Levi – Ragghianti: un’amicizia
Questa mostra e questa grande amicizia tra il medico pittore Carlo Levi e lo storico Carlo Ludovico Ragghianti non si può sminuire in semplice arte è un connubio tra arte, scrittura, letteratura e vita vera, intensamente vissuta.
Maria Catalano Fiore
Si aprirà il 17 dicembre prossimo sino al 20 marzo prossimo, a Lucca presso la “Fondazione Ragghianti”, una mostra che racconta il bellissimo rapporto fra il Grande Critico d’Arte Carlo Ludovico Ragghianti (1910-1987) e il medico-scrittore diventato poi pittore Carlo Levi (1902-1975).
“Un’amicizia fra pittura, politica e letteratura” è il titolo della rassegna che celebra il quarantennale della “Fondazione centro Studi Ragghianti”.
In mostra documenti, disegni e circa 80 dipinti di Carlo Levi che ricostruiscono la “cerchia” dei loro amici più cari: Eugenio Montale, Giovanni Colacicchi, Paola Olivetti, Aldo Garosci.
Ma chi sono questi signori?
Carlo Levi forse è più conosciuto per le sue vicissitudini, il suo confino lucano e il suo “Cristo si è fermato a Eboli”.
Carlo Ludovico Ragghianti uno dei Grandi Storici e Critici d’Arte del 900, politico, critico cinematografico, accademico alla Normale di Pisa, antifascista e partigiano italiano, lo conoscono, ormai, solo gli addetti del settore.
Nato a Lucca nel 1910, nel 1927, a Firenze in terza liceo conosce Eugenio Montale che gli fa scoprire e leggere James Joyce. Dopo il diploma si iscrive al corso di Storia dell’Arte alla Normale di Pisa sotto la guida di Matteo Marangoni ( Pisa 1876-1958), Storico e Critico d’Arte ed anche compositore musicale, da cui apprende il “purismo” nella critica d’Arte. Incontra poi Henri Bergson e Benedetto Croce e la conoscenza della “pura visibilità”.
La sua tesi di laurea sulla “Famiglia Carracci” è totalmente innovativa, Croce la pubblica sulla rivista “La Critica” (1933). Un suo successivo studio sul “Vasari” è presentato all’ “Accademia dei Lincei ” da Giovanni Gentile. I suoi saggi giovanili sul cinema e sullo spettacolo come forma di “Arte Figurativa” aprono il percorso ad una nuova figura di Critico Cinematografico.
Nel 1935 Ragghianti fonda con Ranuccio Bianchi Bandinelli (1900-1975 Archeologo, Storico e politico ) grazie a Giovanni Gentile la rivista “Critica d’Arte” alla cui direzione collabora per un certo periodo Roberto Longhi ( 1890-1970 Storico) la più significativa rivista del periodo.
Nel 1937 conosce Licia Collobi studiosa di Archeologia ed Arte che sposa nel 1938 a Firenze. Licia originaria e poi sfollata da Trieste (Vero cognome Golubic) laureata in Storia dell’Arte a Torino, nel 1936, sarà sempre a fianco del marito pubblicando saggi e recenzioni.
Fervente antifascista già da studente, nel 1934, grazie ai suoi viaggi culturali stabilisce rapporti con Ugo La Malfa, con Ferruccio Parri e con gli ambienti torinesi Gobettiani (gli stessi frequentati da Carlo Levi). Nel 1942 viene anche arrestato a Modena, dove il regime gli aveva imposto il soggiorno obbligatorio dal 1940, arrestato ancora nel 1943, viene liberato nel luglio dello stesso anno.
Sottosegretario alla Pubblica Istruzione con delega alle Belle Arti e allo Spettacolo, nel Governo Parri (Ferruccio Parri 1890-1981 Primo Presidente del Consiglio dei Ministri) nel 1945 prende importanti provvedimenti urgenti per la ricostruzione del patrimonio artistico nazionale dopo gli eventi e spogliazioni belliche. Dopo le elezioni del 1948 prosegue il proprio impegno politico soprattutto in ambito culturale. Infatti, si spenderà sempre per una efficace tutela del nostro patrimonio artistico ed architettonico. Contemporaneamente è nominato Professore alla Normale, succedendo a Maragoni dal 1948 al 1972.
Con la costante collaborazione della moglie Licia Collodi ed il sostegno di Adriano Olivetti fonda nel 1952 la rivista di divulgazione artistica “seleArte”, arrivando ad una tiratura di 50.000 copie.
La varietà di interessi di Ragghianti si manifesta nei suoi studi, dai libri ai contributi, dopo la disastrosa alluvione di Firenze, è l’anima delle iniziative internazionali volte al risarcimento subito dal patrimonio culturale.
Carlo Levi: pittore, scrittore e giornalista nasce a Torino il 29 novembre 1902 da Ercole Raffaele Levi e Annetta Treves in una agiata famiglia ebraica della borghesia cittadina.
Sin da bambino dipingere lo affascina, nel 1924 consegue la Laurea in Medicina presso l’Università di Torino e comincia la sua carriera come dottor Levi. Si concede una visita a Parigi dove oltre all’arte “ufficiale” viene a contatto con i “Fauves” Chaim Soutine, pittore russo naturalizzato francesce (1893-1943) ed alle opere di Amedeo Modigliani (1884-1920) che lo spingono ancora di più verso un sentimento di ribellione al fascismo.
Dopo poco abbandona l’idea di esercitare come medico per dedicarsi all’Arte ed alla Scrittura. Le prime opere “Il ritratto del padre” e il “Levigato nudo di Arcadia” gli consentono di partecipare, giovanissimo, alla Biennale di Venezia del 1924.
Continuerà a frequentare Parigi dove l’arte di Modigliani lo attrae moltissimo. Da questo nasce il Movimento pittorico “I sei pittori di Torino” (Gigi Chessa, Nicola Galante, Francesco Menzio, Enrico Paulucci e Jesse Boswell che gravitano intorno alla Scuola di Felice Casorati (artista, scenografo e docente 1883-1963). Nel 1931 è alla I Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma. Già in questo ambito frequenta Cesare Pavese, Antonio Gramsci, Luigi Einaudi e più tardi Lionello Venturi.
Per Carlo Levi la pittura è “espressione della libertà” non può essere retorica ne sotto la supervisione del regime fascista. Suo zio è l’onorevole Claudio Treves (figura di rilievo nel Partito Socialista Italiano). Conosce Pietro Gobetti. Nel 1930 entra a far parte del movimento “Giustizia e Libertà”(fondato tre anni prima da Carlo Rosselli) ovviamente viene arrestato e poi, nel 1935 inviato al confino in Lucania. Prima a Grassano, poi ad Aliano due piccoli centri in provincia di Matera. L’esperienza del confino in Lucania lo ispira a comporre il famoso romanzo “Cristo si è fermato ad Eboli”
Notevoli le opere realizzate in quel periodo come il quadro “Lucania 61”, custodito dal 2019 nel Museo del Palazzo Lanfranchi di Matera. Nel 1936 Mussolini gli concede la Grazia. Levi rientrato a Torino si trasferisce in Francia dove prosegue la sua attività politica. Rientra nel 43 per associarsi alla liberazione della Toscana.
Nel 1945 viene pubblicato dalla casa editrice Einaudi il suo capolavoro “Cristo si è fermato ad Eboli. Planetario è il successo di questo libro inchiesta tradotto in tutte le lingue possibili. La Lucania/ Basilicata, spesso sconosciuta agli stessi italiani, diviene il traino del rinnovamento sociale italiano (almeno in teoria).
Molti altri sono i suoi libri e saggi come nel 1955 “Le Parole sono Pietre” scritto in Sicilia. Al rientro dall’Europa dell’Est “La Doppia Notte dei Tigli”. ecc…
Sempre nel 1945 conosce Linuccia Saba, figlia dello scrittore Umberto, triestini ospitati da Ragghianti, con la quale Linuccia ha una lunga relazione amorosa per poi sposarla.
Nella politica occupa un posto come senatore nel partito di “Sinistra Indipendente” per due legislature.
Nel 1973 ha un distacco di retina e anche in convalescenza continua a scrivere e disegnare su un “Quaderno a Cancelli” più di 140 disegni. Il 4 gennaio del 1975 muore a Roma, ma per sua volontà viene sepolto ad Aliano, mantenendo la promessa fatta agli abitanti del piccolo borgo di “Tornare per sempre”
Ma il tema principale è quello della loro amicizia. Due “Colossi della Cultura” del 900 così amici e così legati. Per questo le due Fondazioni Ragghianti di Lucca e Carlo Levi di Roma hanno voluto cogliere questo aspetto molto interessante ed il comune interesse dei due per il Cinema: Levi lavora come sceneggiatore e scenografo per alcuni film e dagli anni Cinquanta in poi, a Roma, diventa ritrattista ambito da molti personaggi del mondo del Cinema da Silvana Mangano ad Anna Magnani, da Franco Citti allo stesso Pasolini: tutti questi ritratti sono presenti in mostra, insieme con quelli di Ragghianti e di loro comuni amici, come Eugenio Montale e Carlo Emilio Gadda.
Nelle due Fondazioni si conservano documenti che riguardano la loro amicizia, anche sotto l’aspetto storico artistico. Un consistente numero di lettere che partono dal 1943 e si protraggono sino al 1971. Testi dattiloscritti di Ragghianti su Levi; autografi e fotografie inedite. Molto di questo materiale sarà esposto.
Oltre tutto questo ci saranno ben 80 dipinti di Carlo Levi atti a ricostruire le Monografie che Ragghianti curò per Levi nel 1948, 1967 e 1977, con l’aggiunta di ritratti di personaggi dei quali entrambi avevano stima come Italo Calvino e Frank Lloyd Wright.
Per approfondire questo rapporto è molto utile leggersi gli interventi e confronti di “Biografie allo Specchio” il ciclo di conferenze tenute nello scorso giugno presso la “Fondazione Ragghianti” di Lucca.
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