Sgarbi
Un personaggio poliedrico che ama cavalcare le scene e la vita, un guascone ante litteram.
Maria Catalano Fiore
Ieri sera, sfogliando un po’ di quotidiani e giornali, ho sbirciato l’ultimo numero di “Panorama” del 12 maggio 2021. Sono rimasta perplessa.
Stamattina ho riletto l’articolo su Vittorio Sgarbi: “Sgarbi Si ho il cancro, ma io vado più veloce”. Sgarbi è malato, già da un po’ lo ha dichiarato lui stesso, ma come sua abitudine, non perde occasione per cavalcare la scena.
Questo articolo a firma di Terry Marocco, mi lascia perplessa sia per il suo tono edulcorato, sia perché Sgarbi cura una sua rubrica settimanale su questo settimanale, è editorialista su altri quotidiani.
Chi mi conosce sa che è un personaggio che io conosco personalmente dal 1996 e che, proprio per questo, accetto solo a tratti. Come me chiunque abbia lavorato per il Ministero per i beni Culturali ed Ambientali, che si sia fatto una bella gavetta, che oltre alla laurea (a volte più di una) abbia affrontato specialistiche, master, docenze, commissioni e che, soprattutto sia entrato nei ruoli superando regolare contatto, lavorando sui cantieri di restauro, poi vari corsi di aggiornamento, spesso fuori sede, ulteriori esami, non può accettare questo opinionista che si è creato negli anni un personaggio, che i media adorano o disprezzano.
Un personaggio particolare, arrogante e litigioso, che comunque fa odiens. Da molti definito un predatore, adorato, temuto, piuttosto intollerante ed altro. Nel periodo di Natale 2019 mi sono permessa di esprimere un giudizio su una manifestazione artistica barese, già conclusa, nella quale il grande Vittorio Sgarbi aveva presieduto la giuria: penalizzata! Chiusura dei miei gruppi fb e una lunga sospensione…. Eppure avevo solo scritto che la giuria, mi sembrava pilotata, vincitore per la miglior opera letteraria un pupillo della casa editrice di Elisabetta Sgarbi, sua sorella, Vari poeti premiati con i quadri presentati sempre nello stesso concorso da diversi artisti, neanche la consolazione della foto ricordo con il “vate” arrivato in ritardo, come sua prassi normale, che ha presenziato un paio d’ore, ha percepito, in anticipo, un gettone di presenza di 10.000 euro, ed è scappato via per cenare, riposare e ripartire, ignorando completamente pubblico, regali e libri. Sicuramente abbandonati nel suo albergo a 5 stelle, ulteriore bonus.
Cos’era un diritto di lesa maestà? Ho solo espresso la mia opinione che a presiedere la giuria si poteva chiamare una Eccellenza locale e quei 10.000 e più euro (ottenuti con sostanziose sponsorizzazioni) potevano rappresentare molti premi in denaro per scrittori, poeti o artisti. Ma vi siete mai chiesti chi è realmente questo opinionista? Scusatemi, ma uno Storico dell’Arte non lo è, lo ha stabilito persino la Cassazione. Non scrivo favole ne sciocchezze mi limito ad inquadrarlo, potete verificare anche su Wikipedia, sul suo sito biografico o dove preferite, sono dati ufficiali.
Vittorio Umberto Antonio Maria Sgarbi è nato l’8 maggio del 1952 a Ferrara. I suoi genitori Giuseppe e Rita Cavallini, entrambi farmacisti, hanno pilotato bene, soprattutto sua madre il suo avvenire: Diploma del Classico, Laurea in Filosofi.
A metà degli anni 70 Sgarbi è nominato sicuramente dietro pressioni politiche, Ispettore (Onorario) della Soprintendenza ai Beni Storici ed artistici del Veneto, una carica generalmente onoraria (senza corrispettivo in denaro). Parallelamente è assistente docente all’Università di Udine. Dopo qualche tempo, quasi inspiegabilmente risulta in ruolo nel neonato “Ministero per i Beni e le Attività Culturali”, istituito da Giovanni Spadolini con D.L.14 dicembre 1974 convertito in Legge il 29 gennaio 1975. ( Dal dopo guerra, tale Ministero era accorpato al Ministero della Pubblica Istruzione). Senza sostenere un qualsiasi esame o concorso pubblico. Dopo qualche anno, accertato un titolo di studio non valido e la mancanza di specialistica viene sospeso. Fulmini e saette, vari gradi di giudizio sino al 1996 quando la sentenza che lo condanna passa in giudicato e viene resa pubblica : Ha operato una truffa aggravata e continuata e falso ai danni dello Stato, condannato a 6 mesi e 100 giorni di reclusione, £ 700.000 di multa.
Non si è mai sposato, si professa cattolico ma libertino, diversi tribunali lo hanno obbligato a riconoscere tre figli naturali, lui spavaldo ha sempre dichiarato che forse sono 40.
Ha a che fare spesso con aule di tribunale, in modo guascone, spesso condannato ad un risarcimento nei confronti dei querelanti, ad esempio nel 2008 la sua introduzione e studio sul volume “Botticelli” viene riconosciuta come PLAGIO in quanto copiata testualmente da frasi e studi della Storica dell’arte Mina Bacci, che verrà risarcita, già editati (Il volume verrà, poi distribuito, a titolo gratuito nelle edicole italiane). Nonostante tutto, nel 2010, il ministro ai Beni Culturali, Dario Franceschini, lo nomina, per chiamata diretta, Soprintendente della Soprintendenza Speciale per il patrimonio Storico, Artistico ed Entnoantropologico e per il Polo Museale della città di Venezia. La nomina viene (ovviamente) annullata per ben tre volte dalla Corte dei Conti. Franceschini, con gli anni ci ha propinato molte di queste sue perle. Il 15 settembre 2014 da comunque le dimissioni da ogni incarico presso il Ministero per i Beni Culturali, sboccando anche parecchie situazioni anomale.
Nel 2011, sempre su incarico di Franceschini, viene nominato “Curatore del Padiglione Italia” per la Biennale di Venezia.
Sempre nel 2011, viene nominato Presidente della “Fondazione Gino De Dominicis”, anche in questo caso, grandi polemiche e dispute legali. La Fondazione difende la sua autonomia nella gestione delle opere dell’artista morto nel 1998.
Nel 2012 collabora con l’Expo di Palermo. Sempre a Palermo non aveva lasciato un buon ricordo quando, nel 1996, aveva presenziato, con un nutrito staff e largo contributo, all’inaugurazione della prima Fiera d’Arte, P.a.F., insultando gran parte dei presenti e poi sparendo, al solito, per bagordi.
A fine 2012, pubblica un volume “Porto Franco – Gli artisti sdoganati da Sgarbi” per le cui pagine gli artisti gli versano una sostanziosa quota.
Nel 2014 Roberto Maroni lo vuole in Lombardia, nel suo Consiglio Regionale con delega all’Arte.
Nel 2015 suscita, al solito, vaste polemiche ed un contenzioso giuridico, il suo progetto di un prestito di alcune opere, tra cui i “Bronzi di Riace”, avvallato sempre da Franceschini, ma non condiviso dai Direttori dei Musei interessati. Una Commissione Ministeriale sconfessa questa richiesta di Sgarbi, ribadendo l’intrasportabilità delle opere e l’inadeguatezza di spogliare i Musei meridionali interessati. Dario Franceschini è costretto ad abbozzare, soprattutto dopo gli sproloqui di Sgarbi che definisce le opere in oggetto come “Ostaggio delle mafie” e ” ‘Ndrangheta” particolarmente.
Nel 2016 viene nominato Presidente del Museo d’Arte Moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.
Per quanto riguarda la Tv, Vittorio Sgarbi, si afferma come un personaggio “grintoso” (io direi litigioso) nel “Maurizio Costanzo Show”, trasmissione nella quale alternava spunti d’Arte a giudizi negativi sugli altri ospiti. Varie le denunce e gli indennizzi da lui o dalla Tv corrisposti. Comunque plasma l’uso della Tv sul suo personaggio.
Sulla sua carriera politica non mi pronuncio, ma anche in veste di politico è stato spesso querelato per calunnia, truffa e diffamazione anche ai danni dello Stato.
Attualmente vive tra Ro Ferrarese e Roma, ovviamente in due palazzi storici zeppi di opere d’Arte. Cosa fa sfida anche la morte? Tanto di cappello per la sua testardaggine, ma la Signora con la falce sa bene quando intervenire e poi…l’ha evocata tante volte augurando la morte, anche in diretta Tv allo Storico Federico Zeri, ad Alessandra Mussolini ed altri….una cosa squallida anche verso il peggior nemico, ma lui è talmente compenetrato nel suo personaggio che pensa di essere superiore a tutti.
Augurio di pronta guarigione, paradossalmente potrebbe mancarci.
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