I Portici di Bologna patrimonio UNESCO
La città di Bologna, il vivace capoluogo della regione Emilia Romagna, è senza dubbio la città più porticata del mondo, l’estensione e la bellezza dei suoi portici antichi è realmente da segnalare, premiare e tutelare!
Maria Catalano Fiore
Dopo Padova ed i suoi affreschi 300eschi, ora tocca alla città di Bologna. L’Italia ottiene un altro importante riconoscimento UNESCO assegnato ai “Portici di Bologna”. Dopo Padova e la Città termale di Montecatini, nel giro di pochi giorni un altro importante riconoscimento.
Per i bellissimi Portici di Bologna l’ambito riconoscimento è arrivato nella serata di ieri dall’Agenzia delle Nazioni Unite riunita il Cina per la 44esima sessione del Comitato Unesco.
A Prescindere da come dicono i Bolognesi: “Quando piove ci sono i portici e non ci si bagna…..” i Portici bolognesi sono davvero una importante e gradita risorsa. Unici nel loro genere e per la loro estensione di circa 38 km nel solo centro storico. 62 km insieme a quelli fuori porta.
Tutti i Bolognesi amano passeggiarci, offrono protezione dalle intemperie. Ma come nascono? Le loro origini sono antiche e si fondano su motivi pratici e mercantili, oltre che su un vero abuso edilizio perpetuato già da 1141, data in cui si ha la prima testimonianza scritta della loro costruzione. Agli inizi del 1200 sono ormai un uso. Tale secolo e quelli a venire sono periodi di forte espansione per la città letteralmente invasa da studenti, soprattutto universitari, e da contadini che abbandonano le campagne rischiose ed improduttive a causa delle varie contese feudali. Bologna, a fine 1200, arriva a superare i 50.000 abitanti con forte richieste e problematiche abitative.
La superficie cittadina è limitata, le abitazioni vanno ampliate. Considerando che, secondo i dettami urbanistici dell’epoca, a piano terra erano presenti solo esercizi commerciali o magazzini e dal primo piano in su le abitazioni, si comincia ad espandere queste con nuovi ambienti, prima sostenuti da travi in legno e da mensole dette “beccadelli”, poi da pilastri in pietra, volte a botte o a stella, impreziosite man mano anche da decorazioni e dipinti. Anche le attività commerciali ne beneficiano, inoltre sono protette dalla sporcizia e dai liquami delle strade.
Tra questi il Porticato di San Luca è il più lungo al mondo: si estende per 3.796 metri e consta di 666 arcate.
Il più stretto è in Via Senzanome, largo appena 95 centimetri, nel quartiere Saragozza. Il più largo è quello della Basilica di Santa Maria dei Servi, in strada Maggiore, mentre il più alto è quello dell’Archidiocesi, in via Altabella che sfiora quasi 10 metri di altezza.
Una legge/bando del 1288 sancisce che tutte le nuove case devono essere costruite con un portico, quelle esistenti, se non l’hanno ancora aggiunto, devono provvedere. Al proprietario l’onere della costruzione ed il mantenimento, il Comune si riservava però l’uso pubblico del suolo. Il Bando specifica che i portici dovessero essere alti almeno sette piedi bolognesi (2,66 metri) e larghi altrettanto, per permettere il transito di un uomo a cavallo.
Gli Statuti del 1352 impongono un’altezza e una profondità di 10 piedi (3,60 metri) per i nuovi edifici. Nel 1568 un decreto, emanato dal Governatore Pontificio mons. Giovanni Battista Doria, decreta che i preesistenti portici medioevali realizzati in legno, devono essere definitivamente convertiti in latterizio o pietra. In effetti ne sopravvivono solo un paio, come quello realizzato in quercia di Casa Isolani, in strada Maggiore.
Tra i più belli i portici dell’Archiginnasio, o del Paravajon ( Padiglione) edificato nel XVI sec., per volere di papa Pio IV.
Un patrimonio senza dubbio da tutelare.
Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare il “Lascia un commento” a piè dell’articolo, o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it della redazione o direttore@lavocenews.it, per seguirci su Facebook potete mettere cortesemente il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo lavocenews.it grazie.