Italia Viva e Coraggio Italia si confrontano
Ma nella base di Coraggio Italia trionfa il malumore
La redazione
Viene da chiedersi se è perché Enrico Letta sostiene che è prematuro discutere di Quirinale e che i problemi del Paese fino al 31 dicembre p.v. sono ben altri, che Matteo Renzi si stia movendo come una trottola in cerca di convergenze ed alleanze per eleggere il successore di Mattarella.
Nell’impossibilità di trovare una risposta convincente, passiamo oltre. Dunque, si sono incontrati i vertici di Italia Viva e Coraggio Italia. Confesso la mia ignoranza, ho scoperto con l’occasione che Toti è vicepresidente di quest’ultimo partitino, che milita dichiaratamente nel centrodestra. Ero rimasto a Giovanni Toti leader di Cambiamo! Forse l’ha preso alla lettera e cambiando partecipa a “Coraggio Italia”, che riecheggiando l’amore giovanile del Presidente ligure per “Forza Italia” ha esercitato su di lui un fascino irresistibile.
Scherzi a parte, se la politica italiana non la prendi con una buona dose d’ironia ti sei cacciato in un grosso guaio, Matteo Renzi e Italia viva sono tra i partiti più attivi: il senatore di Rignano vuole pesare a qualsiasi costo e per farlo, strappando definitivamente con il centrosinistra, cerca un’alleanza con i centristi, che in realtà sono di centrodestra e tutti tranfughi di Forza Italia.
La cosa sembra aver suscitato le ira di Matteo Salvini, consapevole che alla destra occorre nuova linfa per essere maggioranza, il quale ha commentato: “Sono al lavoro per un nuovo centro? Auguri”. Praticamente una minaccia ed un benservito a coloro che sembra considerare ex alleati.
Tornando al voler contare nelle elezioni per il Colle è vero che Italia viva, nelle proiezioni di voto è al 2,6% e Coraggio Italia al di sotto dell’unità e non classificata, ma è altrettanto vero che al momento Italia viva conta 27 deputati e 16 senatori, Coraggio Italia ha 22 deputati e 7 senatori. Insieme portano una bella dote di voti a febbraio, quando il giorno 3 scadrà il mandato di Mattarella e si dovrà votare per il suo successore.
Italia viva fa sapere che si tratta semplicemente di un “dialogo tra soggetti politici che vogliono rafforzare il governo nella persona del presidente Mario Draghi. Un confronto tra chi vede in Draghi il migliore presidente del consiglio possibile e non semplicemente un accadimento politico da accettare”.
Quagliarello di Coraggio Italia, involontariamente, smentisce Italia Viva: “Ci sono molte forze politiche al centro, che hanno obiettivi comuni, sia nel breve che nel lungo periodo“. Nel breve: “C’è la necessita’ di trovare una soluzione per il Quirinale”. “Assicurare la prosecuzione della legislatura e del governo. Se queste forze di centro continuano a non dialogare, si confinano in uno spazio residuale. Non è un accordicchio parlamentare, ma una grande indicazione metodologica; non una fusione a freddo, ma un tentativo di dire che non siamo residuali. Ecco”.
Carlo Calenda, unico che nei sondaggi ha qualche numero (è al 3,4): “Iv ha detto che sta a sinistra, Coraggio Italia ha giurato che sta a destra. Ora si uniscono per contare di più al Quirinale. Non mi sembra un progetto politico, ma un’operazione che ha un orizzonte molto limitato, ma vadano dove vogliono”.
E aldilà dell’ottimismo di Toti e Quagliarello, la maggioranza dei parlamentari di Coraggio Italia di Matteo Renzi non vuol proprio sentirne parlare. Uno per tutti Osvaldo Napoli: “Matteo Renzi ha tutto da guadagnare: se gli riesce di controllare 60 parlamentari fra Italia Viva e Coraggio Italia puo’ diventare l’arbitro dell’elezione del Capo dello Stato“. Ma cosa ci guadagnerebbe Coraggio Italia?
Il 2023 arriva a grandi passi e la politica, o almeno certa politica, continua a guardare solo al prossimo “scontro”. Sembrano più pugili dilettanti che persone che il popolo “sovrano”(?) ha investito del compito di legislatore. La legge elettorale conseguente al referendum sulla riduzione di un terzo dei parlamentari di Camera e Senato dorme i sonni del giusto. I big, salvo errori od omissioni, forse riusciranno a salvarsi, ma per tutti gli altri si mette male, ma nessuno se ne preoccupa minimamente.
Triste ammetterlo ma questo è il clima in cui si svolgerà l’elezione del successore di un Presidente della caratura di Sergio Mattarella. Magari finirà bene, ma per ora si vedono solo accordicchi che non fanno pensare a nulla di appena dignitoso per il Paese.
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