La Leggenda di Fiore
Un nuovo romanzo di Marcello Veneziani, tra fantasia e realtà, tra dati storici, previsioni e metafore, comunque sempre abbastanza acuto e penetrante.
Maria Catalano Fiore
Non sono io, né tantomeno una “Leggenda”, è solo il titolo dell’ultimo romanzo dello scrittore, giornalista e saggista Marcello Veneziani.
Marcello Veneziani pugliese, anzi Biscegliese doc. (nato a Bisceglie (Ba) nel marzo 1955) noto ed apprezzato soprattutto per la sua attività giornalistica. Varie le volte che ci siamo incrociati, in Ateneo a Bari, a Roma a Bisceglie stessa, dove, per un certo periodo ho gestito una Galleria d’arte: “Officina dell’Arte” ubicata proprio sotto casa dei suoi genitori e sua. Belle ed utili conversazioni, ma mai il tempo di stringere una amicizia più solida.
La fretta ha sempre condizionato le nostre esistenze. Marcello Veneziani assunto in Rai all’inizio della carriera ha fondato e diretto periodici battaglieri, collabora, a tutt’oggi con importanti quotidiani e settimanali, invitato all’epoca da Indro Montanelli e, poi, da Vittorio Feltri. Ha dimostrato di essere uno scrittore a tutto tondo e soprattutto un pensatore raffinato in opere quali “Sul destino”(1992), “La sposa invisibile”(2006),”Dante nostro padre”(2020) ed il suo ultimo lavoro “La Leggenda di Fiore” (ed. Marsilio) con una copertina disegnata da Franco Battiato.
In questo suo romanzo, Veneziani ha il ruolo di un narratore, si ispira vagamente a quel Gioacchino Fiore del XII secolo, abate cistercense che diventa eremita per predicare l’avvento di una nuova era: dopo l’epoca del Padre (Antico Testamento), l’avvento dell’era Cristiana che simboleggia il figlio, è giunta l’era dello Spirito Santo.
Il suo protagonista, Fiore, che seguiremo dalla nascita sino alla morte, si muove in un tempo e luoghi indefiniti, come un asceta puro e senza tempo. E’ come dominato dallo Spirito Santo, abbandona tutto, come il Fiore storico per avviarsi al senso di ricerca della vita.
Fiore nasce, cresce, matura e fiorisce per poi lasciare dietro di se una traccia di petali, che, se non cambieranno il mondo, saranno utili a migliorarlo. Fiore di volta in volta diventa mago, alchimista, naufrago, padre, figlio ed infine uomo. La sua strada attraversa il Mediterraneo e si spinge in Oriente, terra di incontri incredibili. qui il personaggio Fiore sembra assumere toni tra lo Zarathustra, ed una specie di Sidharta.
Veneziani descrive anche una stupenda metafora della confusione attuale: una coppia di Papi, Pietropaolo e Gesumino, il primo dedito alle favelas, il secondo attento a difendere l’integrità spirituale di quel che resta di una chiesa in macerie, abbandonata dal suo Papa stesso.
Nelle parole che Marcello Veneziani, mette in bocca a Fiore, è espresso tutto l’alter ego dell’autore: “Adorate Dio, amate la Patria, venerate la famiglia, ve lo dice uno che abbandonò la sua famiglia da ragazzo e non ne formò una nuova, lasciò la sua Patria e fu inquieto con Dio e la Religione. E soprattutto fate la cosa giusta anche quando non vi vede nessuno, perché vi vedono gli Dei: è l’onore è dar conto agli Dei”.
Un romanzo che senza dubbio ci farà riflettere e non poco.
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