Letta eletto Segretario del Pd.
Un plebiscito di voti lo incorona al vertice del Partito democratico.
GP
Ottocentosessanta voti a favore, due contrari e quattro astenuti è il risultato della votazione che ha reso Enrico Letta nuovo Segretario nazionale del Partito Democratico, dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti.
Prima di entrare nel merito dei problemi e dei programmi, Enrico Letta ha dedicato il primo passaggio del suo discorso a ringraziare il suo predecessore, assicurando la platea che in fututo i due lavoreranno inseme per il rilancio o la rinascita se si vuole del Pd.
La parole di Nicola Zingaretti non lasciano dubbi in proposito. Al Pd serve, come ad una novella Fenice, di rinascere dalle ceneri. E Letta lo dice in modo meno deciso e più sfumato, ma non si discosta poi tanto dalle conclusioni di Zingaretti. Servirà non un nuovo segretario per risolvere i problemi ma un nuovo Pd.
Ma ripercorriamo il suo intervento odierno.
“Sono stati giorni complessi e complicati. Ringrazio e saluto Nicola Zingaretti: a lui mi lega lunga e grande amicizia. Un rapporto importante di sintonia. Abbiamo fatto tante cose insieme e tante cose insieme faremo. Ti ringrazio di avermi cercato: lavoreremo insieme, è un onore succederti. Abbiamo un carattere abbastanza simile, ci capiamo al volo“.
” Centomila morti, è scesa la speranza di vita, drammaticamente e per la prima volta nella storia recente del paese, la solitudine, lo smarrimento, le famiglie che hanno perduto i loro cari. Il mio pensiero va al personale sanitario, ai rappresentanti dello Stato, la loro dedizione è stata ed è fondamentale. Penso al mezzo milione di italiani che hanno perso il lavoro, a loro noi guardiamo cercando le migliori soluzioni per il loro futuro. Mi viene in mente la frase di Papa Francesco che dice che vorrebbe un mondo che sia un abbraccio fra giovani e anziani. Da solo nessuno si salva. Ce lo ha detto il Papa”.
“Vorrei che oggi la discussione non si chiudesse ma iniziasse. Domani presenterò un vademecum di idee da consegnare al dibattito dei circoli per due settimane. Ne discutiamo insieme e poi facciamo sintesi in una nuova assemblea. Lo stesso fatto che sia qui io e non una segretaria donna dimostra che esiste un problema sulla parità di genere. Io metterò al centro il tema delle donne: è assurdo che sia un problema”.
“La caduta dalla pandemia avrà lo stesso effetto che ebbe per me e per la mia generazione la caduta del muro di Berlino. E quando cadrà la pandemia, deve essere festa come fu allora. E’ l’anno piu’ buio della nostra storia repubblicana, è’ il peggiore anno della nostra storia repubblicana. Centomila morti. E’ scesa la speranza di vita. Gli anziani soli, lo smarrimento. Noi siamo vicini alla liberazione. Sappiamo che fino all’estate ci aspetteranno nuovi lutti e sofferenze. Ma siamo di fronte a uno sforzo finale e speriamo che la liberazione che avverrà, avverrà grazie alla scienza, al vaccino e alla cooperazione tra paese, ricercatori e istituzioni. Noi del Pd siamo per il primato della scienza, lo rivendichiamo con orgoglio. L’immagine è quella di Sergio Mattarella cui va il mio saluto più affettuoso. La sua foto in fila che si vaccina è l’immagine della speranza”.
Mi candido a nuovo segretario ma so che non vi serve un nuovo segretario: vi serve un nuovo Pd. Progressisti nei valori, riformisti nel metodo e radicalità nei comportamenti tra di noi. Noi come il Pd abbiamo il dovere di esserci, non con lo sguardo al nostro ombelico ma nella società.
Poi l’attenzione si sposta sull’Europa, ma prima a due considerazioni personali: “Jacques Delors, sempre ottimista, mi ha dato una lezione di vita straordinaria e di Romano Prodi, inutile dirvi quanto mi lega a lui. Arrivo da persona libera”, dopo aver lavorato fuori dalla politica ma i talenti di qui valgono, chi ha fatto politica ha un talento da giocarsi fuori. Lascio gli incarichi retribuiti ma tengo la presidenza dell’istituto Delors. Ho ricevuto più messaggi in pochi giorni che in sette anni, ma la vita è fatta così. Non avrete qui un segretario che arriva sulle ali dell’esaltazione di tutti quelli che oggi lo osannano”.
L’Europa è la nostra casa e l’Europa del 2020 è quella che ci piace con al centro la solidarietà il lavoro ed il pilastro sociale. Ma dobbiamo cambiare ancora l’Europa e fare quelle scelte che migliorino la democrazia europea. Dobbiamo essere il partito dei giovani. Se non riusciremo a coinvolgere i giovani io avrò fallito il mio obiettivo. Voglio mettere in piedi una Università democratica, mettere insieme tutte le energie e le forze che dobbiamo avere. Partecipazione per me è la parola chiave: ho intenzione di lavorare come segretario Pd con questo tema della partecipazione. Un partito, che dovrà mettere insieme l’anima e il cacciavite e che dovrà puntare sui giovani, arrivo con i giovani nel cuore. Noi non dobbiamo essere la Protezione civile della politica, cioè il partito che è costretto ad andare al potere perché se no gli altri sbandano. Perché se lo facciamo diventiamo il partito del potere. Si vincono le elezioni se non si ha paura di andare all’opposizione. Dobbiamo fare un partito che abbia le porte aperte. L’apertura sarà il mio motto: spalanchiamo le porte del partito. Sbaglierò ma questo passaggio mi suggerisce che Letta ha ben memorizzato, dopo averlo condiviso, il recente appello delle Sardine.
Durante il governo Draghi voglio rilanciare lo ius soli, è una norma di civiltà. Io sarei molto felice se il governo di Mario Draghi, di tutti insieme, senza polemiche, fosse quello in cui dar vita alla normativa dello ius soli, la legge sulla cittadinanza. Voglio fare una battaglia sul voto ai 16enni, anche se so una battaglia divisiva, complicata, ma dobbiamo allargare il peso dei giovani nella società. Dobbiamo pensare che abbiamo vinto e governato quando abbiamo fatto coalizione. Quando siamo andati per conto nostro abbiamo perso. Nel 1996 e 2006, eravamo guidati da Prodi. La coalizione è fondamentale: io ci credo. Ad aprirsi ci si guadagna sempre. Dobbiamo costruire un nuovo centrosinistra, su iniziativa e leadership del Pd. Parlerò nelle prossime settimane parlerò con tutti. L’incontro col Cinque stelle guidato da Conte lo dobbiamo fare, sapendo che non sappiamo ancora come sarà quel M5s. Arriveremo con rispetto a ambizione. Parlerò con tutti coloro che sono interessati a un dialogo: parlerò con Speranza, con Bonino, con Calenda, con Renzi, con Bonelli, Fratoianni, con tutti gli altri possibili interlocutori anche nella società.”
L’assemblea nazionale del Pd ha poi votato Walter Verini tesoriere nazionale del Partito democratico con 775 voti favorevoli, 4 contrari, 23 astenuti.
Nel formulare i migliori auguri di buon lavoro ad Enrico Letta, mi sembra notare che il forte desiderio di rafforzare all’interno del governo Draghi il centrosinistra, aprendo a tutti coloro che affondano lì le loro radici, sia una risposta ponderata ad una politica del governo leggermente spostata a destra, nonostante la coalizione di centrosinistra all’interno sia fortemente maggioritaria. Aprendola ulteriormente Letta riuscirebbe ad essere maggioranza autosufficiente di cui Draghi non potrà non tenere debito conto. Idealismo dunque, ma anche concretezza. Anima e cacciavite per dirla con le parole di Enrico Letta.
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