Il bikini compie 75 anni
Tra scandali, rivoluzioni e guerre e raggiungimento di nuova consapevolezza nelle donne, negli anni 40 maturano i primi due pezzi, poi bikini portati al successo da alcune celebrità.
Maria Catalano Fiore
In questo mese di luglio si celebrano i 75 anni del Bikini.
E’ infatti nel luglio del 1946 che l’ingegnere francese, poi anche designer di moda Louis Réard (1897-1984) con la sua sfilata di costumi da bagno alle Piscine Malitan a Parigi, propone il BIKINI.
Il designer presenta un capo rivoluzionario quanto scandaloso, per sfilare in bikini, una sola modella aveva acconsentito, la ballerina esotica e spogliarellista Micheline Bernardini (al centro nella foto di copertina).
Erano i mesi immediatamente successivi al secondo conflitto mondiale, qualche azzardo era incoraggiato. Bikini, il nome dell’atollo delle isole Marshall, dove gli USA avevano cominciato esperimenti nucleari, era uno sbeffeggiamento. La gente era stanca di vestiti rammendati e di carenza di stoffe, ma forse Luois Rèard era solo un po’ in anticipo sul “comune senso del pudore” o no?
In nome del pudore Carabinieri presidiavano le spiagge, centimetro alla mano, le donne venivano multate per “oltragio al pudore”.
Un altro stilista francese Jaques Heim, aveva già sforbiciato un pochino i costumi da Bagno in precedenza, la stessa Greta Garbo, nel 1939 aveva indossato un due pezzi di maglina nera, della casa di moda Jantzen, nel film “La donna dai due volti”
Ma, se vogliamo, testimonianze storiche del bikini le abbiamo già in epoca romana, come testimoniano i mosaici di Piazza Armerina ad Enna (300 d.C) e altri documenti che attestano come questo indumento sia diffuso ed accettato dalla società, già da diversi secoli. Il solo fatto che questa immagine abbia contribuito a decorare una villa patrizia, in Sicilia, significa che quel tipo di abbigliamento era consentito ed accettato normalmente nell’Impero Romano.
L’Italia, smembrata, ferita e alla ricerca di governanti, si distraeva con i Bikini di Silvana Pampanini, Rosanna Podestà e Gina Lollobrigida. Saranno proprio il Cinema e le attrici a contribuire al lancio definitivo del Bikini. Nel 1946 un famoso scatto immortala una giovanissima Marilyn Monroe acqua e sapone in un modello a righe annodato.
Oramai storico il Bikini bianco, indossato da Ursula Andress nel 1960, con un coltello nello slip in “Agente 007 – Licenza di uccidere” (in copertina)
Brigitte Bardot, in barca o in spiaggia, a Saint Tropez, faceva strage di cuore con i suoi modelli con ferretto “che aiutavano”, mentre Sue Lyon ammaliava gli uomini interpretando la conturbante “Lolita”.
In tempi più moderni ancora una Bond girls, Halle Barry, nel 2002, in “La morte può attendere” omaggia la Andress indossando un bikini simile, ma arancione.(immagine in copertina)
Il primato del Bikini più succinto del cinema resta all’Italia con il costumino indossato nel 1956 da Marisa Allassio nel film “Poveri ma belli”.
Nel 1947 anche Lucia Bosè vince il titolo di Miss Italia indossando un Bikini e così via….il Bikini viene sdoganato anche nei vari concorsi di bellezza.
Poi dal 1968 in poi….. fu sdoganato anche il topless che subentrò volentieri al Bikini. La prima foto, sui giornali, in topless è stata quella di Laura Antonelli.
Attualmente pare sia diventata una esibizione solo per donne vip. Il Bikini è stato adeguato a tutte le taglie, non è più solo riservato alle magrissime, l’industria della moda si è allargata anche a corpi non perfetti. Spazio per tutte le donne, anche se….il lato pruriginoso resta, i tabù pure, ed anche delle inaccettabili forme di regresso.
Probabilmente molti vogliono le donne al mare vestite di tutto punto, l’imperativo mussulmano è categorico…..ma non solo, salve un pruriginoso comportamento privato o di peggio.
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