Si va verso l’obbligo vaccinale?
Ipotesi presa in seria considerazione almeno per alcune categorie.
La redazione
Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, intervistato, parla per la prima volta di possibili obblighi vaccinali nel Paese: “L’obbligo vaccinale per alcune categorie non è assolutamente un tabù e siamo pronti a prenderlo in considerazione. Ora affrontiamo queste settimane, vediamo quali saranno i dati delle vaccinazioni, dopodichè ci auguriamo che vi sia un senso di responsabilità che prevalga. Ciò’ che ci protegge è il vaccino e non il tampone. Non é corretto che chi si è’ vaccinato debba sopportare misure restrittive a causa di una minoranza che non si è vaccinata”.
“Le scelte non saranno molte – aggiunge il sottosegretario Costa – o proseguire con le misure restrittive imponendole anche a chi si è vaccinato, o introdurre delle distinzioni, o introdurre degli obblighi vaccinali per alcune categorie come alcune fasce d’età over 50 e over 60 dove ci sono molti concittadini che non si sono vaccinati e alcune categorie a stretto contatto con il pubblico. L’obiettivo è quello di raggiungere il 90% dei vaccinati, a quel punto credo che si possa aprire una fase nuova e rivedere anche le misure restrittive, come l’utilizzo del green pass. Credo che quella del 90% sia una quota che ci permetterebbe una gestione endemica della pandemia. Ormai c’è la consapevolezza che non possiamo più parlare di immunità di gregge, perché anche un vaccinato può contrarre il virus, ma lo contrae in maniera molto più lieve. L’obiettivo del governo è fare in modo che nessun cittadino muoia più di covid e che nessuno finisca più in terapia intensiva. L’obiettivo del 90% crea queste condizioni. Mancano circa 2 milioni di cittadini per raggiungere questo obiettivo, spero maturi in loro la consapevolezza che grazie alla loro vaccinazione non solo mettono al riparo la propria vita, ma permettono anche al Paese di proseguire nel percorso di ritorno alla normalità e di ripresa economica”.
Costa auspica un’unità politica sui temi della salute pubblica, fondando le decisioni sui suggerimenti della scienza. Francamente ci sembra un’auspicio saggio ma utopistico alla luce di quanto avvenuto fino a oggi nei palazzi della politica che ha smarrito totalmente il senso dell’interesse pubblico.
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