L’AVVOCATO un mito
Oggi, 12 marzo, avrebbe compiuto 100anni, s distanza di quasi 20 anni dalla sua scomparsa continua ad essere lui LA FIAT e un modello comunque siano andate le cose.
Maria Catalano Fiore
A 100 anni dalla sua nascita Gianni Agnelli resta comunque un mito certo ed intramontabile. Il suo stile elegante inutilmente copiato da radical scic, era innato. Quel suo portare l’orologio sul polsino in tutti da cafoni, in lui scic eppure nasceva dalla logica di non rovinare il polsino della camicia. Non era da tutti portare il gilet o maglioncino di lana sotto l’abito di sartoria, ma lui lo ha sdoganato, la cravatta con il nodo storto, in lui era fascion, le scarpe slacciate, perché era stato ore in piedi, le camice di jeans con le maniche arrotolate e tanti dettagli, in lui erano dettagli spontanei. Non ha avuto vita facile, ma ha saputo cavalcare un secolo di grandi mutamenti.
Parlare di un uomo non è mai facile, vorrei estromettere fattori politici, ed economici, parlare di un uomo con i suoi problemi, i suoi difetti da uomo normale e di qualche disgrazia che non gli è certo mancata….ma sarà per sempre L’Avvocato, cosi come suo nonno, fondatore della Fiat resta “il senatore”.
Marcello Veneziani, giorni fa sulle pagine de “La Verità” lo definiva “L’autobiograFiat” della nazione. E’ indubbio che la Fiat ha preso molto più di quanto ha dato al nostro Paese, ammaliato da re Gianni e con l’editoria ai suoi piedi. L’azienda lui l’ha trovata, ma è stata dura mandarla avanti su standard molto azzardati e con una dirigenza più sciolta e vicina alla base. Forse questo il segreto del suo carisma.
Si è vero, l’azienda c’era, ma impostata diversamente ed in mano a suo nonno Giovanni Francesco Luigi Edoardo Agnelli (Villar Perosa1866 – 1945). E’ lui l’imprenditore e senatore dello Stato Italiano, tra i fondatori della FIAT di cui diventa parte fondamentale. E’ lui che, figlio di Edoardo, eredita dal nonno Giovanni, dei vasti terreni che decide di convertire in capannoni ad uso industriale e metterli a disposizione (ovviamente con i dovuti introiti ) alla ditta appena costituita. Nel 1899 ne diventa Presidente. E’ un uomo duro ed autoritario, anche con il suo unico figlio Edoardo (1892-1935)
Edoardo appena laureato, parte per il fronte della prima guerra mondiale, nessuno in famiglia si è mai esentato da svolgere servizio militare attivo. Il Gen. Cadorna, lo prende come suo autista. Lo salva dalla mattanza. Rientrato è subito nominato Vice Presidente Fiat.
Oscurato dalla imponente figura del padre, dotato di fervida intelligenza e di lungimiranza, parte spesso per controllare l’andamento delle fabbriche automobilistiche in Europa ed America e trarre deduzioni ed idee. E’ anche un valido sportivo, con lui la Juventus diventa una squadra realmente importante, fonda persino la stazione sciistica del Sestriere. Purtroppo un incidente aereo gli stronca la vita a soli 43 anni. Sposato con Virginia Bourbon del Monte hanno ben 7 figli. Ama, da figlio unico, le famiglie numerose dove c’è più affetto e solidarietà.
I suoi figli Clara. che sposa il Principe von Fustemberg; Gianni che sposa Marella Caracciolo, come vedremo; Susanna che sposa, in prime nozze Urbano Rattazzi, ministro ed ha 6 figli; Maria Sole; Cristiana che sposa un Brandolini d’Adda; Giorgio, scapolo muore nel 1965; l’ultimo Umberto che sposa Antonella Bechi Piaggio, poi, in seconde nozze Allegra Caracciolo, cugina della cognata. Suo figlio è l’unico attualmente a portare il cognome degli Agnelli.
Gianni nasce a Torino il 12 marzo 1921, prende il nome Giovanni dal forte nonno che tutti chiamavano “il Senatore”. La scomparsa prematura del padre, quando è appena adolescente lo carica di di un pesante fardello ed anche degli screzi tra il nonno accentratore e sua madre. Una responsabilità non da poco appesantita dall’educazione militare del nonno che lo porta ad essere indisciplinato ed irrequieto fuori delle mura di casa (come racconta sua sorella Susanna Agnelli in “Vestivamo alla marinara”) e a restare spesso a Roma, dove la madre ha preferito trasferirsi, più vicina alla sua famiglia d’origine.
Per volere del nonno, dopo la maturità, si reca a Detroit, New York e Los Angeles, per conoscere di persona la vita, le realtà, le industrie americane. Non si sottrae all’obbligo militare e la seconda guerra mondiale lo porta prima in Russia poi a Tunisi. Il nonno riesce a salvarlo dal 25 aprile coprendolo a Torino. Qui completa il corso di Laurea in Giurisprudenza.
L’improvvisa scomparsa della madre e del nonno tra il novembre e dicembre 1945 lo segnano profondamente. E’ solo. Erede di una immensa industria, che deve mandare avanti, in un momento così difficile. Si fa dare una grossa mano da Vittorio Valletta, che sino alla sua rinuncia sarà un egregio aiuto per la conduzione di tutto. Si fa nominare Sindaco di Villar Perosa, la località della Val Chiusone dove c’è la residenza e le radici della famiglia Agnelli.
Nel 1946 inaugura quella che le cronache descrivono ” Jeuvinesse dorèe” spesa nei luoghi di ritrovo dell’Alta Società internazionale. All’epoca le cronache si compiacciono di rappresentarlo come uno dei maggiori rappresentanti della vita dorata cosmopolita a fianco di celebrità. In realtà “Villa Leopolda” sulla Costa Azzurra, ereditata dalla madre, è utilissima per ospitare ed intrecciare legami importanti.
Una lunga relazione con Pamela Digby, ex nuora di Wiston Churcill, lo aiuta non poco. Agli anni 50 risalgono le relazioni con i vari fratelli Kennedy, cementate poi negli anni 60. Sia John F. che i fratelli Robert ed Eduard lo introducono poi nelle amicizie di David Rockefeller.
Tra Costa Azzurra e New York emerge anche la sua passione di intenditore d’Arte, soprattutto contemporanea. Sue anche opere molto importanti: Matisse, Picasso, Turner, Balthus. Sua figlia Margherita seguirà questa passione diventando anche pittrice.
Nel 1953 sposa Marella Caracciolo di Castagneto, dal matrimonio nascono Edoardo nel 1954 e Margherita nel 1955.
Il suo nome si afferma come imprenditore, in Italia, solo durante gli anni 60 quando la Fiat cavalca i desideri degli italiani in pieno Boom economico. La distribuzione, commercio e poi produzione Fiat si espande in Russia, ma anche in Francia, Spagna, America Latina, Turchia. Nel 1963 diventa Amministratore Delegato Fiat.
Per quanto riguarda il resto e le polemiche politiche o sociali, lascio a gente più qualificata, mi limito alla cronaca. L’Avvocato era assai invidiato, soldi, donne, frequentazioni internazionali, da Jacqueline Kennedy a Henry Kissinger. Altri imprenditori cercano, invano di imitarlo, ma aveva una cortesia innata con chiunque lo fermasse, non si negava a nessuno, anche ad interviste all’ora di pranzo. A Villa Frescot, la sua abitazione torinese si pranzava in modo semplice, niente si particolare, una pasta, del formaggio o prosciutto e mezzo bicchiere di vino, non amava stare a lungo a tavola, veniva da una austera e sobria educazione sabauda.
Nel 1966 nasce anche una Fondazione Agnelli accolta però con diffidenza dalla stampa, nonostante i buoni rapporti e le telefonate mattutine di informative. La Politica gli interesserà per tutelare i suoi interessi. Era un abilissimo mediatore, aveva l’arte di sapersi servire degli altri. Era molto curioso e la gente si scioglieva. Domani (mdr. oggi per chi legge) su “Venerdi di Repubblica” una intervista a Lapo Elkann, su “La Stampa” a John Elkann, designato proprio dal nonno come guida dell’impero Fiat. La TV trasmetterà uno speciale su Tg2Dossier
Certo L’Avvocato non è stato molto fortunato in famiglia, molto uniti si, ma con molte disgrazie che lo hanno segnato e condizionato profondamente. La morte del padre, del nonno e della mamma, di un fratello, Giorgio, morto nel 1966, dopo una malattia. Attaccatissimo al fratello Umberto come a cercare di proteggerlo.
Purtroppo, Edoardo il suo primogenito la mattina del 15 novembre 2.000 viene trovato cadavere ai piedi di un viadotto della strada Savona – Torino. Suicidio la conclusione delle indagini, ma con molti punti oscuri, e precedenti travagliati. Aveva solo 46 anni. Emergerà addirittura una matrice sciita. Edoardo studioso di arte e filosofia, era un esteta, forse convertito, forse no, un dubbio su voler evitare che questa eredità cadesse nelle sue mani? Certo è che la sua effige è esposta nel museo dei martiri Sciiti, sul muro dei martiri stranieri.
Quel giorno la notizi si diffonde prima in fabbrica dove tutti calano in un silenzio di tomba. Solo dopo parecchie ore sarà informata la famiglia di questo sfortunato erede dell’impero più potente del paese. Gianni che dalla sua rigida educazione militaresca aveva imparato che anche davanti al dolore bisognava ostentare disinvoltura, davanti alla bara del figlio ha un crollo che si scioglie in pianto irrefrenabile. I suoi occhi di marmo si sciolgono definitivamente. Morirà tre anni dopo, lasciandosi andare mano mano in una inedia, ben occultata.
Nel frattempo valuta tutti i pro e i contro per una sua successione, lasciando istruzioni lucide e designando John Elkann, figlio primogenito di Margherita come nuovo Presidente. John ha poco più di 20 anni, Margherita difende i suoi 8 figli, nati da due matrimoni, tutto si sistema, Lapo Elkann firma una rinuncia concordando un lauto indennizzo. Senza clamori, i panni sporchi si lavano in casa….
Margherita Agnelli, ha sempre condotto una vita discreta, lontano dal clamore della famiglia. 8 figli da due mariti diversi e l’abitudine di essere cittadina del mondo. Di lei non si sa molto, però non era presente alla messa in suffragio del padre, al funerale dello zio Umberto, ed anche un po’ restia a partecipare alle nozze di suo figlio John con Lavinia Borromeo. Episodi che, ovviamente hanno generato pettegolezzi, ma non più di tanto. Margherita vive in una villa sul Lago di Ginevra lontana da tutti. Lei scivola elegantemente sul termine “incomprensioni”. Generalmente o dipinge o si occupa d’arte. L’avvocato le aveva rilevato uno studio a Parigi ed aveva molti dei suoi quadri in casa e soprattutto in camera da letto. La sua villa è, come ovvio, piena di quadri ed ha un grande studio annesso. I suoi figli sono molto uniti tra di loro, come tutti gli Agnelli. Il suo primo marito è il noto giornalista e scrittore Alain Elkann; il secondo Serge de Pahlen è Direttore degli affari internazionali Fiat dal 1985.
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