Scontro duro tra Letta e Salvini sul Green pass

Sul green pass s’infiamma lo scontro

GP

In commissione alla Camera dei deputati la Lega, Fratelli d’Italia ed alcuni ex pentastellati hanno votato contro il green pass. Dopo aver presentato oltre 900 emendamenti la Lega li ha votati, di fatto cercando di paralizzare e snaturare il provvedimento governativo.

Reagisce con decisione il Pd, appoggiato dai cinque stelle. “Con il voto in commissione, annunciato e sostenuto a nome del suo partito dal deputato leghista Claudio Borghi per la soppressione del Green Pass, si conferma la solita incoerenza e ambiguità della Lega sui vaccini e sulle misure di contrasto al Covid. Votare a favore con i propri ministri in Cdm e opporsi alla Camera è l’atteggiamento intollerabile di chi vuole tenere i piedi in due staffe e così facendo indebolisce il governo Draghi in una delle sue iniziative prioritarie per la tutela della salute e il supporto alla ripresa economica. Nessun riscontro in tal senso derivava peraltro da alcuna risoluzione del Consiglio d’Europa o né dai regolamenti UE, richiamati in modo sbagliato dal neo europeista a giorni alterni Borghi“. Così si esprime il vice capogruppo dem alla Camera Piero De Luca che prosegue: È evidente che la posizione assunta alla Camera dalla Lega non è ciò che serve al Paese nella delicata fase di rilancio che dovremmo promuovere tutti insieme e mentre assistiamo purtroppo a episodi di odio e violenza contro medici, giornalisti e politici colpevoli solo di sostenere le scelte di maggioranza e governo su vaccini e Green Pass. Ma la Lega antepone ancora una volta la sua propaganda agli interessi dell’Italia e dei nostri cittadini“. 

Rincara la dose Enrico Letta: “ Io stigmatizzo la scelta della Lega che con i voti di oggi in Commissione alla Camera contro il Green pass ha deciso, proprio nella giornata di oggi, di fare una scelta che la pone al di fuori della maggioranza. Quindi chiedo un chiarimento politico su questo punto. Perché la Lega oggi di fatto si mette contro e fuori dalla maggioranza.

La Lega replica duramente definendo il Pd fuori dal mondo. Claudio Borghi sostiene. “Noi avevamo presentato una serie di emendamenti migliorativi, che non sono stati accettati, il governo chiedeva di ritirarli. Ne avevamo presentati tanti, e a fronte di una chiusura totale li abbiamo votati”.

Matteo Salvini prova a difendere la posizione leghista: “Se lo Stato impone il Green Pass per lavorare, viaggiare, studiare, fare sport, volontariato e cultura, deve anche garantire tamponi, rapidi e gratuiti, per tutti. Sono certificati, funzionano, costano poco e possono essere usati da tutti. Ci sono milioni di italiani che non possono spendere altre centinaia di euro ogni settimana, in un momento già economicamente difficile. Vediamo se PD e 5S voteranno a favore in Commissione. Non si tratta di essere no vax o no Green Pass – o sia l’uno che l’altro – si tratta di aiutare milioni di italiani in difficoltà. Non tutti trovano 24.000 euro nella cuccia del cane”.

Francamente, senza entrare nel merito della discussione, votare in consiglio dei ministri in un modo e in commissione in modo opposto non è che sia il massimo della coerenza. In un momento in cui i no-vax, o estremisti mascherati da tali, hanno alzato il tiro, minacciando pesantemente medici, scienziati, giornalisti e politici, alimentare la polemica equivale ad incoraggiare e sostenere di fatto quegli atteggiamenti e comportamenti. Non ci sembra l’interesse del Paese, considerando che per rendere operativo il Pnrr, fondamentale per concretizzare i contributi europei indispensabili per il rilancio del Paese, occorre riaprire velocemente ed in sicurezza.

D’accordo che siamo nel semestre bianco, che storicamente ha azzerato i freni inibitori dei partiti e che le amministrative di ottobre prossimo vogliono la polemica, piuttosto che l’armonia, ma lo spettacolo è sempre più decisamente inverecondo. Forse era inevitabile con una maggioranza così eterogenea e con partiti che hanno nel dna progetti e programmi, più che diversi, opposti, ma uno straccio di decenza sarebbe necessario.

Mario Draghi, che al momento sta per avviare una conferenza stampa, difficilmente vorrà intervenire. Non è che voglia applicare il noto “divide et impera”, ma avendo scelto di non avere un governo con una identità politica si comporta coerentemente non prendendo posizioni.

La domanda è però: fino a che punto si potrà tirare la corda senza che si spezzi? La risposta ce la può dare sono il prossimo futuro. Che ci riservi un ritorno al buon senso mi pare piuttosto difficile,

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