Limitazioni della libertà o difesa della vita e della salute?
Salvini e Meloni cavalcano il disagio ed aizzano contro le decisioni del governo in tema di pandemia.
GP
Di nuovo all’attacco Salvini e Meloni che, spiace constatarlo, con impressionate cinismo, cavalcano il malcontento popolare e si ergono a presunti paladini di limitazioni di libertà personali, che non fanno piacere a nessuno, ma sono imposte a difesa dei beni più importanti, la vita e la salute dei cittadini.
La sintonia tra i due è evidente: Salvini, dopo essersi ascritto il risultato delle riaperture dal 26 aprile, attacca il coprifuoco dalle 22 alle 5 che si prevede da oggi, ed in prospettiva della riapertura di diverse attività all’aperto dal 26 aprile, assicura che darà battaglia per ottenere che le stesse attività possano operare liberamente anche al chiuso.
La Meloni è assai più libera di attaccare, non essendo come Salvini leader di un partito al governo. “Misure come il coprifuoco, misure sulla limitazione della libertà personale degli individui in una nazione libera e democratica non sono concesse al governo, non è nelle prerogative del governo stabilire se e quando puoi uscire di casa. Noi lo abbiamo tollerato perché c’era l’emergenza, c’era la pandemia, perché siamo stati responsabili, perché siamo stati un popolo serio, ma dopo oltre un anno non è più consentito chiudere la gente dentro casa, oltre tutto se non ci sono delle ragioni per farlo, perché il coprifuoco con il Covid non c’entra niente. Sono prove generali per educarti a fare quello che il governo pensa tu possa e debba fare, ma la limitazione delle libertà fondamentali in una nazione come la nostra dopo un anno e mezzo non è più tollerata e tollerabile. Quindi basta coprifuoco. Per un fatto di principio, perché è un precedente gravissimo e perché ovviamente è pure una presa in giro che puoi andare a cena ma alle 10 devi stare a casa”.
Una considerazione viene spontanea: evidentemente la Meloni ed io abbiamo assistito in questi mesi a due film totalmente diversi. Parla come se la pandemia fosse finita o quasi con rari casi sotto controllo. Purtroppo non è così. I lettori di questo quotidiano sanno bene che dal primo momento, senza saltare un solo giorno, abbiamo pubblicato i dati nazionali ufficiali relativi al Coronavirus. Abbiamo una media drammatica di morti tra i 400 ed i 500. Una strage. La guerra ne miete di meno, Abbiamo intorno ai 15.000 nuovi contagi al giorno. Certo produrrà qualche altro consenso l’aizzare tutti, contro il governo che fa “le prove generali per educarti a fare quello che il governo pensa tu possa e debba fare”. Ma se questo in politica rende, e non c’è dubbio che sia così, vuol dire che si è perso il buon senso comune.
Intendiamoci non mi fa affatto piacere non poter uscire liberamente, non poter andare a cinema o teatro, vedere l’economia del paese alle pezze, e peggio ancora quelle di tante famiglie che non sanno più che pesci pigliare. Non fa piacere a nessuno, ed a me come a tutti gli altri, ma quello che fa specie e che non sento una parola sulla necessità di accelerare la campagna vaccinale, unica possibile soluzione al problema. Che non è ancora certo risolva proprio tutto, dal momento che quotidianamente o quasi si scoprono nuove varianti che richiederanno probabilmente vaccini ancor più efficaci.
La soluzione è lì non nelle teorie complottiste che sembrano farneticazioni, ma purtroppo sono solo frutto di cinico calcolo di convenienza.
Va aggiunto che non tutto il centrodestra è compatto in questa crociata. Se ne discosta Forza Italia che per bocca della Ministro Gelmini che sul coprifuoco è drastica nel confermare piena adesione alle linee adottate dal governo Draghi.
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