Affluenza alle urne più bassa di sempre

Non ha votato quasi un elettore u due

La redazione

Le elezioni amministrative sono quelle di prossimità, dove ci sono candidati spesso a noi vicini, conosciuti, con i quali intratteniamo rapporti. Storicamente sono quelle che attirano il maggior numero di elettori, ma questa volta l’assenteismo è il partito che registra il miglior aumento o, se si vuole, il miglior risultato.

Alla chiusura dei seggi il Viminale ha ufficializzato il dato dei votanti. Hanno deposto la scheda nell’urna elettorale il 54,69% degli aventi diritto al voto. Mai alle amministrative si era registrata una così esigua partecipazione. Finora il peggior dato era quello del 2017 con il 60,07% dei votanti.

L’astensione cresce di oltre il 5% rispetto al peggior dato precedente e tanto a dispetto delle liste che si sono moltiplicate più dei pani ed i pesci di biblica memoria. Un flop della politica che richiederà un’attenta riflessione da parte dei partiti.

Sono le grandi città al voto a registrare la minor partecipazione. A Milano ha votato il 47,6% degli elettori, contro il 54,6% del 2016 ed il 67,5% del 2011. A Napoli alle urne sono andati il 47,19% degli aventi diritto; nel 2016 al primo turno aveva partecipato il 54,12% dei napoletani. Nel 2011, sempre al primo turno, il 60,33% di affluenza, mentre nel 2006, alle urne andò il 66,64% degli aventi diritto al voto. A Torino ha votato il 48,06% dei cittadini del capoluogo piemontese. Bologna supera la media nazionale segnando il 51,87%, Ma se in termini assoluti va bene, in termini relativi va malissimo se si pensa che cinque anni fa l’affluenza fu del 59,66%.

Ancora non definitivi i dati di Roma e dell’elezione regionale in Calabria. Ma il record di astensione spetta alle elezioni suppletive al collegio Toscana 12 (che annovera Enrico Letta tra i candidati) che registra il 35,93% di votanti.

Il dato alla fine potrà migliorare di qualche decimale ma la bocciatura per la politica è senza precedenti. Ora l’attenzione dei partiti è puntata sui singoli risultati comunali, ed è finanche comprensibile, ma della perdita di rappresentanza popolare della politica dovranno preoccuparsi tutti, nessuno escluso. I primi segnali non sono positivi. Ognuno sembra guardare esclusivamente al proprio orticello, nonostante il fiume del non voto stia sul punto di straripare, se non è proprio straripato, come i dati ci fanno vedere.

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