Sci: Piana di Vigezzo apre gli impianti.
Ed il Governatore Cirio, anzichè stigmatizzare il comportamento, attacca Speranza.
GP
Siamo all’apoteosi del campanilismo, che non si capisce perchè, anzi spero di non capire, la presenta a palazzo Chigi di Draghi sembra aver vivacizzato a dismisura.
A Piana di Vigezzo, 1.720 metri nel Comune di Craveggia (Vco), nell’omonima valle Vigezzo, in alta Ossola, regione Piemonte, in totale disprezzo di quanto previsto dall’ordinanza del Ministro della Salute, Roberto Speranza, che rinvia al 5 marzo l’apertura degli impianti sciistici per dilettanti, l’impianto di risalita viene aperto.
Luca Mantovani, uno dei titolari della società che gestisce gli impianti nella valle piemontese a ridosso del Canton Ticino, così commenta: “Ancora venerdì la Regione ci aveva assicurato l’apertura e noi abbiamo predisposto tutto, in sicurezza, per riaprire. E così lo abbiamo fatto”.
Gli fa eco il governatore sabaudo Cirio che parla di mancanza di rispetto da parte di Speranza, e chiede che intervenga Draghi: “Fuori dai palazzi romani c’è un mondo reale, fatto di persone reali che hanno assunto dipendenti, han fatto contratti, venduto skypass. Ci sono famiglie che, viste le vacanze, hanno preso ferie per portare i figli in montagna. Persone di cui il ministro Speranza ha dimostrato di non avere rispetto. Voglio vedere l’ordinanza del ministro Speranza come l’ultimo atto del governo Conte; non posso, non voglio vederlo come primo atto del nuovo governo Draghi, a cui mi rivolgo perché la tutela del mondo reale passi dalle parole dei mesi passati ai fatti di oggi. Il Piemonte è sempre stato una regione rigorosa e prudente, certi che la tutela della vita venga prima di qualunque interesse, ma la decisione di ieri sera alle 19 è basata su dati tecnici, su numeri di contagio, che Roma aveva da mercoledì. Hanno aspettato fino a domenica a bloccare l’apertura dello sci, dopo che lo scorso 4 febbraio lo stesso Cts aveva autorizzato la ripresa. I dubbi sono legittimi, ma mi chiedo se non si poteva farlo prima, le stazioni sciistiche che avevano ancora quattro soldi li hanno spesi per la ripartenza che oggi non c’è stata. Stiamo parlando di quella che per il Piemonte è la prima azienda turistica”.
Alberto Cirio, da Governatore del Piemonte probabilmente si sente erede diretto di quei Savoia che conquistarono l’Italia imponendo dazi e gabelle agli sconfitti, depredandoli di ogni avere e spesso anche delle vite di chi non pagava quanto ritenuto sufficiente. Solo così si può spiegare un Governatore di una Regione che fa parte dello Stato Italiano che anziché commentare e condannare un reato commesso da un imprenditore del suo territorio se la prende con chi si è preoccupato della salute dei cittadini italiani tutti, piemontesi inclusi. Naturalmente chi ha avuto la bontà di leggere alcune pagine del giornale di oggi si sarà accorto che si tratta di un’operazione messa in piedi dalla Lega e ben coordinata che ha visti protagonisti Salvini, Giorgetti, Garavaglia, Fontana e Toti. E l’appello a Draghi, contrapponendolo a Conte, è di una meschinità deplorevole.
Mi auguro che francamente Mario Draghi comprenda quanto sta avvenendo e prenda le opportune e drastiche contromisure, viceversa riuscirà alla perfezione il disegno di far cadere anche lui e costringere Mattarella alla famosa “via primaria” per Salvini, le elezioni. La storia si ripete. Il cavallo di Troia nel governo Conte II, si chiamava Matteo Renzi, quello nel governo Draghi, sempre Matteo ma di cognome fa Salvini. Come può essere? Molto semplice se Draghi non li neutralizza subito, tutti i partiti che lo sostengono uno alla volta salutano e se ne vanno a far compagnia all’opposizione e Draghi con la Lega e Forza Italia, si ritroverà con in mano il classico pugno di mosche. Non è difficile capirlo, basta conoscere bene Salvini. L’improvvisa conversione da No a Draghi a Viva Draghi ha convinto solo gli sprovveduti.
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