Maxiprocesso a Messina per fondi Ue e Mafia.
97 imputati e 26 parti civili.sono dati che rendono l’idea della complessità.
GP
Si è avviato oggi nell’aula bunker di Messina il maxiprocesso alla mafia dei Nebrodi. Numeri che danno la dimensione della vicenda 97 imputati a giudizio del tribunale di Patti tra boss, insospettabili professionisti e picciotti dei clan tortoriciani.
Ai 97 vanno sommati 9 imputati che hanno optato per il rito abbreviato e vengono giudicati separatamente. Nel maxiprocesso già costituite 26 parti civili.
Tutto ha avuto inizio da un’inchiesta della Dda (Direzione distrettuale antimafia di Messina), guidata dal procuratore Maurizio De Lucia, che ha decapitato la mafia dei Nebrodi scoprendo una truffa ai danni dell’Ue che ha fruttato alle casse malavitose milioni di euro di fondi europei.
La truffa-affare all’Ue fu ideata dai clan di Tortorici, paese di residenza delle famiglie dei Nebrodi, dei Batanesi e dei Bontempo Scavo, messa in atto con l’indispensabile aiuto di funzionari dei Centri Commerciali Agricoli (CCA) e di un notaio. Grazie ai primi ed al secondo sono confluiti fiumi di denaro dai contributi europei per l’agricoltura,
Gli stessi funzionari aiutavano a redigere le richieste che poi istruivano loro stessi. Nessun intoppo nessun rischio di controllo o di pratiche respinte o peggio sospette.
Da segnalare che parte dei finanziamenti venivano tranquillamente fatti accreditare su conti esteri di paesi dove la legislazione bancaria è meno stringente per evitare il rischio di segnalazioni da parte di qualche funzionario più diligente,
Tutto studiato alla perfezione, ma siccome il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi la truffa è stata svelata ed ha permesso alla procura di Messina di assestare un preciso colpo alla mafia.
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