“Civitas Invicta” i d’Angiò e Durazzo in Puglia
Un romanzo storico, un periodo poco conosciuto tra sanguinose guerre di potere e la prima Regnante donna in Europa: Giovanna I d’Angiò
Maria Catalano Fiore
Da storica, mi documento, scorro scritti e recensioni, a volte mi imbatto in cose molto interessanti come questa pubblicazione di Vito Tricarico”. Una persona notevolmente preparata che affronta anche periodi piuttosto difficili e poco studiati del nostro passato.
Nel 2020 ha pubblicato “Civitas Invicta”, un romanzo storico in cui affronta un periodo particolare per la Puglia e tutto il meridione: la disastrosa occupazione Angioina, l’invasione dei d’Angiò d’Ungheria, l’insediamento dei d’Angiò di Durazzo. tre rami di uno stesso ceppo famigliare che avevano trasformato la Puglia e il meridione nel loro perenne campo di battaglia. Un periodo realmente buio, che gli storici evitano. Non molti i documenti, ma cronache attendibili.
Si tratta di quasi un secolo di grandi difficoltà con i Papi che tentano in ogni modo di abbattere il Regno Svevo, ne distruggono ogni erede e tentano di eliminarne le tracce, complici i D’Angiò di Francia prima, quelli di Ungheria ed Albania poi, sino al tragica della fine della Regina Giovanna I di Napoli e di Gerusalemme, un re di Durazzo, valido, ma senza eredi, Una seconda Regina Giovanna II e l’epilogo di un’epoca.
Gli avvenimenti raccontati si svolgono in Puglia tra Balsignano, un casale nell’ Hinterland barese, tra Modugno e Bitritto e i territori circostanti di Bitonto e Palo. Balsignano è un bellissimo casale fortificato che sorge su un precedente insediamento pre romano, La struttura che ancora emerge è datata 962 d.C., ampliata intorno al 1300.
Al suo interno addirittura due Chiese importanti: la paleocristiana Santa Maria di Costantinopoli, di cui, purtroppo, resta solo l’abside, e la bellissima Chiesa di San Felice, di impianto ortodosso medioevale, separata dal nucleo incastellato. Probabilmente vi accedevano anche contadini residenti nei dintorni.
Questo feudo fortificato, sarà un importante punto di incontro tra le opposte fazioni dei d’Angiò. Nel 1349 si incontrano i filo angioini e i filo ungheresi. Feudatari di Balsignano i fratelli Simoncello ed Angelo Agnello.
Intorno a questo Casale si snodano le vicende e i personaggi del romanzo storico di Vito Tricarico. Nella prima parte si snoda la leggenda di Adalgisa e Giovanni da Balsignano, pubblicata da Raffaele Macina “Balsignano dal degrado al recupero del 2012”.
Non è un romanzo di fantasia, ma si fonda su personaggi reali e sugli scritti di Domenico da Gravina (1300-1355), le sue “Cronache del Regno di Napoli” ed atti vari raccolti tra il 1332 ed il 1350. E’ un autentico testimone dei fatti e cronache dell’epoca. Questi dati storici sono poi riprese dallo storico Ludovico Antonio Muratori (Modena 1672- 1750) che fa una vera raccolta di fonti medioevali della Storia italiana. Il Muratori è, a tutt’oggi considerato uno dei padri della storiografia italiana. Nato nel Ducato di Modena, da modesta famiglia, appare molto predisposto agli studi, accolto da Mons. Carlo Borromeo, nel 1695 riceve l’ordinazione sacerdotale, può dedicarsi pienamente ai suoi studi. Ludovico Muratori è il primo vero studioso dell’epoca medioevale.
Ovviamente intorno a questo incontro, quali mediatori, ruotano anche personaggi autorevoli come Mons. Bartolomeo Carafa, Arcivescovo di Bari di autorevole famiglia napoletana ( ?- 1405) Gran Priore d’Ungheria, Scorta continua di Papa Urbano IV. Carlo d’Angiò di Durazzo(1323- 1348) cognato della regina Giovanna I e vari feudatari importanti della zona. Questo incontro, ospitato dai feudatari di Balsignano, fratelli Agnello, rappresenta un estremo tentativo, della popolazione meridionale, di salvarsi dalle guerre di avidità e conquista dei vari rami della casa angioina, francesi, ungheresi, albanesi.
Per comprendere questo complicato intreccio, dobbiamo fare un passo indietro, Tornare a quando, il francese, Carlo d’Angiò arriva in Italia.
Con le controversie tra papato e Federico II di Svevia, e la sua morte, purtroppo si chiude un’era di prosperità, cultura, edifici di pregio edificati in molte zone, Castelli e Cattedrali, commerci e benessere. Carlo I d’Angiò (Parigi 1226 – Foggia1285) è uno dei fratelli minori del re di Francia. Già con il suo matrimonio con la giovanissima (12 anni) Beatrice di Provenza si assicura tutti i suoi territori, escludendo le due sorelle maggiori, che anche se regine, si vedono minacciate da quest’uomo senza scrupoli.
Con l’elezione a Papa del francese Jaques Pantalèon di Troyes, Papa Urbano IV, Carlo, viene da questi invitato a dare il colpo di grazia agli Svevi. Federico II lascia il regno a suo figlio Manfredi che deve lottare con le unghie con i denti contro il papato e le truppe mercenarie e senza freno dei d’Angiò. Manfredi sarà ammazzato e cosi anche suo figlio Corradino, addirittura giustiziato in pubblica piazza a Napoli.
Questo re non si ferma davanti a niente ad a nessuno, Re di Napoli e di Sicilia dal 1266 sino al 1282, quando la Sicilia si ribella (I Vespri Siciliani). Persa la Sicilia, dalla Puglia conquista l’Albania, proclamandosi Re. Poi acquista il titolo di re di Gerusalemme nel 1277, indice addirittura l’VIII crociata per accattivarsi il papato.
Con lui tutti i commerci passarono dalle mani dei pugliesi, campani o napoletani a quelle dei mercanti e banchieri toscani che gli fornivano soldi e militanza. La sua politica dispendiosa e bellicosa scatena il malcontento in tutto il regno. Gli Aragonesi premono, Pietro d’Aragona ha sposato Costanza di Hohenstaufen/Svevia, figlia di Manfredi che rivendica i suoi territori. Carlo morirà a Foggia nel 1285. A lui succede, per breve periodo, suo figlio Roberto, a Roberto sua figlia Giovanna I, è la sua legittima erede ed esclude tutti i parenti maschi, che ovviamente entreranno in conflitto.
Giovanna I d’Angiò, prima regnante donna in Europa è una figura veramente singolare. Nata a Napoli nel 1326 morta nel Castello di Muro Lucano il 27 luglio 1382.
Giovanna I d’Angiò è Regina di Napoli, Regnante titolare del Regno di Sicilia, Regina di Gerusalemme, Contessa di Provenza, sino alla sua deposizione. Nasce già segnata per diventare Regina, viene fatta sposare, giovanissima al cugino Andrea d’Angiò-Ungheria, per riunificare i vari rami Napoli, Albania, Ungheria, ma il matrimonio funziona poco. Andrea e rozzo e crudele, poco istruito e ottuso verso la carica della moglie, e i suoi poteri governativi.
Giovanna, nel frattempo si innamora, ricambiata di un altro cugino Luigi d’Angiò di Taranto. L’atmosfera è pesante sino a sfociare nel delitto, nel 1345 di Andrea, da parte di congiurati, nel Castello di Aversa. La Regina non esce per tre giorni dalle sue stanze, il cadavere resta abbandonato, solo dopo gli verrà data sepoltura. Poco dopo Giovanna sposa Luigi di Taranto. Questo scatena completamente l’ira del fratello di Andrea, Luigi Angiò d’Ungheria che invade e rastrella tutto il Regno di Napoli.
A Giovanna non resta che rifugiarsi presso la corte papale di Avignone. Dove si organizza a riconquistare il suo regno, flagellato per di più dalla peste nera. Anche Luigi si dimostra d’intralcio al suo ruolo. Alla sua morte finalmente Giovanna può governare autonomamente, e ripristina le antiche leggi e disposizioni sveve: autonomia alle imprese locali, crea industrie e manifatture, combatte le compagnie di ventura, riuscendo ad allontanarle definitivamente dal regno. Finalmente un lungo periodo di pace, si sposa altre due volte, ma questi nuovi mariti non hanno voce nella guida del suo regno, purtroppo non ha eredi.
Giovanna è comunque contrastata da un nuovo papa che favorisce l’invasione di Carlo d’Angiò di Durazzo (1345 -1386). La Regina viene deposta e rinchiusa nel Castello di Muro Lucano, dove probabilmente viene avvelenata, dallo stesso Carlo, il 27 luglio 1382. Carlo III d’Angiò – Durazzo sale sul trono del Regno di Napoli.
Carlo si dimostra un re capace, riesce anche a riprendere la corona d’Ungheria, nel 1386, si reca in Ungheria per la sua incoronazione formale, ma qui sarà avvelenato. Sarà sua moglie Margherita,(1345-1386) a prendere le redini del vasto Regno, poiché suo figlio Ladislao è appena adolescente. Di questa Regina, non si parla molto, eppure riesce ad ottenere un lungo periodo di pace e prosperità.
Ladislao I ( Napoli 15 febbraio1377 – 6 agosto 1414) Re di Napoli, di Sicilia, di Gerusalemme, re titolare di Ungheria e Croazia, Conte di Provenza, Conte consorte di Lecce, del Principati di Taranto e di Acaja, quale secondo marito di Maria di Enghien, trova una situazione finalmente stabile.
Ladislao I fa del Regno di Napoli un regno forte e temuto in tutta la penisola, addirittura accarezza il sogno di unificazione dei territori, se si sviluppano guerre o contese riesce sempre a portarle oltre i confini dei suoi territori. Ladislao purtroppo non ha eredi, alla sua morte, sua moglie si ritira nel suo principato di Lecce, Acaja e Taranto. Il Regno passa nelle mani di sua sprovveduta e disinteressata sorella Giovanna II che lo affida ai suoi vari amanti. Il peggiore, nel governare sarà Ser Giovanni Caracciolo. In Castel dell’Ovo, a Napoli, nelle sue stanze, la leggenda parla di una botola dove faceva precipitare i suoi amanti, direttamente in mare dopo averli usati. Non è esatto, li faceva allontanare dalla corte dopo averli usati (in molti fanno confusione tra le due Regine di nome Giovanna, ma mentre la prima ha regnato a lungo e si è sposata 4 volte; la seconda ha un regno più breve, ricco di amanti, ma ugualmente senza eredi diretti).
Il Regno passa per breve tempo a Renato d’Angiò, che non lo difenderà dall’avanzare delle truppe di Alfonso d’Aragona, figlio di Costanza di Hohenstaufen/Svevia, che rivendica la sua eredità Sveva. Alfonso conquista il Regno, sposa Bianca di Savoia, intreccia vari rapporti con le corti della penisola, è il Padre di Isabella d’Aragona Sforza, nonno di Bona Sforza, Regina di Ungheria, Imperatrice di Lettonia e Duchessa di Bari due donne che hanno un ruolo predominante in tutta la storia europea.
Siamo ormai agli albori del Rinascimento ed è tutta un’altra storia…..
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