Trump assolto. Democrazia umiliata.
Solo 7 repubblicani hanno votato per l’impeachment insieme ai Dem.
GP
Brutta pagina è stata scritta dal Senato statunitense, una pagina che condanna i repubblicani, che non sono stati capaci di assolvere al proprio ruolo di giudici ed hanno anteposto al dovere imposto dalla costituzione e dal ruolo, quello di uomini di parte e di partito.
L’impeachment ha ricevuto 57 voti a favore e 43 contrati. Sette repubblicani hanno votato a favore. Occorreva in Senato la maggioranza di due terzi per essere approvato, cioè 67 voti a favore della condanna, Purtroppo il giudizio non è stato tale, basato cioè sui fatti e sulle prove, ma influenzato negativamente dall’appartenenza politica.
La prova provata di quanto fin qui sostenuto l’ha fornita su un piatto d’argento il leader della minoranza al Senato. Mitch McConnell, a capo del Gop ( «Grand Old Party») al Senato, ha dichiarato di aver votato contro l’impeachment, nonostante la convinzione che l’ex presidente fosse responsabile di aver istigato l’insurrezione a Capitol Hill. “È responsabile”, ha dichiarato in Aula, subito dopo aver votato contro l’impeachment. Ha tentato di nascondere il suo essere uomo di partito, piuttosto che Senatore degli Stati Uniti, sostenendo di ritenere incostituzionale il procedimento, trattandosi di ex presidente e non di presidente in carica. Ma il Senato aveva appena dichiarato la costituzionalità del procedimento. Utilizzare questa scappatoia da parte di McConnel, significa agire in disprezzo di una decisione del Senato e ricadiamo daccapo nello stesso problema. Secondo alcuni media statunitensi le parole di McConnel potrebbero preludere ad un’inchiesta penale su Trump per l’assalto al Congresso.
Durissima Nancy Pelosi, speaker dem della Camera. Riferendosi a McConnell ha parlato di “un comportamento patetico” e dei repubblicani come di “un gruppo di codardi che hanno avuto paura di fare il loro lavoro rispettando l’istituzione in cui servono”.
Il dem Jamie Raskin, capo dell’accusa a Trump, aveva chiuso l’arringa avvertendo i Senatori “questo voto è quasi certamente come sarete ricordati dalla storia. Un’assoluzione metterà il Paese su una strada pericolosa: è questa l’America? Quale America sarà? Questo è ora letteralmente nelle vostre mani”.
Trump, naturalmente esulta: “Con l’assoluzione nel secondo processo d’impeachment, è finita una “caccia alle streghe. ” Rilancia la sua presenza in politica: “Il nostro storico, patriottico, bellissimo movimento per Rendere l’America di nuovo Grande (Make America Great Again, MAGA) è solo all’inizio, nei prossimi mesi avrò molto da condividere con voi e sono ansioso di proseguire insieme questo nostro incredibile viaggio per la grandezza dell’America e per tutta la nostra gente. Non c’è mai stato nulla di simile”.
Impedendo l’impeachment i repubblicani gli permettono di ricandidarsi a presidente nelle elezioni del 2024 ed in realtà hanno dato a Trump la possibilità di sottrar loro i non pochi voti dell’estrema destra, di quelli dell’assalto a Capitol Hill. Complimenti per la miopia politica.
Perentorio il giudizio di Joe Biden: “È un triste capitolo della nostra storia che ci ha ricordato che la democrazia è fragile e va sempre difesa. Dobbiamo sempre essere vigili”, la violenza e l’estremismo non hanno posto in America. E tutti noi abbiamo il dovere e la responsabilità da americani e soprattutto da leader, di difendere la verità e sconfiggere le bugie. Sebbene il voto finale non abbia portato alla condanna, la sostanza dell’accusa non è in discussione, anche i contrari alla condanna, come il leader della minoranza al Senato, Mitch McConnell, ritengono che Trump fosse colpevole di sciagurata rinuncia al dovere e responsabilità morale e pratica nel provocare la violenza scatenatasi sul Campidoglio”.
Trump si godrà dunque il suo momento di effimera gloria. Se sarà poi sottoposto o meno a giudizio penale per l’assalto a Capitol Hill si vedrà, ma resta nella storia americana come il peggior presidente di sempre. In chiusura di questo articolo vorrei ricordare come la sorella di Donald Trump, che lo conosceva meglio di tutti, descriveva il fratello. Quel quadro ce l’ha donato la nipote che ha raccolto i giudizi materni in un libro. Veniva descritto come un giovane uomo cattivo, estremamente vendicativo, ignorante al punto di non aver mai letto un libro, un vero e proprio bullo seriale. A ben riflettere i quattro anni della presidenza Trump ci hanno confermato quella descrizione: ha isolato l’America attirandosi l’odio di tutti gli ex alleati e dialogando col solo Putin, in fondo non tanto diverso da lui, ha consigliato agli americani di fronteggiare il Covid ingerendo candeggina, ha mentito sistematicamente su tutto, pochi suoi collaboratori lo sono rimasti fino in fondo. Ciò che stupisce, ma a ben vedere non poi tanto, e come una simile nullità possa diventare l’uomo più potente del mondo, il Presidente degli Stai Uniti. E questo ci riporta ai problemi di una società che bada più all’apparire che all’essere, in cui da tempo i sani valori del coraggio, della lealtà e della probità, sono stati scalzati da viltà, astuzia e pochi scrupoli. Un discorso complesso che affronteremo necessariamente, ma non oggi.
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