nazionale, quale quello che il perimetro che sembra abbia scelto determina, fermo restando le priorità e gli interessi del Paese, deve col bilancino di precisione equilibrare le concessioni ai partiti ed alle squadre di partiti.
Certo la maggioranza del Governo Draghi non è quella risicata del Conte II, ma l’equilibrio tra i partiti della maggioranza è il segreto della durevolezza o meno di un governo e sia il Conte uno che il Conte due c’insegnano che quando per una ragione qualsiasi quell’equilibrio di rompe si crea un vulnus che, per quanto ci si sforzi, non si riesce a riempire e occorre voltar pagina e percorrere nuove strade,
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