Lo stop al cashback diventa battaglia politica

La cabina di regia ha deciso lo stop col 30 giugno del bonus per i pagamenti con la carta di credito.

La redazione

Che questo sia un governo numericamente forte, ma assolutamente privo di coesione non crediamo sia un mistero per nessuno. La prova: finanche la decisione in cabina di regia di fermare il cashbach, cioè il bonus-concorso tra gli utilizzatori della carta di credito per i pagamenti, a decorrere dal 30 giugno, annullandone l’esistenza per il secondo semestre di quest’anno diventa occasione e terreno di scontro.

Francamente però non ci sembrano campate in aria le obiezioni di Stefano Patuanelli, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali nel governo Draghi, secondo cui: “La sospensione del cashback è un errore, l’ho detto e ripetuto ieri in cabina di regia. Mi auguro si possa tornare indietro su questa decisione,”

Replica Giorgia Meloni per Fratelli d’Italia che inneggia all’abolizione e dice: “Fratelli d’Italia è stata l’unica forza politica a dire chiaramente da subito che cashback e lotteria degli scontrini sono una idiozia che ci costa 4 miliardi. Un tentativo di controllare gli italiani in cambio di una elemosina. Ora ci è arrivato anche il governo Draghi.”

Varie le considerazioni di Patuanelli, viene meno un incentivo alla digitalizzazione, la diffusione dell’ap e via discorrendo. Ma la considerazione più pregnante è il contributo dato alla repressione dell’evasione. Sono stati incassati infatti due miliardi e mezzo in più dal fisco grazie alle operazioni tracciate.

La diatriba diventa immediatamente guerra politica. Per il portavove del M5S in commissione finanze alla Camera: “Si sceglie inopinatamente di tornare al passato, invece di sostenere un programma anti-evasione che sta funzionando. Questa battaglia, evidentemente, non interessa ad altre forze politiche, abituate a riempirsi la bocca di lotta all’evasione senza mai passare ai fatti. Ci auguriamo che si torni indietro sulla decisione presa in Cabina di Regia”.

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