Lo scontro tra Polonia ed Ue: in Italia due fronti
Salvini e Meloni si schierano con la Polonia. Rispondono Letta e Conte
La redazione
La Polonia si sta scontrando con l’Unione europea e la sua Commissione a proposito del rispetto dello stato di diritto, che molti cronisti leggono come un primo passo verso la “Polexit”.
La Corte costituzionale di Varsavia ha, infatti, deciso che alcuni articoli dei Trattati dell’Ue sono ‘incompatibili’ con la Costituzione dello Stato polacco e che le istituzioni comunitarie ‘agiscono oltre l’ambito delle loro competenze’.
Scontate le reazioni della presidente della Commissione von der Leyen e del presidente del Parlamento Sassoli. ma chi ha reagito con maggior vigore in questo momento è la Francia. La Germania è in questo momento in una fase di transizione.
Per nulla compatta la politica italiana sul caso: da un lato si schierano Salvini e Meloni che inneggiano alla decisione della Polonia, dall’altro rispondono Letta e Conte.
Non stupisce l’atteggiamento della Meloni, da sempre dichiaratamente anti europeista e nazionalista, quanto quello della Lega di Matteo Salvini, che della professione di fede europeista ha fatto bandiera per entrare a far parte del governo Draghi.
Per la Meloni: “Fratelli d’Italia la pensa come le Corti costituzionali tedesca, polacca e altre: la Costituzione voluta, votata e difesa dal popolo italiano viene prima delle norme decise a Bruxelles. Perché si può stare in Europa anche a testa alta, non solo in ginocchio come vorrebbe la sinistra”.
Le fa eco per la Lega, prima Claudio Borghi: “A quelli che si scandalizzano perché la Polonia ha affermato in modo SACROSANTO che il suo diritto prevale su quello UE, ricordo che era un punto programmatico sia della coalizione di centrodestra (capito amici di FI?) che del contratto di governo con il M5S”, poi l’europarlamentare leghista Antonio Maria Rinaldi: “l’integrazione europea si raggiunge attraverso la cooperazione tra Paesi, non con forzature o ricatti, che non aiutano e servono solo ad alimentare lo scontro. È bene ricordare che sono le Costituzioni nazionali a legittimare l’esistenza dell’Unione Europea e del suo diritto e non può essere il contrario”.
Pd e M5S rispondono. Per Enrico Letta, segretario del Pd: “La notizia è che la Polonia oggi attacca alle fondamenta la struttura giuridica della costruzione dell’Ue. Il sovranismo antieuropeo non è slogan e folklore come qualcuno pensa. È un ritorno indietro. Sbagliato e pericoloso. Che va combattuto”. Interviene anche l’ex premier Giuseppe Conte, al vertice del Movimento pentastellato: ” Adesso vedremo questa sentenza della Corte costituzionale polacca, che va letta prima, e lo dico da giurista. Ma se fossero confermate le anticipazioni, ovvero che ha affermato il primato della legge nazionale sul diritto dell’Unione europea sarebbe un precedente molto grave che rischierebbe addirittura di minare la struttura giuridica dell’intera Ue che si fonda, lo spieghiamo ai cittadini, su una cessione di sovranità e sul riconoscimento del primato del diritto dell’Ue sulle leggi nazionali”.
E mentre nella politica nazionale troneggia, e non è una novità, il teatrino delle contrapposizioni, che tristemente fanno assomigliare il governo di un Paese chiamato ad appuntamenti storici col futuro ad una sceneggiata di basso profilo in Europa si profila un nuovo scontro.
Dodici Paesi europei (Austria, Cipro, Danimarca, Grecia, Lituania, Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia e Rep. Slovacca) in una lettera destinata alla Commissione europea chiedono che l’Europa finanzi la costruzione di un muro alle frontiere dell’Unione per difendere l’Europa dai flussi migratori. Un tema chiaramente divisivo destinato a deflagrare a Bruxelles.
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