Giacomo Balla – dal primo autoritratto alle ultime rose.

Aperta a Roma una importante Mostra Antologica su Giacomo Balla indiscusso leader del “Futurismo” e con Fortunato Depero del “secondo Futurismo”.

Maria Catalano Fiore

“Art Magazine” del 14 aprile scorso, ha pubblicato una esaustiva recensione su questa Mostra Antologica, dedicata a Giacomo Balla. Una mostra da non perdere, a cura di Fabio Benzi, ospitata sino al 22 maggio nella “Galleria Russo” di Roma. Uno dei grandi maestri del “Futurismo” rimesso in luce.

Foto del maestro Balla dagli inizi, attraverso il Futurismo, sino agli ultimi giorni

Le oltre 80 opere proposte ripercorrono la parabola creativa dell’artista attraverso materiali inediti e capolavori emblematici. Una rara occasione che ripercorre tutta la carriera di un artista corredata anche da un bel Catalogo a cura di Fabio Benzi. Nella sua prefazione: “Come entrare nello studio di un artista ed aprire una decina di cassetti scoprendo la genesi di capolavori ed opere in studio. Dipinti celebri o privati, ma sempre partecipando ad un furore creativo indescrivibile e prepotente”.

Fabio Benzi,(n. 1958) è un vero esperto in “Futurismo” e della grande Arte italiana fra e due guerre e del Mecenatismo dell’epoca “La divina Marchesa” arte e vita di Luigia Casati, uno dei tanti personaggi che Benzi studia ed analizza. Professore ordinario di Storia dell’Arte presso il Dipartimento di Lettere Arti e Scienze sociali presso l’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti- Pescara.

Fabio Benzi

Ha al suo attivo numerose pubblicazioni sul Futurismo, Balla, Sironi, Cagli, De Chirico ecc….e su quel trentennio (1918-1948 ) ricco di innovazioni e fermento.

Ma Giacomo Balla lo conosciamo davvero? (To 1871- Roma 1 marzo 1958) pittore, scultore, scenografo, autore di “Paroliberi”, uno dei “Futuristi più audaci. Una vita non facile: rimasto orfano, di padre, a soli 9 anni, sua madre, sarta, investe tutti i suoi guadagni nella sua istruzione. Sin da adolescente mostra interesse per l’arte e inizia a studiare anche il violino, ma lascia la musica per dedicarsi completamente alla pittura ed al disegno.

Dopo gli studi superiori si iscrive all’ “Accademia Albertina” a Torino ed in seguito alle lezioni di “Psichiatria ed Antropologia Criminale” di Cesare Lombroso.

Nel 1891, a soli 20 anni, esordisce come pittore presso la “Società promotrice Belle Arti di Torino”. Nel 1895 lascia definitivamente Torino per stabilirsi con la madre a Roma, dove rimarrà tutta la vita.

A Roma, Balla trova un buon seguito di allievi (tra loro Umberto Boccioni, Gino Severini, Mario Sironi, ecc…. Nel 1904 si sposa grazie alla mediazione del suo amico architetto Duilio Cambellotti (il progettista della sede e di tute le suppellettili del Palazzo dell’Acquedotto di Bari).

Dal matrimonio nascono due figlie: Luce ed Elica, spesso soggetto dei suoi disegni e ritratti.

Già nel 1903 è presente alla V Biennale di Venezia. Fa scalpore il suo cane in movimento, già nello spirito delle avanguardie.


Cane in Movimento” ora all’ Albright-Knox Art Gallery, Buffalo, NY.

Negli anni della prima guerra mondiale aderisce all’ “Azione Futurista” diventando protagonista indiscusso del movimento. E’ con Filippo Tommaso Marinetti e il suo allievo Umberto Boccioni che sostiene il “movimento” convulso nell’arte come nella storia, gli stati evolvono, implodono, tutto cambia, tutto genera “movimento”.

Giacomo Balla: “Le mani del violinista”

Comincia a firmare le sue opere come “FuturBalla”. La lezione “divisionista” di Giovanni Segantini, la fa sua , frammenta luce, colori e movimento sin quasi al “puntinismo”, corrente e modo di dipingere che adotterà, in toto, il suo allievo Gino Severini.

Giacomo Balla: “Lampada ad arco”

Sconnettendo la luce, in tanti pixel, diremmo oggi, provoca l’effetto movimento, la luce elettrica stessa è progresso.

Nel 1914 realizza i famosi “Fiori Futuristi” che riprenderà, perfezionandoli anche negli ultimi anni.

Giacomo Balla: “Controluce”

Dal 1915 in poi collabora con Fortunato Depero (1892- 1960) pittore, scultore designer, illustratore, scenografo e costumista. Uno dei firmatari del manifesto dell’aereopittura e rappresentante del cosiddetto “Secondo Futurismo” nel quale coinvolge anche Balla partendo insieme per la Sicilia dove Depero ha ricevuto grosse commissioni.

Dal 1917 , seguendo Depero, comincia a disegnare anche scenografie per importanti eventi teatrali e film.

Comincia a creare anche mobili e suppellettili, realmente all’avanguardia ancor oggi, e molto colorate, portatrici di vita e brio in stanze scialbe.

Giacomo Balla “Ritratto della figlia Luce”

Tutto questo emerge dalle 80 opere, qui ovviamente sintetizzate, che raccontano dettagliatamente 50 anni della sua vita, della sua creatività in costante evoluzione.

Giacomo Balla “Ritratto della figlia Elica”

L’ultimo capitolo è un recupero della figurazione “Controluce” del 1933 e “Pianticella delicata” 1937 magistrali ritratti delle due figlie Luce ed Elica rappresentate quasi come due dive del nascente Cinema Italiano.

Giacomo Balla da questi ritratti in poi individua pienamente la nuova direzione presa dall’Arte Italiana, dalla nuova “Modernità” post-bellica nettamente diversa da quella Futurista o del trentennio di pausa. Una pausa troppo breve per la nostra nazione, impreparata ad affrontare un nuovo conflitto mondiale sulle ceneri del primo.

Giacomo Balla: “Fiori futuristi” oggetti d’arredo

L’arte aveva bisogno di colore, la gente, aveva bisogno di vedere colori, dopo le brutture della guerra e Giacomo Balla evolve ancora, riprende i modelli di Fortunato Depero che nel frattempo ha preso un volo artistico sino a New York.

A voi visitare la mostra, o a collegarvi in screaming o acquistare il bellissimo Catalogo.

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