Giuseppe Brescia sulla fase due in Puglia.

Ho ricevuto dal Presidente pentastellato della I Commissione della Camera -Affari costituzionali
alcune considerazioni sulle riaperture delle attività nella nostra Puglia. Pubblicarle è l’occasione per ragionarci e aprire un dibattito.

GP
Il pensiero di Giuseppe Brescia, che in questa occasione interviene, come egli stesso precisa, più da parlamentare del territorio, che da Presidente della I Commissione permanente della Camera dei Deputati, è stato infatti eletto nel collegio di Bari, è sintetizzato alla perfezione dal titolo del comunicato: “FASE 2, BRESCIA (M5S): “BENE SINDACO NOICATTARO SU RIAPERTURE NEL RISPETTO DEL DPCM” “Serve prudenza, dalla Regione pericolose fughe in avanti”,

Nel testo poi si esplicita: “Con la sua ordinanza il sindaco di Noicattaro dimostra di avere a cuore la salute della sua comunità. Sostengo e condivido la decisione di voler rispettare il dpcm mentre credo che le riaperture anticipate volute dal presidente Emiliano siano una pericolosa fuga in avanti. Occorre prudenza, non possiamo sprecare i sacrifici fatti. Tra l’altro il Ministro Boccia in commissione nelle scorse settimane ha chiarito che le regioni possono adottare solo ordinanze più restrittive dei dpcm.”

Non entro nel merito della questione specifica. Ci saranno occasioni e momenti più opportuni per farlo. Mi preme, invece, esprimere due concetti specifici. Con Beppe Brescia, scusate se ipocritamente non lo chiamo con gli appellativi di rito e fingo un Lei di prammatica, il lettore ha diritto alla chiarezza ed alla schiettezza, condivido la preoccupazione non solo e non tanto sulle singole aperture, che non ho approfondito, ma su due questioni specifiche.

Primo: siamo di fronte ad una pericolosissima pandemia che, all’inizio, si è presa sotto gamba -“è poco più di un’influenza” era il coro unanime della scienza-, per scarsa informazione e totale mancanza di conoscenza di quello specifico virus e della sua mutazione, mica per criminale volontà di diffonderlo. A prescindere dalle Rsa (Residenze sanitarie assistite – case di riposo per anziani) dove sono accadute vere e proprie stragi, non è che nel resto d’Italia sia accaduto poco. Il bollettino ufficiale di ieri, che pubblichiamo quotidianamente parla di 27.359 decessi e, purtroppo, non è finita lì. E visto che i dati nazionali sono la sommatoria di quelli regionali non è che sia chiaro il sistema di calcolo di ciascuna regione, cioè se i “morti in casa” sono in quel conteggio e, se sì, in tutte le regioni e provincie autonome.

Secondo: il problema e che, a pandemia sconfitta, occorrerà rivedere il sistema della sanità regionale e delle autonomie locali in generale. La vicinanza del potere alle decisioni, la maggior conoscenza del territorio, dovrebbe rappresentare un vantaggio per il cittadino e non può legittimare il caos e l’occasione di scontro politico sulla pelle degli stessi cittadini. Capiamoci, se ha ragione il prof.Sabino Cassese, e non nutro dubbio alcuno a riguardo, quando afferma che in tema di epidemie, pandemie e gravi calamità in genere deve, in base ai precetti costituzionali vigenti, essere lo Stato ad intervenire e coordinare le iniziative, non è quello a cui stiamo assistendo. L’Italia dei Comuni e delle Signorie risale all’XI e XII secolo. Dal 1200-1300 ne dovrebbe essere passata acqua sotto i ponti (anzi, prima passava, ora se li trascina, spesso e volentieri, appresso). Vero quanto sosteneva Cavour, che fatta l’Italia occorreva fare gli Italiani. Non ci sono ancora. Non sono certo l’unico ad osservare che, tranne pochissimi governatori che a testa bassa e silenziosi, affrontano il problema, “Dio li benedica”, è in voga la, più redditizia, conferenza stampa quotidiana (dovremmo dire “il comizio quotidiano”). Il 78% degli Italiani, in un recente autorevole sondaggio si dice preoccupato che i sacrifici fatti vengano vanificati da riaperture affrettate. ed aggiungerei a cedimenti a pressioni di settore, potenti economicamente o “moralmente”. Quel 78% non ha voce, non è organizzato e rappresentato, ed è sistematicamente assente su giornali e tak show televisivi o sui social. Individualmente conta poco o nulla.

Intendiamoci né l’On.le Brescia, né questa testata, desiderano e tifano per la soccombenza economica del Paese. Ma non c’è limite alle iniziative “per la visibilità” e per il proprio interesse, personale o di categoria. Gli unici che sembrano accorgersene sono Papa Francesco ed il Presidente Sergio Mattarella, il primo spesso tuonante, il secondo con stile opposto. Mi sembrano tuttavia due voci che gridano nel deserto. Così come quella maggioranza senza voce. Un grazie a Giuseppe Brescia per averli resi presenti.

Spero di aver occasione di sentire in proposito il primo cittadino di Noicattaro, chiamato in causa, in positivo, dall’intervento del Presidente Brescia. Sarebbero utili e positivi, interventi di lettrici e lettori.